Figura di assoluto rilievo, Carla Accardi è stata per oltre mezzo secolo protagonista della cultura visiva italiana e internazionale. Attraverso la sua pittura, continuamente ridefinita da scelte radicali, ha contribuito in maniera rilevante alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte, dall’astrattismo dell’immediato dopoguerra all’informale, dalla pittura-ambiente a un’arte segnata dalle istanze del femminismo, fino alla rinnovata joie de vivre incarnata nei dipinti negli anni Ottanta e nei grandi dittici e trittici degli anni Novanta e Duemila.
Caso unico tra gli artisti italiani della sua generazione, ha allacciato dialoghi significativi con artisti e intellettuali più giovani nell’arco delle diverse stagioni del suo lavoro.
In mostra circa cento opere, datate dal 1946 al 2014, articolate in un percorso cronologico che include porzioni di allestimenti concepiti dalla stessa Carla Accardi, dedotti dalla documentazione fotografica che ha consentito di ricostruire anche la sala personale alla Biennale di Venezia del 1988. La mostra è allestita nella rotonda e nelle sette sale circostanti del Palazzo delle Esposizioni, i capolavori sono stati scelti con l’idea sia di mettere in evidenza le fasi germinali nel lavoro di Carla Accardi, sia di presentare le opere nelle quali l’artista si è espressa con maggiore radicalità e che si sono rivelate seminali nel contesto nazionale e internazionale.
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Si possono ammirare i suoi primi oli su tela, mai esposti ed è possibile ripercorrere gli esordi nella compagine di Forma e verificare le diverse fasi del suo lavoro: l’approdo a una originale definizione del segno, la radicalità del bianco e nero e la successiva iridescente apparizione del colore, la dematerializzazione del corpo della pittura e la scoperta della superficie di sicofoil trasparente, gli ambienti degli anni Sessanta che hanno precorso i tempi, le sperimentazioni degli anni Settanta e Ottanta, fino ai grandi dittici degli anni Novanta e Duemila. Di particolare rilievo è la presenza di entrambe le Tende realizzate dall’artista: Tenda del 1965-1966 e la radiosa Triplice tenda del 1969-1971, il grande ambiente dipinto che si trova nelle collezioni del Centre Pompidou.
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Presenti anche le altre due opere dell’artista concepite come spazi abitabili e attraversabili, la Casa labirinto del 1999-2000 e il Cilindrocono del 1972-2013.
È riproposta anche l’installazione-ambiente Origine, l’opera maggiormente legata alla militanza femminista di Carla Accardi, nel modo esatto in cui l’artista la presentò nel 1976 a Roma, concependola come un percorso attraverso i recessi della memoria.
Le opere in mostra sono provenienti da alcune importanti collezioni pubbliche, tra le altre il Museum Van Hedendaagse Kunst di Gent, il Museo del Novecento di Milano, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma, il Musée d’art moderne et contemporain Centre Georges Pompidou di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, la Galleria d’Arte Moderna di Torino. La mostra è accompagnata da un ricco calendario di eventi collaterali, alcuni dei quali incentrati sulla poesia, di cui l’artista è stata una interessata lettrice.
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Il CATALOGO è al tempo stesso catalogo dell’esposizione e strumento di approfondimento sul lavoro dell’artista. Nel volume (in due edizioni, italiano e inglese), editato dalla casa editrice Quodlibet, oltre
alle tavole a colori delle opere esposte e ai testi delle curatrici, è pubblicata un’esaustiva antologia della letteratura critica dedicata a Carla Accardi, dal 1950 alla data della sua scomparsa.
Il progetto editoriale, oltre a mettere a disposizione una vasta mole di materiali storici ora tradotti in inglese, risponde anche all’auspicio di trasformare la celebrazione del centenario in una festa, chiamando a parteciparvi tutti coloro che negli anni hanno riflettuto sul lavoro di Carla Accardi offrendo nuove esegesi.
BIOGRAFIA
Carla Accardi nasce a Trapani nel 1924. Dopo la maturità classica e artistica, segue i corsi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Firenze. Nel 1946 si stabilisce a Roma assieme al pittore Antonio Sanfilippo, che sposerà nel 1949. Nel 1947 firma il manifesto pubblicato sul primo numero della rivista “Forma”. In questi anni esprime una ricerca sull’astrazione mirata a un aggiornamento della cultura visiva italiana. Nel 1950 tiene la sua prima personale alla galleria/libreria L’Age d’Or di Roma, presentata da Giulio Turcato. Successivamente sviluppa il suo originale linguaggio incentrato sui segni bianchi e neri con il quale partecipa da protagonista alla temperie dell’informale. Michel
Tapié, tra i principali critici e promotori di queste ricerche, la invita a partecipare a numerose mostre internazionali. Nei primi anni Sessanta torna a utilizzare il colore, sviluppando opere imperniate sulle
dinamiche tra forma, colore e percezione. A metà del decennio sperimenta nuovi supporti e pigmenti per la sua pittura. Impiega vernici colorate e fluorescenti, che applica su supporti plastici trasparenti (sicofoil) arrotolati (Rotoli) o assemblati. Tra le prime, conferisce alla pittura una dimensione spaziale con le sue Tende.
Nel corso degli anni Settanta lavora su schemi geometrici reiterati e realizza istallazioni, alcune delle quali sono legate alla sua breve, ma significativa militanza femminista. Negli anni Ottanta ritorna all’uso della tela, ma il suo linguaggio evolve ulteriormente verso segni e giustapposizioni cromatiche inediti. Diverse sono le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia: 1964, 1976, 1978, 1988, 1993 e 2011.
L’artista morì a Roma nel 2014.
La cura dell’esposizione e del catalogo è affidata a Daniela Lancioni e Paola Bonani,
curatrici dell’Azienda Speciale Palaexpo.
Foto © Azienda Speciale Palaexpo / Monkey VideoLab- © Carla Accardi by SIAE 2024