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Teatro a Roma

RIEMERGE DALL’OMBRA DEL PASSATO LA FIGLIA DI MADAME BOVARY


giovedì 14 dicembre 2006 di Carlo Vallauri

Argomenti: Teatro


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Tra gli spettacoli del mese di dicembre va elogiato il testo La Filanda Emma Bovary era mia madre di Cristina Mascitelli, un suggestivo monologo che Anna Teresa Eugeni ha portato al successo nella Casa delle culture. L’autrice ha ripreso Berthe, la figlia della protagonista del famoso romanzo di Flaubert, appena accennata in quel capolavoro e che viene ripresentata nella sua immaginaria vita successiva, piena di stenti e di sofferenza. Un racconto tutt’altro che pietistico ma forte del richiamo all’orgoglio femminile - ed in questo senso l’opera si inserisce a pieno titolo tra le migliori produzioni recenti del teatro femminista visto attraverso una serie di ricordi e annotazioni che illustrano quale era la condizione reale delle donne, e in particolare delle donne in fabbrica, nell’età dell’industrializzazione. Tratti amarissimi che la regia congiunta dell’autrice e dell’interprete ha saputo valorizzare, disegnando una figura a tutto tondo di grande rilievo per il suo contenuto letterario ed il suo significato esistenziale e morale. Viene soprattutto analizzata la psicologia femminile nei confronti delle pesanti imposizioni costrittive di una società borghese benestante. Il lavoro delle più umili trova in questo testo una sua significativa valutazione: dalla povertà scaturisce un grido di dolore che è però una sostanziale rivendicazione delle perenne dignità umana che proprio le donne esprimono nelle loro silenziose sopportazioni. Uno spettacolo che merita di essere ripreso e divulgato non solo per dare il giusto apprezzamento a Cristina Mascitelli ed Anna Teresa Eugeni ma anche perché lo spettatore si trova di fronte una vitalissima opera d’arte.

 

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