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ALLA RICERCA DEL NAZARENO di ADRIANO VIRGILI

Sulle tracce del nazareno. Introduzione al Gesù storico, Phronesis editore, 2022.
domenica 25 settembre 2022 di Andrea Comincini

Argomenti: Recensioni Libri


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La ricerca sulla figura di Gesù di Nazareth, dal punto di vista storiografico, registra una abbondante bibliografia all’estero, mentre in Italia fino ad oggi è parsa carente. Fenomeno curioso, da investigare, vista la nostra tradizione cattolica.

A colmare un vuoto sostanziale è Adriano Virgili, storico delle religioni, filosofo e grande divulgatore (Si leggano Incontro a Gesù e Tommaso d’Aquino spiegato a mio cugino). Con Sulle tracce del nazareno l’autore compie una operazione di grande equilibrio e onestà intellettuale, apportando un contributo sostanziale al tema affrontato. Se infatti la storia di colui che poi sarà chiamato il Cristo è intrecciata con molti elementi teologici, nondimeno è possibile analizzare con pazienza i documenti a disposizione e constatare che la situazione non è così pessima come molti sembrano giudicare. Nonostante le apparenze, secondo Virgili – e lo dimostra con sobrietà e puntualità, senza farsi condizionare dalle proprie opinioni personali – esistono dati storici pressoché incontestabili da cui partire per una analisi imparziale delle vicende terrene dell’uomo Gesù.

La completezza del volume è data dall’affrontare problematiche antropologiche, storiche e sociologiche con dimestichezza e proponendole al lettore in un linguaggio semplice e colloquiale, senza perdere ovviamente di precisione e correttezza. Non un volume accademico quindi, ma di certo ricco di qualità e rigore. L’opera affronta vari temi. Dai pensatori che considerano Gesù un mito, alle tradizioni più razionaliste e positivistiche; da Reimarius a Dupuis, arrivando a Renan o Bultmann, Virgili mostra chiaramente quanto il contesto culturale o spesso le semplici mode ideologiche abbiano influenzato gli esiti dell’analisi storiografica. Nell’approfondire il dibattito sulla ricerca del nazareno dal punto di vista storico, evidenzia i nuclei fondamentali delle interpretazioni “filosofiche” più famose, mostrando quanto spesso alla notorietà non sia accompagnata necessariamente la sagacia speculativa. Nella seconda parte del libro, dopo aver pienamente illuminato il lettore su pregi e limiti delle tradizioni ermeneutiche negli ultimi secoli, vengono affrontati gli aspetti specifici della questione (studio delle fonti, dei documenti, del contesto religioso). Il testo offre un contributo non solo a chi crede, ma si presta a essere un utile strumento per chiunque, persino per gli atei, poiché stabilisce un quadro d’analisi da cui qualsiasi studioso può attingere. A tal proposito, Virgili “costringe” anche i più intransigenti contestatori del cristianesimo a cimentarsi davvero con lo studio dei testi. Negli ultimi anni interpretazioni sensazionalistiche e attacchi feroci al cristianesimo hanno trovano fra editori e pubblico molte sponde. Che siano assolutamente legittimi è fuori discussione; che abbiano uno spessore culturale, meno. Il problema nasce quando “dimostrazioni” o “scoperte ermeneutiche” propinate come originali o tenute segrete dal “potere” siano state in verità già risolte o smascherate o denunciate non solo dagli storici laici o credenti seri, ma perfino in ambito teologico, ovvero in quell’area di studi dove più facilmente si tenta di “nascondere” – secondo certi pamphlet - fallacie logico dimostrative. Insomma, il libro di Virgili dimostra indirettamente quanta saccenza e arroganza vi sia in chi parla del cristianesimo senza averlo studiato a fondo, intento magari solo a soddisfare un ego smisurato in cerca di lettori paganti.

La vera critica al cristianesimo – lo ripetiamo a scanso di equivoci: assolutamente legittima – dopo aver consultato questo testo deve necessariamente alzare l’asticella della qualità, altrimenti resterà appannaggio di complottisti o sedicenti illuminati, quindi sarà inutile per i lettori in cerca di testi affidabili. La correttezza della ricerca di Virgili si evince anche dal non concedere nulla a eventuali forzature interpretative: il confine tra storia e fede non può essere confuso, e la vita di Gesù va decisamente affrontata con la piena consapevolezza che sia dal punto di vista storico, sia analizzando le fonti (vangeli, testi canonici ed extracanonici, documenti correlati di altre tradizioni), qualsiasi acquisizione può sostenere ma non fondare un atto di fede, il quale resta sempre intimo e personale. Dal punto di vista contenutistico, soprattutto nella terza parte, dove si attraversa l’esistenza di Gesù nelle sue varie fasi (nascita, parabole, miracoli, ultima cena, crocifissione ecc.), appare particolarmente interessante un capitolo intitolato “L’auto-comprensione di Gesù”. Come si giudicava Gesù? Che percezione aveva di sé?

Il tema della tomba vuota e della resurrezione è altrettanto affascinante e accompagna il lettore verso l’ultima parte, quella riguardante il passaggio dal profeta della storia al Cristo della fede, tema delicatissimo a cui Virgili ha dedicato un libro specifico, La risurrezione di Gesù. Sulle tracce del nazareno è in definitiva un manuale ottimo per chi si accinge a intraprendere un percorso conoscitivo non avendo compiuto precedentemente studi specifici a proposito, ma è anche un’opera perfettamente utile a chi questi studi ha già affrontato e desidera proseguire nella ricerca. Un libro rigoroso, con un’ottima bibliografia e una introduzione profondamente affettuosa e veritiera da parte di Gabriele Boccacini, il quale sottolinea, a ragione, che: “la storia non ha certezze definitive ma non è neppure il regno della vaghezza indistinta […] La storia richiede serietà, impegno, studio, conoscenze, lavoro, che sono qualità che Virgili ha profuso in questo libro”.

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Adriano Virgili