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Rubrica: CULTURA


VIAGGIO IN ITALIA XXI

LO SGUARDO SULL’ALTRO
lunedì 7 novembre 2022 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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La tradizione del viaggio in Italia, dal Grand Tour delle classi dirigenti europee, agli odierni viaggi dei migranti del mediterraneo. di Patrizia Cantatore

Il Museo Casa di Goethe a Roma, dal 28 ottobre 2022 al 9 aprile 2023, presenta una sorta di viaggio tra otto artisti appartenenti a diverse generazioni, accomunati dal lavoro tra l’Italia e la Germania: Francesco Arena, Guido Casaretto, Johanna Diehl, Esra Ersen, Silvia Giambrone, Benedikt Hipp, Christian Jankowski, Alessandro Piangiamore.

La mostra che inaugura anche l’insediamento del nuovo direttore Gregor H. Lersch, il quale ha precisato come l’esposizione parta dal Viaggio in Italia di Goethe interrogandosi sul significato del viaggio nel presente. L’Italia, da sempre meta di molti viaggiatori, oggi lo è anche per i migranti, che giungono in quella che nelle loro aspettative è un approdo di salvezza e benessere, scontrandosi invece con una realtà diversa. L’appartamento di via del Corso dove Goethe visse con altri artisti, diventa un luogo di dialogo tra l’arte realizzata in Italia e in Germania e raccoglie opere e documenti sul viaggio, su Goethe, promuovendo scambi bilaterali tra i due paesi.

Il curatore Ludovico Pratesi ha chiesto di rispondere con un’unica opera alla domanda: come ti relazioni con l’altro?

Il tema del rapporto con l’altro è oggi cruciale e scottante, in questo tempo nel quale l’emergenza è diventata normalità, in un contesto europeo nel quale ci sono temi complessi come la questione dei migranti, la diversità di genere, il cambiamento climatico, l’affermazione delle identità delle minoranze o le limitazioni di libertà dovute alle pandemie.
Lo sguardo sull’altro imbastisce una narrazione sospesa tra impegno ed evocazione, denuncia o metafora, per offrire ai visitatori le riflessioni sulle tensioni contraddittorie del presente che ogni artista interpreta a suo modo, con punti di vista differenti e linguaggi espressivi diversi che vanno dal video alla pittura, dalla scultura alla fotografia.

Attraverso 34 opere la mostra gioca sull’incrocio degli sguardi degli otto artisti coinvolti: Francesco Arena e Silvia Giambrone affidano i loro messaggi alla parola scritta: il primo presenta una serie di paesaggi raccontati attraverso la scrittura, ridotti alla potenza di una sola frase, incisa su un’opera in bronzo simile a un panetto di argilla: messaggi minimali e poetici che si tramutano in oggetti apparentemente banali ma in realtà portatori di senso; la seconda denuncia la violenza sulle donne e il femminicidio, così frequenti in un paese di matrice maschilista come l’Italia, proponendo un’opera dove la parola diventa messaggio e testimonianza di una sofferenza troppo spesso taciuta.

Guido Casaretto reinterpreta il tema della maschera e del travestimento con una narrazione dal sapore metafisico, rielaborato attraverso l’uso di maschere sarde nell’ambientazione di un lago salato turco e ricollegandosi al tema del trasferimento di cultura e dei rituali nel Mediterraneo. Lo stesso Goethe fu affascinato dalle maschere, soprattutto quelle del carnevale romano, tanto da inserirle nella sua opera più famosa: Faust, parte seconda.

Johanna Diehl usa la fotografia per cogliere splendori e paradossi della Roma contemporanea, insistendo sul tema della memoria, sondando le vestigia dell’architettura e dell’estetica fascista nel presente: si concentra sugli edifici dell’epoca mussoliniana e sulla loro presenza e sopravvivenza nell’urbanistica italiana. Esra Ersen indaga la dimensione della migrazione attraverso la prospettiva degli immigrati che devono inserirsi nella società italiana, riflettendo parallelamente sul disagio sociale e sulla questione dei rifiuti a Roma.

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Diehl. Sant’Anna

Benedikt Hipp utilizza invece la pittura per raccontare il rapporto con l’altro in maniera simbolica e surreale: il viaggio diventa metafora, fisicità e vulnerabilità, persino desiderio.

Christian Jankoswki e Alessandro Piangiamore propongono una lettura spirituale ed ironica del tema: il primo, con ironia ed umorismo, ricrea un casting filmografico, alla ricerca del “Gesù perfetto”, nell’intento di denunciare o per lo meno svelare lo show business insito nel Vaticano; il secondo trasforma un dettaglio “la piuma” quale icona spirituale, mistica di alto valore poetico, il cui viaggio verso il cielo, sembra indicare le traiettorie celesti.

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Piagiamore: Qualche uccello si perde nel cielo

Sede: Museo Casa di Goethe - via del Corso 18 - 00186 Roma, Italia Orari: martedì – domenica, ore 10.00 – 18.00, ultimo ingresso ore 17.30; lunedì chiuso
Informazioni: tel. +39 06 326 504 12 | info@casadigoethe.it | www.casadigoethe.it

Nel logo: Casaretto: Crossing Carnevale

 

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