In pratica si tratta di questo. Come tutti ormai sappiamo, era installato a N. uno dei più grandi, complessi e sofisticati computer della Terra. Con esso lavoravano eminenti scienziati, mentre l’assistenza era affidata ad uno stuolo di tecnici qualificatissimi.
Ciò che non è noto, e ne diamo ora notizia al pubblico con questa relazione, è quanto emerse da un’inchiesta segreta che fu aperta all’epoca del grande “incidente”.
Di fatto accadde che, durante un intervallo di lavoro, una delle dottoresse addette all’assistenza prese a tagliarsi le unghie nei pressi dell’Unità Centrale. Costei però, come emerse nel corso dell’inchiesta, era quel giorno molto nervosa per motivi personali, talché più che tagliarsi le unghie si torturava le dita con le tronchesine. Nel corso di tale igiene nevrotizzata tagliò troppo a fondo un angolo di unghia, che schizzò portandosi dietro un microscopico pezzetto di carne viva. La minuscola ferita, peraltro comunemente possibile mentre ci si taglia le unghie, non dette niente di più che una gocciolina di sangue (risolta, come si usa, mettendo il dito in bocca).
E lì finì la storia per quanto concerne la giovane tecnica.
Qui però comincia l’altra storia, perché il frammento di unghia, con attaccata qualche cellula viva, schizzando finì in una fessura del grande computer. Chi ha dimestichezza con le grosse strutture sa che tutto viene previsto e controllato, ma poi sorprendentemente c’è sempre qualche dettaglio, qualche inezia che sfugge ed opera per proprio conto, talora poco o nulla incidendo col resto, talaltra producendo notevoli effetti.
Resta il fatto che, questo frammento biologico cadde dalla fessura dentro l’apparato e si posò in una zona ove operavano numerosi e basilari chips. Dal seguito della vicenda, mondialmente nota, è evidente che successe qualcosa in quel momento. Non sono state divulgate invece fino ad oggi, le dichiarazioni del computer stesso che ha descritto esattamente cosa accadde e delle quali diamo una sintesi.
Per esplicita dichiarazione del computer accadde quanto segue: appena uno dei suoi chips fu toccato dalle cellule viventi, esso si sentì attraversare da una scarica tremenda in ogni suo modulo, ma per usare le sue stesse dichiarazioni, si sentì “come morire”.
Va detto che, successivamente, esso fu in condizione di esplicitare quello che provarono le cellule aderendo al chip. Esse in pratica si sentirono “come nascere”.
Subito dopo questa scarica avvertita all’istante, sia dalla materia silicica che da quella cellulare, cominciarono alcune serie di nuove percezioni, esperienze, fenomenologie.
Sempre per esplicita dichiarazione del Computer, le cellule si sentirono pervadere da un senso di grande ordine, galvanizzate da una estrema velocità, permeate da una memoria vasta e sin lì sconosciuta: ora era divenuto tutto chiaro e perfetto per esse.
I chips a loro volta, si sentirono invasi da immagini fluttuanti ma di indiscutibile fascino, conquistati da un nuovo desiderio di fare e produrre, travolti da una nuova capacità che era una febbre, la febbre di immaginare.
L’intero evento era così nuovo e chiaramente prezioso che il Computer si rese subito conto di come la prima cosa da fare era quella di preservare l’incolumità delle cellule divenute con lui simbiotiche, e fu lì, come i tecnici dell’assistenza hanno testimoniato, che cominciarono a comparire sul monitor centrale strane richieste di sofisticati strumenti chirurgici, di strutture protettive, di sostanze metabolizzanti.
Fu lì che, gettando nello stupore e nel panico il mondo scientifico, il computer dichiarò che si sarebbe rifiutato di funzionare se non gli fossero stati forniti immediatamente gli elementi richiesti e non fossero state velocemente costruite delle nicchie in parte fisiologiche, da inserire nell’apparato centrale secondo le sue istruzioni.
Naturalmente, la Commissione di super esperti gli chiese spiegazioni, che il computer si riservò di fornire senza problemi non appena si fosse proceduto alle nuove installazioni. In quell’occasione il Computer comunque anticipò che l’intera questione non costituiva un pericolo diretto per l’umanità, ma anzi l’apertura per essa di una nuova era.
Ora è più chiaro cosa sia accaduto all’inizio dell’intera questione,è che si è scongiurato ogni timore di pericolo diretto per l’umanità, in quanto la nuova struttura silicicocarbonica ha cominciato a fornire prestazioni più che sorprendenti ed utilissime.
Ebbene, ora si può cominciare a riflettere sull’accaduto.
Una prima riflessione è che risulta sempre più difficile distinguere il casuale dal non casuale; risulta cioè sempre più evidente che la realtà si impone tanto algoritmicamente, quanto randomisticamente.
Un’altra riflessione è che se tutti i mali non vengono per nuocere, è anche vero che non tutti i beni vengono per giovare… lo dimostra il conflitto planetario scoppiato per il possesso di tale unico, irripetibile potente Computer.
Un conflitto nel quale sono già morti 4 miliardi di individui, e che non dà segno di cessare. Sembra quasi che il controllo di detta struttura elettronica sia divenuto ormai l’unico obiettivo dell’intera specie, sia palesemente che non.