a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
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Ultimo aggiornamento
14 maggio 2024
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Il pubblico romano è molto affezionato ad Enrico Montesano e lo confermano gli applausi ininterrotti al più recente spettacolo E’ permesso? (sino al 7 gennaio 2007). L’accattivante attore, proseguendo il suo sodalizio con Enrico Vaime, il più brillante autore oggi di questo genere, offre una serata che pur gridando forte un senso di sconforto per i rinnovati e ripetuti errori dei nostri politici, cerca di uscire dal gioco delle pure battute (e qui le più aspre sono per i ministri preposti all’economia e alla finanza, non poteva essere altrimenti) per fare la satira sull’equivoco e la ipocrisia del “politically correct”. Il bersaglio è il dominante “buonismo” che induce tutti, nella vita pubblica, ad evitare parole che possano offendere qualsiasi persona o gruppi di persone: al contrario il divertente cantore della Roma umile e plebea preferisce mostrarsi “cattivo” ed imitare con i suoi galambours quanti hanno paura di andare controcorrente. Un gioco tuttavia che rimane sempre nei limiti (salvo forse lo sketch sul “monco”) della correttezza, senza espressioni offensive per i destinatari degli scherzi verbali, e gli spettatoti mostrano di gradire particolarmente i richiami ai “cattivi”, secondo le rispettive preferenze ed antipatie. Una irriverenza che richiama piuttosto gli chansonneurs parigini quando criticavano i loro governanti, anche se uno di essi di chiamava De Gaulle, autoinvestitosi di una missione salvifica. Tra le scenette più indovinate la rievocazione delle processioni e delle feste in piazza nei centri minori (nel caso specifico, Lanuvio). Il gradevole intrattenimento si avvale di una articolata scenografia di Uberto Bertacca mentre accompagnano il protagonista un’orchestra con Mimmo Sessa al piano, le musiche di Pino Perris, il simpatico Trio Acciarino, la cantante Roberta Albanesi e 4 sventole 4 allietano la vista nelle coreografie di Manolo Casalino.
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