Le elezioni in Abruzzo hanno segnato continuità con il governo in carica, ma, per la prima volta, dopo la presidenza Meloni, il Centrodestra, fino all’ultimo minuto, ha avuto timore che si ripetesse il recente exploit della Sardegna.
Purtroppo, gli Italiani si trovano in gravi condizioni di vita e molti di loro si sono rassegnati a non reagire più a tante difficoltà ed incertezze e, soprattutto, rinunciano a votare perché lo ritengono “inutile”, dal momento che ogni partito si interessa, prima di tutto, del potere e dell’affermazione personale.
Lo dimostra, per l’ennesima volta, la scarsa affluenza alle elezioni, in Abruzzo, di ieri. (43,93%)
Alla base di tutto, gli elettori sono stanchi e delusi di continui scandali, errori, dimenticanze e spesso indifferenza di chi governa per chi si trova in condizioni disastrose, preoccupati di inseguire affermazioni personali sempre più importanti, correndo con affanno da una elezione all’altra o, inseguendo illusioni su accordi ed alleanze con altri Paesi, fatti che poi si rivelano irrealizzabili.
Ogni governo nasce per gli entusiasmi irrefrenabili della popolazione verso il “nuovo” che poi, anche a distanza di mesi, si riconosce deludente o fallimentare.
Il tentativo di rivalsa della sinistra e del centro largo è stato la novità di questo momento politico e ha dato, certamente, i suoi frutti, dopo un periodo di incertezze e mancanza di organizzazione.
Resta , comunque, inaccettabile, che per poter governare, si debba ricorrere ad ogni mezzo, occupando ogni possibile posizione di comando, dimenticando i bisogni più urgenti del ceto più indifeso, limitando la libertà di stampa, favorendo il privato e sottovalutando necessità inderogabili della sanità pubblica, della giustizia, della scuola e del lavoro.
Nessuno può promettere miracoli ma, come dice un vecchio proverbio, “Se si tira troppo una corda, questa si spezza…”
Questo consiglio è rivolto a tutti gli aspiranti, vecchi e nuovi di governare un Paese, stanco di ricorrenti disuguaglianze ed ingiustizie.
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