Sono iscritto al sito nazionale del Movimento 5 stelle dal lontano 2006, ho anche partecipato alle votazioni on line dei candidati portavoce del Movimento ed ho dato il mio piccolo contributo come rappresentante di lista nelle ultime elezioni di Febbraio. Con queste premesse non posso certo essere accusato di essere prevenuto verso il Movimento. Il risultato clamoroso delle votazioni: 25,6% dei votanti, aveva acceso in me la speranza che finalmente anche in Italia le cose sarebbero cambiate.
L’avversione del 55% della popolazione italiana verso i partiti (30% di astenuti e 25% votanti del M5S) avrebbe potuto contribuire pesantemente a condizionarne l’operato.
Invece cosa è accaduto? Assolutamente niente. Il M5S si arroccato sulle sue posizioni in nome di una coerenza esasperante ed i vecchi partiti hanno trovato il modo di mettersi d’accordo per rovinare ancora di più questo povero paese.
Frequentando il sito di Grillo ed esprimendo il mio pensiero in maniera chiara sono stato tacciato di incoerenza e, al sottoscritto e a tutti quelli che la pensavano come me, un post di Grillo ha stroncato definitivamente le aspettative dicendoci chiaro e tondo che loro in campagna elettorale avevano detto che non si sarebbero alleati con nessun partito e che quindi noi avevamo sbagliato a dare il voto al Movimento 5 stelle.
Fino a qualche mese fa questa teoria mi aveva quasi convinto, ma ora guardando i risultati che questo atteggiamento ha prodotto sono profondamente deluso dal Movimento e penso che avere congelato il 25,6% dei voti sia stato un grande errore e un grosso danno per l’Italia.
Di seguito proverò ad elencare una serie di motivi che, a mio parere, fanno miseramente cadere ogni giustificazione prodotta dal Movimento e dal suo capo Grillo e mi fanno anche pensare che questa mania di protagonismo faccia male all’Italia.
Il motivo di gran lunga preponderante del mio disaccordo con la linea del Movimemto è sicuramente quello di aver rimesso l’Italia in mano a Berlusconi.
Anche un non esperto di fatti politici si può rendere conto che questa alleanza tra PD, PDL e Scelta Civica è fortemente condizionata da Berlusconi il quale può ricattare o addirittura far cadere il governo quando vuole.
A mio parere con un personaggio così non solo non bisognerebbe assolutamente fare accordi ma non si dovrebbe neanche cominciare a parlare. Infatti penso che i suoi 20 anni di presenza sulla scena politica abbiano chiaramente dimostrato la sua pochezza politica, il suo disinteresse per il bene comune e la sua spregiudicatezza nel compiere qualsiasi azione pur di mantenere il suo potere. Un esempio per tutti: il reclutamento, a fior di milioni, di deputati e senatori disposti a cambiare casacca. Certo queste accuse e molte altre (processo Ruby e processo Mediaset) devono essere ancora provate; ma possiamo esser certi che, se il cavaliere dovesse essere condannato in uno dei processi in corso, non esiterebbe un solo attimo a far cadere il governo ed andare a nuove elezioni.
In questo Bersani aveva visto giusto ed infatti aveva escluso categoricamente un’alleanza con il PDL, aggiungo che questa decisione era stata presa alla unanimità in una riunione del comitato centrale del PD. Una noiosissima riunione, che seguii in diretta su Sky, in cui tutti si dichiararono d’accordo con il segretario. Abbiamo visto come è finita, l’incarico a Bersani è miseramente fallito per la testardaggine del Movimento 5 stelle nel non volergli accordare la fiducia.
Ha ragione Cacciari: il PD come partito non è mai esistito, lo si è visto nelle ultime votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica dove prima è stato impallinato Marini e successivamente lo stesso Prodi. Ma torniamo al Movimento 5 stelle, perché non ha cercato l’accordo con un Bersani implorante?
In fondo quale peccato avrebbe commesso il Movimento dando la fiducia ad un governo Bersani? La fiducia come la si dava la si poteva anche togliere se il governo in carica non avesse attuato almeno una parte delle proposte del Movimento.
Il modello Sicilia non ha insegnato niente a Grillo? Eppure egli stesso aveva detto che il modello Sicilia era meraviglioso. In Sicilia infatti il governatore Crocetta porta avanti molte proposte innovative con l’appoggio del Movimento 5 stelle.
Perché a livello nazionale non lo si è voluto fare? Sono convinto che un governo Bersani, sostenuto dal Movimento, avrebbe fatto molte più cose innovative di quante ne potrà fare il governo Letta.
Sono inoltre convinto che sarebbe anche stato possibile avere Rodotà come Presidente della Repubblica con il contributo del PD che, a questo punto, non avrebbe avuto alibi.
Il mio disappunto verso il Movimento 5 stelle è dovuto anche al fatto che tante idee e tante proposte provenienti da persone capaci e competenti iscritte al Movimento rimarranno congelate per non so quanti anni ancora.
Su molte idee e proposte io avevo anche scritto su questa rivista e i lettori di questi articoli sono ora pienamente in grado di comprendere a cosa si è rinunciato.
Valeva la pena comportarsi così? Io dico di NO.
Faccio solo pochi esempi di provvedimenti, anche se non economicamente rilevanti, che avrebbero attirato le simpatie di molti cittadini, stufi di questa classe politica, verso il Movimento 5 stelle.
Il primo: dimezzamento dei parlamentari e riduzione delle loro retribuzioni, questo era nel programma 5 stelle ed anche in quello del PD.
- Secondo: abolizione di tutte le auto blu ad eccezione di quelle del Presidente della Repubblica, del Presidente del consiglio dei ministri e dei presidenti delle regioni.
- Terzo: cancellazione delle province.
-
Quarto: abolizione del finanziamento ai partiti e ai giornali.
Non vado oltre anche perché sarebbe un esercizio inutile, ora chiedo a Grillo quando verranno attuati questi provvedimenti?
Perché aver rinunciato a tentare di governare? Questo è possibile se si hanno solo il 10% dei voti non certo il 25%. In definitiva si è trattato di pura miopia politica.
Comunque prendiamo atto che è andata così.
Speriamo che alle prossime elezioni le due minoranze PD e M5S riescano a mettersi d’accordo per governare, nonostante il PDL maggioritario; legge elettorale permettendo.