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Per compiere questo viaggio straordinario attraverso le città più famose dell’impero basta seguire un sesterzio. martedì 1 novembre 2011 di Pietro Rasulo
Argomenti: Opinioni, riflessioni Argomenti: Recensioni Libri Argomenti: Alberto Angela
L’autore è abbastanza noto per i suoi programmi televisivi: Superquark, Ulisse il piacere della scoperta e altri. Ha pubblicato vari libri tra i quali, nel 2007, Una giornata nell’antica Roma che è diventato un best seller in Italia e tradotto in molti paesi del mondo.
Questo testo si può considerare come la prosecuzione naturale di una giornata nell’antica Roma infatti mentre il primo era ambientato esclusivamente a Roma e descriveva le abitudini di un cittadino romano dall’alba al tramonto, qui invece si esce dalla capitale e si viaggia fra molte città importanti al tempo dell’imperatore Traiano.
Il testo è molto ben strutturato e si avvale di una lunga ricerca effettuata su testi storici e ritrovamenti archeologici. E’ ricchissimo di spunti e curiosità che, di solito, non si trovano nei libri classici di storia romana.
Cominciamo con il descrivere il sistema monetario: secondo un rigido schema voluto da Augusto, che ha dato le basi per il commercio nell’Impero romano, la moneta più importante è l’Aureo (moneta d’oro) e corrisponde a :
25 denari (moneta d’argento)
100 sesterzi (moneta di bronzo)
200 dupondi (moneta di bronzo)
400 assi (moneta di rame)
800 semissi (moneta di rame).
Seguendo quindi un sesterzo che passa di mano in mano vengono descritti i personaggi, le località e le abitudini dei cittadini romani.
Per prassi ogni volta che una nuova moneta viene coniata, deve essere spedita subito ai quattro angoli dell’Impero. In un’epoca dove non esistono i media la moneta è il solo strumento di propaganda e informazione oltre ad essere uno strumento economico. La moneta è un vero e proprio comizio dell’imperatore con tanto di manifesto e obiettivo raggiunto. Su un lato infatti c’è la faccia dell’imperatore Traiano con una corona d’alloro e il suo profilo rivolto a destra come vuole la tradizione; dall’altra c’è un obiettivo raggiunto: un monumento es. il Circo Massimo o il nuovo porto di Ostia, un grande acquedotto; a volte una vittoria militare come la conquista della Dacia rappresentata da una persona sconfitta.
Uno di questi angoli dell’impero in cui vengono spedite le monete è Londra o Londinium come viene chiamato questo piccolo borgo. Prima dell’arrivo delle legioni qui c’era solo campagna, con piccole isole di sabbia che emergevano dal Tamigi. E’ stato il denaro a determinare la nascita di Londra, infatti la città si trova nel punto giusto per far arrivare via mare prodotti di ogni tipo dall’Impero, che poi si diramano attraverso strade interne in tutta la Britannia. In cambio da qui partono tanti prodotti forniti all’Impero: schiavi, cani da caccia e minerali vari.
Attraverso vari passaggi che non sto a descrivervi, ma che scoprirete leggendo il testo, il sesterzio arriva a Lutetia Parisiorum, l’attuale Parigi. E’ curioso scoprire come questa città, al tempo di Traiano avesse solo 8.000 o forse 10.000 abitanti. E’ un centro anonimo molto più piccolo di Pompei che all’epoca aveva 20.000 abitanti.
Dopo alcuni giorni di viaggio il nostro sesterzio arriva ad Augusta Treverorum, l’attuale Treviri, oggi gradevole città tedesca ai confini con il Lussemburgo. Questa parte del libro è interessante perché si scopre che in questa zona del nordeuropea non ci si aspetta di trovare così tante vestigia romane: anfiteatri, terme, ponti ecc. Ma la vera curiosità è che in questa zona c’è una grande produzione di vino. Lungo la Mosella infatti vi erano numerosi vigneti dai quali venivano prodotte notevoli quantità di vino e spedite a Roma per allietare i sontuosi banchetti dei ricchi romani. Ancora oggi è così: si possono assaggiare rinomati vini provenienti da questa zona grazie proprio all’impulso dato dai romani che avevano capito quali fossero le potenzialità del terreno di queste colline.
