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PIOGGIA, di Maurizio De Giovanni

Ritornano i Bastardi di Pizzofalcone
domenica 12 maggio 2024 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Recensioni Libri


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Con “Pioggia, per i Bastardi di Pizzofalcone” (Ed. Einaudi), ritorna la fortunata serie creata dal bravo giallista napoletano, Maurizio De Giovanni, i cui numerosi romanzi vengono tradotti in molte lingue.

Il nuovo thriller viene così presentato: “Leonida Brancato era stato un penalista imbattibile. Il re del cavillo, lo chiamavano. Quando era andato in pensione, in procura avevano fatto festa. Da anni non si sapeva più nulla di lui, ma ora qualcuno lo ha ucciso e ha infierito sul suo cadavere. Un omicidio che appare privo di movente e che mette di nuovo alla prova i Bastardi. Sotto un diluvio che non concede tregua, circondati da nemici e nonostante dolorosi problemi personali, i formidabili poliziotti del commissariato di Pizzofalcone si districheranno fra segreti, ipocrisie, rancori. Arrivando a scoprire una verità quanto mai inaspettata”.

La serie dei Bastardi (Ed. Einaudi) nasce nel 2012, una fortunata serie centrata sulle storie di un gruppo di poliziotti, considerati inaffidabili e quindi costretti a trasferirsi al famigerato commissariato di Pizzofalcone. Nei primi libri delle serie si racconta che 4 dei 6 agenti vengono arrestati per traffico di cocaina e che gli unici a risultare innocenti sono l’anziano sostituto commissario, Giorgio Pisanelli, e la vice sovrintendente, Ottavia Calabrese. Gli altri vengono sostituiti con elementi “scomodi” dei commissariati limitrofi, come Lojacono, ingiustamente sospettato di connivenza con la mafia, il commissario di Luigi Palma, il giovane Marco Aragona, Alessandra Di Nardo, lesbica e con la mania delle armi da fuoco, e Francesco Romano, depresso e violento, con il vizio di pestare i sospettati. Col passar del tempo, tuttavia, essi hanno imparato a lavorare insieme e sono diventati una buona squadra. Diversi l’uno dall’altro sia per carattere che per problemi personali, sul lavoro però diventano un team perfetto che riesce a risolvere casi davvero difficili con le loro indagini.

Ci sembra giusto ricordare i romanzi della serie: Il metodo del coccodrillo (Mondadori 2012) I Bastardi di Pizzofalcone, Buio per i Bastardi di Pizzofalcone, Gelo per i Bastardi di Pizzofalcone, Cuccioli per i Bastardi di Pizzofalcone - Pane per i Bastardi di Pizzofalcone, Vita quotidiana dei Bastardi di Pizzofalcone, Souvenir per i Bastardi di Pizzofalcone, Vuoto per i Bastardi di Pizzofalcone, Nozze per i Bastardi di Pizzofalcone,-Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone Maurizio de Giovanni ha spiegato in un’intervista che "Pizzofalcone esiste veramente: è il nome della collina sopra piazza del Plebiscito, nel centro storico di Napoli, una zona che unisce realtà sociali e ceti diversi, tra nobiltà partenopea e gente dei quartieri spagnoli. Il commissariato l’ho inventato e collocato in quel luogo, perché tra quei confini invisibili di condizioni differenti emergono contrasti forti che danno luogo a personaggi straordinari" . E così anche nel nuovo romanzo di De Giovanni scopriamo una Napoli diversa, questa volta non illuminata dai raggi del sole, ma inondata da una pioggia battente sotto la quale tutto si mescola: saggezza e follia, amore e odio nei drammi e problemi umani che tormentano i personaggi e gli stessi Bastardi.

In particolare emerge un desiderio di giustizia che si trasforma in vendetta, poiché se la giustizia è corrotta talvolta induce la vittima a farsi giustizia da sé e a sperare che la pioggia distrugga tutto e tutti: “Non smetterà mai di piovere. Continuerà per sempre. Non sarà più possibile uscire all’aperto, l’acqua salirà, raggiungerà i piani alti dei palazzi, tutti moriranno e l’umanità si estinguerà insieme agli animali in terra. Sopravvivranno solo i pesci. Non smetterà mai di piovere, e non importa. Sarà meglio, anzi, così questa maledetta città si laverà, alla fine”. E l’acqua è sempre presente nel libro fin dall’inizio, dal gocciolio di un rubinetto nel bagno (vedi copertina) alla pioggia che flagella cose e persone, quasi un altro personaggio che prende corpo, simile al “ perturbante” di Freud nei suoi aspetti negativi, mentre in quelli positivi diventa addirittura soluzione inaspettata di problemi e sollecitazione al “cambiamento”. Così il romanzo finisce al ritmo cadenzato di una frase, quasi un ritornello, che nelle ultime pagine ripete “lasciate fare alla pioggia!”.

Mentre leggevo, mi son venuti in mente i significativi versi di Pasolini: “Ora sento, in me, un sapore di pioggia appena caduta/ogni vivacità della vita ha uno sfondo di pianto:/Solo una forza confusa mi dice che un nuovo tempo/comincia per tutti e ci obbliga ad essere nuovi”.

Ecco infine un video sulla presentazione del libro al Teatro Diana di Napoli: https://video.corriere.it/cultura/p...

Giovanna D’Arbitrio

 

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