Il 18 gennaio, alle 17,30, presso il Circolo Nautico Posillipo in Napoli, è stato presentato il libro “Come determinare la catena causale che dà origine al sintomo”, di Gabriele Cervelli (Ed. Giuseppe De Nicola, 2023). Ne hanno discusso con l’autore, Vittorio Del Tufo, redattore capo de “Il Mattino”, Catello Manfuso, medico chirurgo, docente di omeopatia; Italo Sabelli, medico chirurgo, omeopata e docente di Agopuntura.
L’incontro è stato aperto da Aldo Campagnola, presidente del Circolo Nautico Posillipo, ed è stato moderato dal dott. Giuseppe de Nicola, editore e chirurgo.
Un libro davvero interessante che così viene presentato dall’editore nel risvolto anteriore di copertina: ”Il volume inizia con una profonda riflessione sul "paradigma olistico" che, riferito ad esseri viventi, rappresenta il complesso insieme di fattori che regola le attività biologiche dell’individuo ma anche il parametro per migliorare l’interazione tra la persona e l’ambiente in cui vive. I diversi capitoli sono dedicati alla scienza dell’alimentazione, alla riflessologia, all’iridologia, all’esplorazione delle proprietà dell’acqua, fino alla descrizione delle più attuali tecniche kinesiologiche rivelatesi efficaci complemento alla diagnostica tradizionale.
Il lettore troverà nel testo risposta a quesiti che da sempre lo assillano, grazie ad un crescendo di informazioni utilissime a chiunque voglia far sua una visione olistica, non dissipata, dell’essere umano, con il fine ultimo di ritrovare benessere e salute nella vita di tutti i giorni”. E nel risvolto posteriore di copertina si legge quanto segue: “ Gabriele Cervelli è medico-chirurgo, biologo-nutrizionista, omeopata e iridologo. Oggi è considerato un luminare per l’efficacia di prassi diagnostiche e curative applicate al benessere della persona. Il libro riassume in modo innovativo la sua arte medica, da sempre al servizio del paziente”.
Il libro inizia con un’accurata Prefazione del Prof. Girolamo De Simone di cui qui riporterò alcuni significativi passaggi: “Gabriele Cervelli è un Medico, nel senso più profondo e autentico che questa parola possa raccogliere.(…) L’individuazione dei problemi alimentari non è per lui seconda alla ricerca delle abitudini posturali scorrette, ambedue realizzate attraverso tecniche innovative e di straordinaria precisione, e, come già detto, sempre confermate dall’esito di successivi esami strumentali. Il pensiero dell’autore va a Goethe, ma anche alle più recenti ricerche sulla complessità multidisciplinare.
Questa necessaria integrazione con ciò che ci circonda conduce all’esplicitazione delle ‘somatotopie’, le quali possono essere comprese e definite come “una parte del corpo” che ne rappresenta però anche un’altra. Da qui si procede alla trattazione della medicina vibrazionale, oggi ben supportata dalle teorie quantistiche e dalle loro applicazioni in campo medico […] lasciandone scaturire l’ipotesi per cui “la patologia, che in prima istanza appare come una anomalia della struttura molecolare del corpo, rimanda in seconda istanza a un disturbo nella rete elettromagnetica di controllo del traffico molecolare […].Un campo ulteriormente affascinante, e trattato con opportunità dall’autore, descrive le straordinarie possibilità dell’acqua (…)l’ipotesi di “un’acqua quantistica”, dove materia ed elettromagnetismo trovano oscillazioni frequenziali identiche in determinate condizioni di densità della materia […].Il discorso sull’acqua conduce naturaliter a quello sull’omeopatia e alle principali affezioni che essa può mirabilmente curare[…]”.
Ho letto il libro, un testo davvero pregevole sia per contenuto che per forma scorrevole e chiara soprattutto nel descrivere diversi concetti scientifici non facili da capire per chi inizia ora ad avvicinarci alla medicina olistica che rappresenta un modo diverso di approcciarsi al paziente. In effetti essa implica il prendersi cura dello stato di salute globale, partendo dal principio che corpo, mente, ambiente sono interconnessi. Si ricerca quindi la causa che ha generato la malattia piuttosto che soffermarsi sui sintomi, perseguendo l’obiettivo di riportare equilibrio e benessere all’individuo nella sua totalità, non intervenendo su un singolo organo in particolare. Tutto ciò rende il paziente più attento ai messaggi del proprio corpo, favorendo l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé e di conseguenza una maggiore padronanza sulla propria vita. Il libro è ricco di riferimenti a scienziati illustri, di citazioni, illustrazioni.
Pur riconoscendo i progressi di scienza e tecnica nella medicina allopatica, senz’altro non approvo “la guerra” che spesso si scatena contro la medicina olistica, poiché potrebbero splendidamente integrarsi. Una mia sorella, affetta da malattia incurabile, alla medicina allopatica ha affiancato terapie alternative che le hanno alleviato le sofferenze e le hanno permesso di stare vicino alla sua amatissima famiglia qualche mese in più, prima di volare in cielo. Sovente ho pensato che i medici in possesso di “specializzazioni”, curano il paziente concentrandosi solo su un organo, come se fosse “un pezzo” di una macchina, non una parte del corpo di una persona con un’anima, per cui il malcapitato è costretto ad intraprendere un doloroso percorso tra analisi cliniche e vari medici, capaci di curare specifici organi del corpo. Oggi si parla molto di malasanità, causata da diversi fattori inclusi i continui tagli su tutto ciò che è “pubblico”, una triste realtà che quasi tutti almeno una volta nella vita prima o poi sono costretti a sperimentare direttamente oppure indirettamente, attraverso il racconto di parenti, amici e conoscenti. Senza dubbio esistono anche tanti bravi medici, onesti e preparati, ma bisogna solo avere la fortuna di incontrarli. La sottoscritta all’età di 16 anni per poco non è stata spedita all’altro mondo per una diagnosi spagliata, ma poi è stata salvata in extremis da un chirurgo che l’ ha operata d’urgenza per un’appendicite perforata.
Al caos della sanità spesso si aggiunge la perdita di umanità e valori etici dai quali invece un tempo scaturivano cure appropriate basate sulla conoscenza del paziente che in passato il cosiddetto “medico di famiglia” riusciva a risanare facendo diagnosi “azzeccate” senza nemmeno tanti test clinici e analisi di laboratorio. Ricordo il compianto dott. Danese che prontamente accorreva in nostro aiuto per curarci e che soleva trattenersi con noi per far quattro chiacchiere. E devo dire che il dott. Cervelli in qualche modo gli assomiglia, poiché è una persona sensibile, umana e mi segue da diversi anni evitandomi inutili analisi e accertamenti clinici, prescrivendoli solo se necessari.
Sono un’insegnate in pensione e spesso ho pensato che la figura del medico e quella dell’ insegnante presentino delle analogie nell’esercizio della professione, poiché Scuola e Sanità non solo richiedono grande serietà, onestà e professionalità come gli altri tipi di lavoro, ma esigono qualcosa in più, un quid più spirituale che definirei “ totale dedizione” unita ad immenso rispetto verso coloro che sono affidati alle nostre cure.
Giovanna D’Arbitrio