Questo è uno dei miliardi e miliardi di episodi accaduti durante le tante guerre tra Handromeda ed Antares, ma è uno degli episodi per qualche momento divertente, se così si può dire, ed è per tale motivo che pensiamo di raccontarvelo, in modo che possiate anche voi per qualche momento divertirvi comodamente seduti in poltrona.
L’antefatto in sintesi è il seguente: gli Handromediani avevano sbarcato un piccolo drappello su un pianeta disabitato per analizzarlo nel caso fosse conveniente istituirvi una massiccia colonia. Appena sbarcati, avevano costruito una piccola fortezza e fatto altri lavori, ma, nel frattempo, le pattuglie antaresiane avevano scoperto questa presenza nemica, chiamato un grosso contingente della flotta, ed erano atterrati nelle vicinanze.
Com’è nell’uso degli Antaresani, non avevano offerto una resa onorevole e la garanzia di assistenza ai prigionieri secondo le convenzioni intergalattiche. Avevano invece sbeffeggiato lo sparuto drappello promettendo loro, via radio, meravigliose torture. Ne consegue che gli Handromediani si prepararono semplicemente a morire.
A questo punto i piccoli cannoni della scialuppa handromediana ed i potenti cannoni delle astronavi antaresiane aprirono il fuoco, con la logica conseguenza che in tre secondi morì qualche antaresiano e il fortino fu ridotto in un cumulo di macerie.
Compiutosi ciò, una pattuglia di “vincitori” si avviò verso le macerie ridendo e scherzando per vedere se era rimasto qualcosa da saccheggiare. Ma quando fu troppo vicina, sorse dalle macerie un combattente con un fuciletto, che li falciò.
Il comando antaresiano passò dallo stupore alla incredulità, dalla rabbia al non sapere che fare, e, alla fine, decise di riunirsi a consiglio. Nel corso di molte prolungate e burrascose riunioni, emerse che era meglio catturare vivo il superstite quale fonte di informazioni eventuali. Dopo di che furono mandati due sostanziosi drappelli per catturarlo. Quando furono troppo vicini rispuntò dalle macerie il combattente e, un po’ col fuciletto e un po’ fracassando i vetri dei caschi spaziali con sassate, fece fuori i due drappelli.
A quel punto il comando riandò nel caos. Riunioni, dimissioni, scenate isteriche e così via a lungo, finché non prevalse la decisione di spazzare via macerie, combattente e fuciletto con una cannonata iperatomica. Dopo di che il primo cannoniere pluridecorato puntò con estrema precisione e sparò una tale bordata che persino il terreno rimase massificato.
Tranquilli a quel punto, i “vincitori” mandarono una scialuppa per fotografare il risultato. Mentre però la scialuppa sorvolava l’obiettivo, un’astronave antaresiana che si trovava ai bordi dell’accampamento prendeva il volo senza alcuna autorizzazione da parte del comando centrale.
Insubordinazione ? Ammutinamento ? Un errore ? Bah ! Voi non ci crederete, ma ci volle un sacco di tempo prima che il comando si mettesse d’accordo su chi e come dovesse inseguire l’astronave defilatasi. Ma molto più tempo ci volle per scoprire che, quando gli handromediani avevano costruito un avamposto, avevano anche costruito alcuni cunicoli che riemergevano nei dintorni. Per simpatica coincidenza uno di questi cunicoli affiorava dietro l’accampamento delle astronavi.
A quel punto era evidente che il superstite handromediano, nel momento in cui si era reso conto di essere all’ultima mossa, aveva imboccato il cunicolo, neutralizzato la guardia di bordo, e si era defilato.
Non chiedeteci la morale di questa storia perché le favole hanno una morale, le storie no. Tuttavia una riflessione è consentita: se non ti puoi salvare verso l’alto, puoi salvarti passando dal basso.