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Rubrica: CULTURA


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Eros ed Eris
Il Dio dell’Amore e la Dea della Discordia

L’AMORE

Con un augurio di più AMORE per il nuovo anno 2013
martedì 1 gennaio 2013 di Antonio Di Giulio

Argomenti: Letteratura e filosofia


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Nella letteratura greca Empedocle è stato il primo a parlare d’Amore: l’Amore che unisce le cose in contrapposizione della Discordia, delineando così una prima elementare dialettica.

Nella religione greca, in particolare durante la celebrazione dei misteri orfici in onore di Dioniso, l’Amore era la eterna forza generatrice, un dio cosmico nato dalla Notte e dalla Terra. Con la teoria dei quattro elementi: acqua, aria, fuoco e terra, Empedocle sostiene che le combinazioni e le divisioni di detti elementi generano le cose dell’esperienza umana con un processo che non si arresta mai. Le forze che operano sui quattro elementi, unendoli e dividendoli sono l’Odio e l’Amore, concepite come due forze attive insite nella realtà.

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Il filosofo Empedocle
Incisione al bulino di Jéröme David da un disegno perduto di C. Vignon
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Segantini
L’amore alle fonti della vita particolare

Con Platone l’Eros entra nella metafisica. Nel “Convito” e nel “Fedro” espone la “teoria platonica” secondo la quale l’Amore è la attrazione esercitata dalla bellezza. Lo stesso autore nel “Simposio”, in occasione di un banchetto che sarebbe avvenuto nella casa del poeta comico Agatone di Atene, disputa sull’essenza dello Amore, stabilendo una gerarchia ascensiva dell’Amore stesso, da quello per una persona bella sino a quello più sublime verso l’eterno, verso Dio.

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La scuola di Platone di Jean Delville

Per alcuni grandi poeti l’Amore è stato la spinta propulsiva per la creazione delle loro grandi opere.

In Dante l’amore per Beatrice nella “Vita Nova” splende di una luce paradisiaca e, purificata di ogni terrenità, assurge al massimo dell’ideale della donna angelicata del “dolce stil nuovo”, tramutandosi in estasi e ascetica contemplazione quando la donna accompagna il poeta nel regno della beatitudine eterna.

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Dante e Beatrice
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Petrarca e Laura

Nel “Canzoniere” l’Amore di Petrarca per Laura è, invece, un sentimento terreno tanto che la bellezza delle forme della donna amata colpisce a tal punto la natura umana del poeta da infondere nel suo cuore passione e desiderio.

In merito alle donne amate dal Leopardi: Nerina, Silvia e la Tozzetti, tenuto conto che il poeta considera l’Amore “un fantasma evanescente”, lo stesso si tramuta alla fine della vita del poeta in nostalgici rimpianti e in dolorosi ricordi.

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Silvia
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Giacomo Leopardi
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Fanny Targioni Tozzetti

Catullo nelle sue poesie giovanili “Nugae” canta con tono soave il suo amore, come quello per la morte di un passerino, non ancora contaminato dalla torbida e amara passione per Lesbia. Invece nelle liriche d’amore per la detta donna c’è tutta la disperazione e il tormento, fatti di continui dichiarazioni di “odi et amo”, per una passione che travolge il poeta fino alla morte avvenuta pare a 30 anni probabilmente di crepacuore.

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L’amore segreto di Leopardi per Nerina
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Catullo
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Catullo - Le poesie

L’Amore per i poeti è la sorgente e l’anima di tutte le emozioni, è un sentimento infinito.

Per gli uomini in generale, è la scintilla dell’animo che suscita emozioni e sentimenti che, toccando le corde più recondite dell’essere, rendono la vita più bella e degna di essere vissuta.

 

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