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LEGGENDA DI REGINA VOLPE E RE POLLO


lunedì 1 aprile 2024 di Andrea Forte Vivi Lombroso

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Quando gli animali erano liberi, avevano i propri regni e quindi i propri monarchi. Questo ci aiuta a capire come mai un bel giorno il Re dei Polli mandasse una lettera regale alla Regina delle Volpi.

Nella lettera c’era scritto che lui, il Re dei Polli, era stanco delle continue scorrerie di volpi nel suo territorio, era stanco della guerra fra i due Stati, desiderava realizzare una pace eterna fra i rispettivi popoli, proponeva la firma di un trattato inossidabile e, soprattutto, di sancire la nuova felice situazione col matrimonio fra i loro due eredi.

La Regina delle Volpi non si mangiò il pollo corriere, anzi lo colmò di doni, e gli consegnò una lettera di risposta. In tale missiva c’era scritto che lei era felice della proposta, la accettava in toto, a garanzia del suo buon intento si dichiarava disponibile che le nozze si celebrassero nella reggia dei Polli, chiedeva che la Principessa sua figlia fosse scortata con tutti gli onori e potesse portare con sé un seguito adeguato alla nobiltà di una erede al trono.

Il Re dei Polli rispose dicendo che era d’accordo su tutto, proponeva alcune iniziative originali per dare lustro all’evento etc. La Regina rispose e così via. Ad ogni viaggio il corriere dimagriva sempre più, per lo stress che lo aggrediva al momento in cui entrava nella terra volpigna e non lo abbandonava finché non ne uscisse. Era convinto che una volta o l’altra lo avrebbero divorato. Come è buffa la vita: non accadde nulla di ciò. Invece morì nel suo giardino a causa di un tragico errore: aveva scambiato un giovane crotalo per un verme succulento.

Arrivò finalmente il giorno del trasferimento: la Principessa arrivò alla Reggia dei Polli, vi entrò trionfalmente e con lei il suo seguito. Il Principe pollo era al settimo cielo, il Re pollo sprizzava felicità, il popolo esultava e acclamava. Il seguito della Principessa era all’altezza del suo rango. C’erano tutti i nobili del Regno Volpe, i migliori guerrieri e i più grandi cacciatori e così via. Erano così tanti che sebbene a malincuore, fu necessario sistemarne uno stuolo nei giardini intorno al Palazzo Reale. Insomma un trionfo diplomatico, una pagina di storia che avrebbe aperto una nuova era.

E finalmente cominciò il ricevimento. Musiche, danze, cibi prelibati, fuochi d’artificio. E fu proprio all’illuminarsi in cielo di un fuoco meraviglioso che il capo delle guardie polle ebbe un colpo di genio. Al riverbero di quel fuoco celeste, il capo delle guardie, che poi era una giovane polla tutta becco e artigli, vide che in ogni punto del palazzo c’era una volpe, ed erano tutte armate.

Lentamente si fece strada nel suo cervello la constatazione che quello non era un ricevimento di nozze reali, ma una occupazione militare. Che fare ? Poteva fuggire, gettare l’allarme, attaccare o altre mosse, che però si rivelavano tutte insensate o impossibili. Decise di abbandonarsi alla divina provvidenza: forse la sua era una costruzione paranoica, forse gli intenti delle volpi erano di costruire sinceramente una pace eterna.

A mezzanotte il Re pollo si alzò dal trono per fare il suo storico discorso, il più grande di tutte le epoche passate e future, ma non fece in tempo ad aprire il becco. Quello che vide era fuori di ogni prevedibilità. Le epistole, il trattato, il futuro dei due Principi, i nipotini… già, come sarebbero stati i nipotini, volpi col becco, polli col pelo ? perché non ci aveva pensato prima ? Non si può governare uno Stato se si è così stupidi. Era giusto che morisse ed insieme a lui il Principe erede, tutta la famiglia. Gli dispiaceva solo per il popolo, ma era finita. Sguainò la spada, e scese incontro ala morte.

Fu semplicemente una strage, comoda e divertente. Alla fine le volpi caddero esauste a furia di azzannare, catturare e inseguire. L’indomani uccisero il popolo pollo in massa e s’impadronirono del Regno. I pochissimi superstiti andarono a mettersi sotto la protezione degli umani, che subito li sistemarono in campo di concentramento, per difenderli dalle volpi naturalmente. La morale della favola è che… chi nasce pollo, non gli spunteranno mai i denti, chi nasce volpe, non gli spunteranno mai le piume. Insomma chi è pollo è pollo, chi è volpe è volpe.

Per la saggezza ci vediamo poi.

Foto logo: Sibillini web

 

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