Il mistero ragionevole: la resurrezione di Gesù.
Il lavoro di A. Virgili non è un libro di apologetica di vecchio stampo, ma una indagine quasi poliziesca, accurata e paziente su uno degli eventi più discussi e importanti della storia dell’umanità. Affrontare un tema così delicato come l’ipotesi che un uomo palestinese, vissuto circa duemila anni fa, morto crocifisso tra dolori atroci, sia stato protagonista dell’evento più sconvolgente della storia, necessita di molta cautela e delicatezza.
Da una parte si schierano gli integralisti atei, spesso desiderosi non di affermare il loro legittimo punto di vista bensì di deridere chiunque non la pensi come loro; dall’altra i negazionisti a priori del dubbio, che pretenderebbero di sottrarre alla discussione un fatto decisamente “scandaloso”.
Adriano Virgili, teologo e ottimo divulgatore, è riuscito a proporre una analisi capace di evitare entrambe le posizioni fallaci, adottando invece un punto di vista costruttivo e appassionante, arricchito da molti riferimenti bibliografici, a testimonianza di una inchiesta seria e padrona della ricerca intertestamentaria. Il lettore del saggio sulla resurrezione di Gesù non troverà davanti a sé pagine di apologetica pedanti o noiose, ma una riflessione acuta, piacevole e profondamente equilibrata, apprezzabile anche dai più giovani. Il segreto del lavoro sta proprio nella volontà di non voler convincere, ma di mostrare quali siano le fonti in nostro possesso e quindi arrivare a deduzioni autonome, ragionevoli.
È proprio la ragionevolezza, unita a un metodo investigativo degno di un romanzo alla Sherlock Holmes, a trasportare il lettore fino all’ultimo capitolo: Virgili si affida a fonti storiche acclarate, procede con metodo minimalista e abduttivo, e dimostra un fatto all’apparenza sconcertante solo per chi non voglia aprirsi alla consistente qualità della documentazione ereditata. Le ipotesi complottiste, mitologiche e pseudostoriche sono alla prova dei fatti molto più irrazionali e incoerenti di quella che vede il Nazareno reale figlio di Dio. (A tal proposito nelle prime pagine – sulla traccia di S. Tommaso, sono proposte proprio delle prove sulla esistenza di Dio). Quali sono le ipotesi suddette? Ne indichiamo alcune: 1- L’ipotesi della cospirazione; 2 – L’ipotesi del sostituto; 3 - L’ipotesi della morte apparente. Per questi, come per gli altri casi, lo studioso mostra chiaramente la totale inconsistenza delle inevitabili conclusioni a cui tali dubbi possano condurre. Si prenda l’esempio della cospirazione: se gli apostoli avessero inventato tutto, è ragionevole credere che poi avrebbero accettato di vivere una vita all’insegna di pesanti discriminazioni e sofferenze, arrivando addirittura, per alcuni di loro, al martirio?
Prove e testimonianze si susseguono nell’intera opera, offrendo al lettore la stessa impressione del prefatore Angelo D’Agostino, docente di ermeneutica biblica: “La mia prima impressione appena finito di leggerlo è stata quella di aver letto un manuale di teologia multi-disciplinare con un unico obiettivo. Una introduzione argomentata e ben intessuta. Un libro per tutti, che paradossalmente non necessita di alcuna fede previa. Un libro che si preoccupa dell’intelletto quanto dell’anima”.
Le argomentazioni di Virgili illuminano le cattedrali di una ragione avvolta sovente nelle tenebre, una ragione che paradossalmente arriva a giudicare plausibili ipotesi queste sì goffe e ridicole: da chi vorrebbe sostenere che Dio sia un alieno a coloro i quali, in pamphlet sensazionalistici, ritraggono San Paolo simile a un broker del XXI secolo con la mentalità di un manager, cinico fondatore di una religione. Quanto è offerto in questo libro viaggia in direzione opposta: è un percorso rivolto a chi, con mente libera, fidandosi della ricerca seria, sappia accettare la ragionevolezza di una religione nata da un gesto incolmabile, quello di un dio che entra nella storia e in essa vi lascia una traccia indelebile.
- Adriano Virgili