I recenti avvenimenti di Nizza e di Monaco, di Rouen e i precedenti di Dacca hanno commosso e sconvolto l’opinione pubblica che ha partecipato con immenso dolore alle imprevedibili e cruente tragedie che si sono verificate contro persone innocenti ed indifese.
Tutti i media ne hanno dato subito notizia, seguendo continuamente lo svolgersi dei fatti, informando il pubblico mondiale di quanto stava accadendo.
Purtroppo, però, a volte si è esagerato nella descrizione di dettagli riguardanti il massacro delle vittime, ignorando il dolore e la disperazione dei parenti degli uccisi che hanno dovuto assistere ad una continua ed incessante accurata ripetizione degli ultimi istanti di vita dei loro cari, riportati con dovizia a volte esagerata, per non dire violenta e fuori luogo.
Certamente esiste un diritto di cronaca, ma spesso ci si dimentica che il soffermarsi troppo su certi particolari nuoce profondamente a chi è legato da rapporti di parentela e di amicizia con le vittime, rinnovando senza sosta un dolore lancinante che, certamente, non passerà mai.
E’ come un riaprire continuamente ferite sanguinanti che non si riescono in alcun modo a rimarginare.
Lo stesso discorso vale per gli inseguimenti e gli “assalti” dei cronisti ai familiari per interviste impossibili, dato lo smarrimento e l’angoscia che hanno sconvolto la vita di questi ultimi.
Est modus in rebus dichiaravano i nostri antenati, ma esiste, soprattutto, un sacrosanto rispetto del dolore che nessuno, ripeto nessun giornalista dovrebbe sottovalutare.