https://www.traditionrolex.com/30 EDITORIALE MARZO 2009/03-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Maggio 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7783
Articoli visitati
5506237
Connessi 8

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
18 maggio 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

Rubrica: EDITORIALI


EDITORIALE MARZO 2009/03


domenica 1 marzo 2009 di Silvana Carletti

Argomenti: Attualità


Segnala l'articolo ad un amico

Esistono, anche nel diritto alla vita, casi di serie”A” e di serie “B”?

La recente vicenda di Eluana Englaro ha dominato e sconvolto l’opinione pubblica per molto tempo e ancora oggi, si riaprono polemiche mai sopite sul testamento biologico, mentre il padre della ragazza è sotto inchiesta per “omicidio volontario”.

In questi casi drammatici, è giusto che ognuno di noi giudichi esclusivamente secondo coscienza, ma purtroppo, molto spesso, le ragioni politiche prendono il sopravvento su quelle morali e allora, il “caso” diventa motivo di polemiche e di propaganda.

JPEG - 10.5 Kb

Una cosa, però, salta agli occhi di tutti: mentre il Governo, negli ultimi giorni di vita della povera ragazza si precipitava (ed uso un eufemismo) a preoccuparsi della sua vita, dopo mesi di disinteresse totale, allo stesso tempo, varava una legge contro il diritto di assistenza ad altri esseri umani, sia pure clandestini. A questi immigrati irregolari è stato praticamente tolto il diritto di essere curati in caso di necessità negli ospedali e nelle strutture sanitarie, perché è stata prima ordinata e poi concessa la possibilità a medici ed infermieri di denunciare la loro presenza alle forze dell’ordine, per un immediato rimpatrio.

JPEG - 23.7 Kb

E’ quindi logico pensare che nessuno di questi disagiati ricorrerà a prestazioni mediche, anche di pronto soccorso, presso centri di assistenza del nostro Paese, con il pericolo di complicazioni dello stato di salute degli stessi e di diffusione generale di epidemie.

Una vera e propria contraddizione tra chi si batte a spada tratta per “salvare” una vita e chi, negli stessi istanti, pronuncia sentenze di morte per i più deboli.

Purtroppo, di casi di immoralità, di menefreghismo, di mancanza del benché minimo senso di solidarietà sono piene le cronache di ogni giorno, ma quello che colpisce di più e che spesso, troppo spesso, si tace o addirittura si applaude a tali nefandezze.

 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30