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Rubrica: CULTURA


GIACOMO MATTEOTTI. MOSTRA A PALAZZO BRASCHI

Vita e morte di un padre della democrazia.
martedì 5 marzo 2024 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Storia


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Il percorso umano e politico del leader de Partito Socialista in una mostra al Museo di Roma Palazzo Braschi dal 1° marzo al 16 giugno 2024.

Nell’anno in cui ricade l’anniversario di cento anni dall’assassinio per mano fascista di Giacomo Matteotti l’esposizione “Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia” ripercorre la sua vita di deputato e segretario del Partito Socialista Unitario (Psu), dagli esordi giovanili all’affermazione nazionale, dalle battaglie per la democrazia all’opposizione al fascismo, di cui, per primo, aveva compreso la natura assolutista, fino al brutale omicidio perpetrato dal regime di Mussolini.

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra è curata dallo storico Mauro Canali che ha presieduto un comitato scientifico di qualità che ha indagato a lungo sulla vita di Matteotti, un seme che ha contribuito a generare la pianta della Resistenza all’antifascismo. La direzione e il coordinamento generale è a cura di Alessandro Nicosia, mentre l’organizzazione e realizzazione è del C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con l’Associazione culturale Costruire Cultura, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, sotto il patrocinio del Ministero della Cultura, con la presenza di Banca Ifis in qualità di main partner, con il contributo di Camera di Commercio di Roma e la partecipazione di Archivio Storico Luce, Rai Teche, Fondazione Pietro Nenni e AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Matteotti aderì giovanissimo al socialismo, nel perseguimento della giustizia sociale, della dignità del lavoro, dell’allargamento dei diritti dei lavoratori a partire dal sostegno alle lotte dei braccianti nel suo Polesine.

In un’epoca in cui le masse diventano protagoniste della storia e la politica le organizza, le alfabetizza, cerca di nazionalizzarle e farle innamorare di un leader per poi inviarle a morire nelle trincee d’Europa, Matteotti si dichiara apertamente contro la guerra. Con le elezioni del 1919 e il suffragio universale maschile proporzionale, cambierà totalmente la rappresentanza politica. Politico intelligente, studioso che documentava le sue ricerche e le sue proposte, anche attraverso la convergenza con gli altri partiti socialisti europei, tentò di far capire al suo partito il problema della divisione delle forze antifasciste, dimostrando profonda dignità e alto senso civico in un tragico momento storico, divenendo l’archetipo dell’avversario tenace e incorruttibile del fascismo.

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omaggio_a_matteotti_sul_luogo_del_sequestro.Foto P.Pastorel

Attento alle procedure istituzionali, credeva profondamente nella democrazia parlamentare, preoccupandosi di vederne minacciati i meccanismi di garanzia, come lo sproporzionato premio di “maggioranza” che con la ratifica della Legge Acerbo trasformò il partito fascista nel Padrone assoluto del Parlamento, consesso che egli considerava luogo deputato al confronto politico e civile e che diverrà il luogo della sopraffazione e della violenza. Molte le istituzioni autorevoli coinvolte, moltissimi i materiali inediti, mai mostrati in precedenza, documenti originali come: gli atti istruttori e giudiziari del processo agli assassini; le lettere autografe del capo della squadraccia Dumini a Benito Mussolini e ai suoi più stretti collaboratori in cui chiede conto delle promesse che gli avevano fatto; il famoso testamento del Dumini, dove in una confessione particolareggiata descrive tutti gli accadimenti e le modalità del crimine accusando esplicitamente quale mandante Benito Mussolini. Fotografie, manoscritti, oggetti, libri d’epoca, articoli di giornali e riviste, filmati e documentari, opere d’arte, sculture, ceramiche, quadri, nonché brani musicali dedicati al leader politico documentano il momento storico. Importanti i prestiti della Fondazione Pietro Nenni, dell’Archivio di Stato di Roma, l’Archivio Centrale dello Stato, l’Archivio Storico della Camera dei Deputati, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, l’Accademia dei Concordi, l’Archivio Marco Steiner.

