Sono trascorsi cinquant’anni dalla prematura scomparsa di Marilyn Monroe, la Venere che illuminava il grande schermo, la cui vita e morte, ironia della sorte, sono segnate da eterne zone d’ombra.
In occasione del cinquantenario della sua morte, Rizzoli pubblica un libro molto ben documentato di Keith Badman che dopo anni di ricerche meticolose e dopo aver separato i fatti dalle invenzioni e la verità dalle bugie, fa luce sugli ultimi anni di vita della più grande star del cinema, sulle relazioni pericolose con la famiglia Kennedy, con Frank Sinatra, la mafia italo americana e l’ex marito Joe Di Maggio, rivelando la verità inequivocabile della dinamica della sua morte, sciogliendo così l’enigma per eccellenza: come morì Marilyn Monroe, la più leggendaria icona sexy del mondo?
Non fu un suicidio.
Keith Badman non crede infatti a questa versione, nè alla tesi dell’omicidio. Per questo ha trascorso cinque anni a ricostruire gli ultimi anni della diva e a vagliare centinaia di documenti, riuscendo a illuminare quelle zone d’ombra su cui fino a oggi si facevano solo ipotesi e congetture: infanzia negata, aborti, tentativi di suicidio, festini erotici, dimagrimenti improvvisi, depressione, abuso di barbiturici e alcol, frequentazioni con i boss della mafia e con i fratelli Kennedy, relazioni sentimentali e scappatelle.
Un libro che dà risposte definitive ai molti interrogativi che ancora oggi circondano Marilyn e la sua leggenda: identifica il padre naturale, mette fine all’interminabile dibattito sul suo rapporto con i Kennedy e ricostruisce nei minimi dettagli la notte della morte e le manovre di “insabbiamento” che ne seguirono.
Alle milioni di pagine scritte sull’argomento, si aggiungono quelle di K. Badman che con il suo libro offre un contributo prezioso alla vicenda umana della regina di Hollywood.