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TEATRO No-KABUKI

Giapponese
venerdì 6 dicembre 2019 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Mitologia


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E’ giusto specificare teatro “giapponese” Nô- Kabuki, perché esistono altri teatri Nô e Kabuki che non sono specificatamente giapponesi ma Coreani, Cinesi etc., donde l’esigenza di specificare di quale Nô e di quale Kabuki si tratta.

Un discorso sul teatro giapponese rientra in quello più ampio dell’arte giapponese; l’arte giapponese nasce cinese, cioè come dipendenza e derivazione di una più antica e più autonoma arte cinese. I primi documenti, scritti e orali, di un teatro giapponese risalgono grosso modo al 600 a.C. ma è documentato che un teatro Nô e un teatro Kabuki in Occidente c’erano anche prima del 600 a.C. e poi resta il fatto che gli elementi vitali del teatro giapponese sono cinesi. La stessa parola “Nô” è una parola cinese che significa “arte”, arte in generale.

Gli inizi li troviamo in una leggenda che dice che la dea Amaterasu, la dea del Sole, disperata per le follie di suo fratello Susano, si ritirò in una caverna, dopodiché il mondo fu invaso dalle tenebre. A questo punto tutti gli altri dèi si riuniscono e ricorrono ad un trucco per tentare di farla uscire dalla caverna.

Costruiscono degli oggetti tra cui uno specchio, il primo specchio, un tamburo e un supporto per appendere gli oggetti. Poi chiamano Amenouzume, che era la dea delle tenebre, del male, che si presta al trucco, e si mette a danzare davanti la caverna.

Amaterasu, incuriosita, si affacciò sulla soglia e chiese ad Amenouzume come mai gli dèi facevano festa, ed ella rispose “Stiamo festeggiando l’arrivo di una dea più bella di te”. Logicamente Amaterasu, che era anche una dea di guerra, uscì per combattere, vide la propria immagine, capì, e tornò a ristabilire l’ordine delle cose.

La danza realizzata da Amenouzume si chiama Kagura, “divertimento degli dei”, ed è la danza di base che troviamo nel teatro Nô. Per numerosi secoli ci furono 4 tipi di Kagura: il Sato-Kagura, che si danzava solo nei giorni festivi, basato su pantomime; il O-Kagura, danzato e recitato solo dinanzi specifici templi; il Ni-Kagura, che veniva danzato e recitato solamente alla corte imperiale e nel Tempio di Ise. Infine, il 4° tipo, il Dai-Kagura, danza dei leoni, danzato con maschere di leone.

Il 2° filone coreutico alla base del teatro No è il Gakaku, “musica elegante”, di origine cinese, e consisteva in una danza con maschere e musica. Come il Kagura era monopolio del clero Scintoista, il Gakaku era monopolio del clero buddhista. Quest’ultima, nel tempo, divenne preda del popolo e acquistò carattere ludico, descrivendo situazioni della vita di tutti i giorni, perdendo così la componente metafisica che aveva quando era monopolio dei preti buddhisti.

Il 3° filone alla base del teatro No è la danza Sarugaku, ed era costituita da un teatro realistico nel senso più vero, più puro, al punto che di esso si diceva che spesso costringeva lo spettatore a coprirsi gli occhi per non vedere perché si vergognava e si spaventava a morte.

Da questi 3 filoni si è determinato il teatro Nô. Le due cose che il teatro Nô ha perso sono la componente coreutica e quella realistica; è un rendere accettabile un prodotto troppo complesso. Un danzatore che recita si può trovare, un danzatore che sacralizza è molto più difficile.

 

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