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IL MALATO IMMAGINARIO

AL TEATRO QUIRINO
giovedì 23 dicembre 2021 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Teatro


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Teatro Quirino Compagnia di Moliere. La Contrada. Teatro stabile di Trieste presentano Emilio Solfrizzi ne Il Malato Immaginario di Moliere dal 21 dicembre al 9 gennaio

Il 21 dicembre e fino al 9 gennaio, è andato in scena al Teatro Quirino di Roma un esilarante Emilio Solfrizzi nel ruolo di Argante ne Il Malato Immaginario, ultima opera di Molière, nell’adattamento di Guglielmo Ferro. Originariamente pensata come una comédie balet in tre atti, nell’intenzione di Molière avrebbe dovuto essere una farsa con intermezzi musicali e balletti grotteschi abbinati alla commedia per compiacere i gusti di Luigi XIV. Intrisa di realismo, anche se mascherata da farsa, la commedia ha come protagonista Argante presentato come un “imaginaire” -secondo la traduzione dal francese: pazzo- piuttosto che ipocondriaco, che pronuncia affermazioni lucide e ragionevoli, ma anche ciniche e disilluse.

La tradizione ha sempre identificato il protagonista in un uomo anziano ipocondriaco che trova nella malattia il rifugio per non affrontare il tempo che passa, Molière lo aveva scritto per se stesso che all’epoca aveva 50 anni , quale aspra denuncia contro l’incompetenza e l’avidità dei medici del suo tempo, Emilio Solfrizzi restituisce al testo un altro aspetto dell’opera, ovvero la paura della morte combattuta con la rinuncia e il rifiuto della propria esistenza. L’adattamento di Guglielmo Ferro è in due atti, la compagnia attoriale dà grande prova di comicità, ogni personaggio è interpretato con disinvoltura e capacità. Solfrizzi si muove con naturalezza e tempi comici eccellenti, una mimica calzante e una sorprendente capacità di disincarnare, nell’apoteosi della farsa, il personaggio Argante e fargli ritrovare la profondità della verità nuda nell’autoriflessione.

Molto bella la scenografia dominata da una struttura di legno su più piani che sembra una farmacia, ma anche una biblioteca, un rifugio, una fuga, a porre l’accento in modo efficace sul saliscendi delle emozioni del protagonista che vive relegato in quella che sembra una torre costruita per custodirlo contro il tempo e la paura della morte o piuttosto, la paura della vita. Si ride, si sorride, si riflette. Assolutamente da vedere con tutta la famiglia durante le feste.

Emilio Solfrizzi con LISA GALANTINI ANTONELLA PICCOLO SERGIO BASILE VIVIANA ALTIERI CRISTIANO DESSì PIETRO CASELLA CECILIA D’AMICO e con ROSARIO COPPOLINO

costumi Santuzza Calì scenografie Fabiana Di Marco musiche Massimiliano Pace adattamento e regia GUGLIELMO FERRO

 

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