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SOLIDARIETA’ SENZA CONFINI

SCRITTI SULLA LINEA UMANO/DISUMANO.
giovedì 23 dicembre 2021 di Andrea Comincini

Argomenti: Recensioni Libri


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Quando la ricerca intellettuale si fa amore per il prossimo

In questi anni turbolenti, difficili, la recente pandemia ha sottratto a tante persone ulteriori energie, gettandole spesso nella disperazione o nell’ansia. La perdita del lavoro, la semplice reclusione forzata, hanno spesso avvolto nel grigiore molte persone, deprimendole. Il COVID-19, aggravando una situazione già deteriorata, ci ha esauriti: tornare a "prima", tuttavia, non sarebbe certo una conquista, viste le disuguaglianze cinicamente ostentate dalla nostra società a ogni angolo di strada. In questo clima rassegnarsi o – peggio – imbestialirsi e diventare indifferenti è più di una tentazione. Se esiste un vaccino per i corpi, così per fortuna esistono anche quelli per l’anima. L’ultimo lavoro di Pietro Piro è proprio un farmaco per le coscienze tramortite dei nostri tempi. L’autore, in uno stile chiarissimo e dialogante, ha raccolto una serie di interviste e scritti inediti per la maggior parte, offrendo al lettore un farmaco per la coscienza. Se c’è un tratto distintivo dell’opera di Piro, in tutti i suoi libri, è quel sentimento di gioia capace di rincuorare e donare fiducia.

È proprio la speranza di sapersi sempre e comunque in grado di fare la cosa giusta a infondere nuove forze, perché su quel confine tra disumano e umano può emergere la parte migliore di noi, i "segni" a cui affidarci per risollevarci. Piro sa bene quanto ardua sia l’impresa, specialmente oggi, lavorando nel sociale da molto tempo. Sa come siamo avvolti in un turbine travolgente. Nelle prime pagine fa notare un fatto incredibile: "Un recente studio dell’Università di Oxford nota che, quando fu inventato il telefono, ci vollero 75 anni per portarlo in 50 milioni di case. Oggi, neanche dieci anni dopo l’invenzione dello smartphone, ce ne sono due miliardi e mezzo di esemplari in tutto il pianeta". La rapidità con cui la nostra quotidianità si sviluppa sta portando pochi effetti positivi e troppi negativi, fra cui il logoramento dei rapporti e una competitività estrema nei posti del lavoro. Le vite sono ormai giudicate secondo quanto possano produrre: l’operaio è una merce da spremere, il piccolo imprenditore è stritolato dalla concorrenza, i bambini vengono trattati da piccoli adulti e spesso gli viene rubata l’infanzia. Il silenzio è bandito, insieme a ogni forma di raccoglimento, per imporre una rumorosità priva di senso a ogni angolo.

A questo modello sociale ed economico disumano bisogna rispondere con altro. Adriano Olivetti fu un uomo che intuì con grande anticipo quali erano le necessità del lavoratore: un impiego dignitoso certamente, ma unito a una idea di collettività tale da rendere ogni attività un gesto etico.

Nella nostra società invece siamo comandati da "funzionari della paura", chiassosi e violenti, intenti a spremerci e dividerci, per svariate ragioni. Chi non è uguale a noi è bollato diverso, nemico, straniero. La disumanizzazione dell’altro è il risultato della cecità morale di quanti non sanno cogliere l’unica vera alternativa a una umanità lacerata: la solidarietà.

Il lavoro di Piro affascina per la semplicità con cui riesce a spiegare dinamiche complesse senza essere mai banale ma acuto osservatore e attento educatore. I libri e i preziosi autori che l’accompagnano nel viaggio sono moltissimi, e sostengono limpidamente i capitoli fondamentali del testo: dall’idea di una nuova umanità solidale fino all’ecologismo come dimensione dell’anima, passando per una analisi della "società automatica" e a proposte per nuove politiche del lavoro, l’autore non si risparmia nel ricordarci una realtà evidente: nel momento più oscuro della notte è sempre possibile accendere una luce sottile e ritrovare la direzione di casa.

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L’Autore

Non dobbiamo accettare ciò che oggi pare scontato: "tristezza e debolezza sono diventati veri e propri difetti, "segni" del fatto che amministriamo male la nostra "impresa" (leggi: la nostra povera persona). Al contrario, si deve fieramente respingere l’idea di dividere gli uomini in winners e losers, e ricordarci della lezione evangelica, preziosa testimonianza per credenti e non credenti. Misconoscere la vecchiaia e l’infanzia, ovvero giudicare inutili bambini e anziani perché non rendono è uno degli aspetti più macabri di una società deviata, altrettanto quanto la disumanità nei confronti dei clandestini sui barconi o la concezione astratta dell’uomo, numero-merce privo di parola e diritti.

Accoglienza, comprensione e solidarietà sono concetti, certamente, ma soprattutto azioni: Piro, da anni impegnato, sa bene quanto sia necessaria la trasformazione in atto concreto di ogni buon proposito. Il suo testo lo evidenzia bene, non essendo mai un discorso puramente teorico ma quasi un vademecum per costruire la nuova casa comune. Soltanto in questo modo la solidarietà senza confini diventerà palpabile. L’autore non ha perso tempo: oltre al lavoro quotidiano, ha aperto una magnifica biblioteca pubblica a Termini Imerese, Veni Creator Spiritus,

(https://www.facebook.com/Biblioteca.VCS/) dove bambini e adulti possono ritrovarsi e studiare, chiacchierare e giocare. Un vero e proprio "dono di dio", sostenuto da volontari e nutrito da tanti donatori di libri e altro. (http://www.vita.it/it/article/2021/...).

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Foto Biblioteca

Creare comunità, fratellanza e solidarietà non sono difficili, basta affidarci alla parte migliore del nostro cuore, e diffidare di chi ci vorrebbe uno nemico dell’altro. Solo una solidarietà senza confini può salvarci, perché nel futuro la sopravvivenza dovrà essere una scelta collettiva. "Sono cresciuto in una famiglia con la presenza cotante di molte donne di diverse età. Ognuna mi ha regalato affetto, tenerezza, dolcezza. Quello che mi hanno trasmesso profondamente è che il lavoro della fraternità è impossibile senza generare in noi sentimenti materni di cura. Poco importa che questi sentimenti siano abitati in un corpo maschile o femminile. Senza questi "sentimenti materni" siamo poveri e insicuri. Incapaci di riconoscerci nel bambino che eravamo, che tuttora – nonostante tutto – siamo. Il bambino che negli occhi della madre sente la presenza dell’Universo che lo consola e lo guida".

È da questo sentimento di dolce fratellanza che possiamo ricominciare a guardare al futuro con fiducia, e magari costruirne uno più sereno e solidale.

Solidarietà senza confini di Pietro Piro. La Zisa Editore 20/21

 

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