Un altro aspetto che viene evidenziato nel libro è l’emancipazione della donna e la frequenza di divorzi che avvenivano nella classe agiata romana. Se si guardano i “grandi nomi” dell’epoca si scoprono pluridivorziati che i libri di storia raramente riportano. Alcuni esempi : Silla, in vecchiaia, dopo aver divorziato quattro volte, si risposò un quinta volta con una ragazza a sua volta già divorziata. Cesare divorziò una volta. Catone Uticense divorziò da sua moglie Marzia e poi la risposò per soldi. Cicerone ripudiò Terenzia dopo trenta anni per sposare una ragazza molto più giovane e ricca, Publilia. Terenzia però non si buttò giù, da donna emancipata, si risposò altre due volte ecc.
Dopo vari giri che vi risparmio il sesterzio ritorna da dove era partito: al centro dell’Impero.
Di Roma all’epoca di Traiano vengono descritte varie situazioni ma mi piace sottolineare come, nonostante la grande importanza attribuita al Tevere dai romani, questo fiume vivesse in uno stato di incuria indescrivibile. Le rive infatti non sono curate nonostante i provvedimenti imperiali in merito e molte parti assomigliano a fiumi del terzo mondo con le rive cosparse di anfore rotte, ossa di animali e rifiuti di ogni tipo. A sentire Tito Livio il popolino di Roma è talmente abituato alle esondazioni da ritenerle messaggi divini. Altra curiosità è il Circus o Circo Massimo come lo chiamiamo noi oggi. Ebbene questo circo venne usato ininterrottamente per mille e duecento anni:
la prima corsa avvenne nel 600 A.C. l’ultima nel 549 D.C. Anche la capienza di questo circo e straordinaria. Pur fra dibattiti è polemiche gli storici hanno concordato che una capienza minima di 150.000 spettatori fosse garantita. Se pensate che i più grossi stadi attuali es. l’Olimpico ne possa contenere 73.000, si possono capire le capacità costruttive che avevano i Romani.
Guardando ad una moda dei nostri anni: i Tatuaggi scopriamo che per i romani rappresenta un vero e proprio marchio. Infatti lo chiamano stigma, per esempio agli schiavi fuggitivi venia marchiato in fronte FUG che sta per Fugitivus, oppure ad un ladro veniva marchiato CF che sta per Cave furem, attenti al ladro. Altra curiosità riguarda le navi romane, ebbene si scopre che le navi romane non avevano la classica ruota che rappresenta il timone né la barra che si trova nelle piccole imbarcazioni. Il timone a forma di volante è una invenzione del Medioevo. Le navi romane avevano sempre due timoni a forma di remi ai lati dello scafo a poppa. Il timoniere doveva governarli entrambi con due mani, il suo posto era quindi in cima ad una piccola “torre” ubicata a poppa.
Altra domanda curiosa che il testo può soddisfare è: esistono i turisti in epoca romana? La risposta è si ma si tratta per lo più di funzionari in viaggio per lavoro, di intellettuali e medici; ma sono davvero molto pochi. Le mete più ambite sono la Grecia e l’odierna Turchia dove sono concentrate le meraviglie dall’antichità. Il luogo per eccellenza preferito da tutti i turisti dell’antichità rimane comunque di gran lunga Roma. Per vederla vengono da ogni parte dell’Impero.
Ultima curiosità riguarda le dimensioni dei busti, dal cambiamento delle stesse si può dare una datazione a colpo sicuro. All’inizio i ritratti in marmo arrivavano all’altezza del collo fino al primo secolo D.C, nel secondo secolo gli scultori inclusero anche la parte superiore del torace e della braccia, nel terzo secolo decisero di rappresentare tutto il tronco.
Spero di aver catturato la vostra attenzione selezionando quelle che a me son sembrate le curiosità storiche più rilevanti all’epoca romana. Per tutto il resto vi consiglio di leggere questo libro per scoprire, come dice lo stesso autore, il “dietro le quinte” dell’Impero Romano.
Qui si può vedere la presentazione da parte dell’autore del libro Alberto Angela