Articolata in quattro sezioni, la mostra ripercorre la vita di Matteotti e il drammatico passaggio dallo Stato liberale alla dittatura fascista. La sezione Il giovane Matteotti registra l’impegno in Polesine a favore di braccianti e mezzadri, la carriera accademica, l’attività pubblicistica per “La Lotta”, l’adesione al Partito Socialista.

Segue la sezione sull’Impegno politico nazionale 1919-1924, distinguendo l’attività parlamentare, l’azione politica contro il fascismo, considerato da subito un pericolo mortale per le istituzioni democratiche, gli squadristi, intesi quale “guardia bianca” degli interessi agrari e dei “collaborazionisti”, in seno al neonato Psu di cui è segretario.

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La sezione Sequestro e morte 1924-1926, con l’affermazione alle elezioni del 1924 del Psu come partito dai maggiori consensi della sinistra, include il celebre discorso del 30 maggio 1924 in Parlamento, Matteotti pronunciò alla Camera parole di fuoco per contestare i risultati delle elezioni datate 6 aprile, in cui chiedeva di invalidare l’elezione almeno di un gruppo di deputati illegittimamente eletti a causa delle violenze e dei brogli perpetrati dagli squadristi. Un discorso di profondo spessore che lasciava all’assemblea la promessa di un articolo in cui avrebbe svelato altre corruzioni perpetrate dai fascisti.

Qual era il contenuto dell’articolo di Matteotti? In mostra è riportato in inglese l’articolo pubblicato postumo e ad oggi sappiamo che il Pnf, per finanziarsi, come anche altri, si era dato al traffico di residuati bellici, armi cedute ufficialmente per rottamazione a finte cooperative di reduci ma, nella pratica, ricollocate sulla piazza europea a prezzo di mercato con evidente margine di guadagno.

Eppure si trattava anche di altro, cioè gli imbrogli sulla Concessione di sfruttamento di giacimenti in Emilia e Sicilia alla Sinclair Oil all’indomani dalle elezioni del 1924. La Sinclair ottenne condizioni vantaggiose per poter effettuare scavi in tutta la penisola, per una durata novantennale e l’esenzione dalle imposte. Oltretutto, la compagnia petrolifera americana verserà tangenti per ottenere l’esclusiva sul deserto libico, impedendo di fatto che un ente petrolifero statale italiano potesse trivellare nella colonia italiana. Senza dimenticare che i mediatori della trattativa con la Sinclair, politici del Pnf ed imprenditori e diplomatici italiani, erano in palese conflitto d’interessi, perché legati fra loro da imprese commerciali e imprese con diversi gruppi finanziari ed aziendali statunitensi. Questo fu il vero motivo che spingerà al sequestro lampo e all’omicidio da parte di un commando della Ceka fascista sotto il comando di Amerigo Dumini.

Il processo farsa di Chieti il 24 marzo 1926, decreterà il completo asservimento degli organi giudiziari nelle mani di Mussolini. La Corte d’Assise, grazie ad un’amnistia del 1925, metterà in libertà parte degli squadristi, mentre altri andranno assolti, con la sola condanna di Volpi, Dumini e Poveromo a cinque anni e undici mesi che grazie alla medesima amnistia torneranno in libertà dopo due mesi dalla fine del processo. La terza e ultima sezione analizza Il mito di Matteotti, focalizza il lascito fattuale e ideale del politico, dalle commemorazioni alle Brigate Matteotti fino alla perdurante residenza nell’immaginario collettivo perché, come lui stesso ebbe a dire: “Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai… La mia idea non muore”.

L’intento della mostra è quello di restituire al grande pubblico il valore di uno dei padri della nostra democrazia e soprattutto di far conoscere alle nuove generazioni, con approfondimenti multimediali, iniziative formative e linguaggio immediato, un politico e intellettuale di notevole valore. “Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia” è corredata dal catalogo edito da Treccani che, recependo contributi iconografici inediti e preziose testimonianze, contempla origini, attività ed epilogo di un martire dell’antifascismo votato alla libertà.

 

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