Come già avvenuto per gli ultimi devastanti terremoti, non tutti hanno saputo o voluto riconoscere che le responsabilità di immani sciagure sono spesso dovute alla leggerezza o, peggio, alla convenienza economica di chi, incoscientemente, mette a rischio l’incolumità degli altri.
Oltre a ciò, il susseguirsi di questi eventi incresciosi e dolorosi si piazza in un contesto di decadenza irrefrenabile che, certamente con minore impeto e velocità di una valanga, sta investendo sempre di più il nostro Paese.
Non saprei da dove iniziare: dalla politica o dalla morale, dall’ecologia o dal problema dell’immigrazione, dalla corruzione o dalla sanità, dal bullismo o dalla violenza, dalla disoccupazione o dalla povertà o, piuttosto, dalla scuola che, per anni, ho “vissuto”, in prima persona…
Ha provocato un certo scalpore la recente notizia della modifica di alcune regole su esami e diplomi, quali: abolizione della terza prova per la maturità, ammissione all’esame con la sufficienza ricavata anche dal voto di condotta, nessuna bocciatura alle elementari e medie: il tutto in nome del decreto “Buona Scuola”…
Evidentemente, non si è tenuto conto del degrado inarrestabile e della diffusione di un’ignoranza capillare, capace spesso di provocare risate, come avvenuto, di recente, in una trasmissione televisiva in cui un concorrente, certamente diplomato, se non laureato, ha risposto ad un quiz che “Il Monte Bianco si trovava in …Sardegna!...”
E potrei citare migliaia di esempi non solo televisivi, ma anche riscontrati di persona, con testi pieni di errori di ortografia e di cultura generale, anche minima.
E così si è pensato di alleggerire il” faticosissimo” esame finale che un tempo (con tutte le materie dell’ultimo anno e con riferimenti ai tre anni precedenti la maturità) aveva un preciso senso logico e permetteva un giudizio più completo sulla preparazione degli studenti, in vista dell’università.
Stendo un velo pietoso sulle assenze, giorni di vacanza, scioperi, occupazioni e manifestazioni che riducono l’impegno scolastico al minimo e alla presenza di cellulari in classe, (spesso incontrollabili da parte degli insegnanti) per cui la maggior parte degli alunni trascorre il tempo di studio e di applicazione nell’invio di sms o in collegamento internet.
Nessuna meraviglia, quindi, del grado di “istruzione” dei nostri futuri governanti, medici, avvocati, insegnanti e così via.
A questo punto, viene il dubbio legittimo che, da qualche parte del mondo, vi sia una regia nascosta che punta all’appiattimento generale dei cervelli, già massacrati giornalmente da una TV violenta e da una rete sempre più incontrollabile.
Mi sembra alquanto difficile poter correre ai ripari da tutti questi guai provocati, il più delle volte, dalla smisurata sete di potere e di denaro di alcuni prevaricatori, ahimè, non individuabili.
Unica debole speranza che, dopo tanti dolorosissimi eventi, si prenda coscienza del pericolo che si corre in ogni campo e che “si rinsavisca”, prima che sia troppo tardi.