Senza dubbio le storie dei pirati hanno sempre affascinato l’immaginario collettivo sia per la sete d’avventura che per l’attrazione verso ciò che è pericoloso ed insieme esotico. “La Storia Generale dei Pirati”, pubblicata da Nutrimenti ci ripropone il successo di un’opera che dura da tre secoli.
Senz’altro pregevole la traduzione di Andrea Comincini, filosofo e autore di diversi libri, nonché traduttore e curatore di vari testi di letteratura anglo-americana (Fitzgerald, Bennett, Melville). Come egli evidenzia nelle “Note del traduttore” , nel 1724 un misterioso capitano Charles Johnson scrisse “A General History of the Robberies and Murders of the most notorious Pyrates”, in cui raccontò le vite dei pirati più celebri del tempo, alternando fatti storici a particolari inventati.
A quanto pare l’identità di Johnson è stata spesso messa in discussione e in genere è prevalsa la tesi di Robert Moore, studioso di letteratura e scrittore, esposta nel libro “Defoe in the Pillory and Other Studies” (1932), secondo la quale il vero autore sarebbe in realtà Daniel Defoe (Stoke Newington, 1660 – Moorfields, 24 aprile 1731), noto letterato e giornalista britannico considerato da molti come il padre del romanzo inglese, ricordato soprattutto come autore di “Robinson Crusoe”.
- Daniel Defoe
In seguito Furbank e Owens attaccarono tale teoria in “The Canonisation of Daniel Defoe” (1988)e secondo il prof. Arne Bialuschewski il vero autore del libro è Nathaniel Mist, ex uomo di mare, giornalista ed editore giacobita che tra l’altro assunse Defoe al Weekly Journal or Saturday’s Post.
L’opera ebbe comunque grande successo e fu subito riproposta in altre tre edizioni, tra le quali quella pubblicata nel 1726, con l’aggiunta di un volume che include le biografie di altri dodici personaggi.
La recente edizione di Nutrimenti così descrive il libro: “Dal pirata Barbanera (Edward Teach) al temibile Roberts, fino alle donne pirata Mary Read e Anne Bonny. Dai Caraibi fino alle spiagge africane. Le gesta dei pirati attraversano la storia di interi continenti e nazioni: flagellarono le coste di mezzo mondo e affrontarono le più temibili navi da guerra per accaparrarsi preziosi bottini sfidando la sorte fra colossali bevute di rum e privazioni di ogni tipo.
Lasciarono una traccia unica e leggendaria, pagata spesso a prezzo della vita. Storia generale dei pirati, proposta qui in una nuova traduzione, racconta la vita di diciotto fra i pirati più famosi e temuti e fu, fin dalla sua prima comparsa, nel 1724, un grande successo editoriale durato nel tempo fino a oggi. Ad accompagnare il testo l’introduzione originale dell’opera e uno statuto a proposito della legislazione contro la pirateria”.
Sebbene i pirati fossero di solito delinquenti, disertori, evasi dal carcere, contrabbandieri e quant’altro, tra loro spesso vi erano anche ex capitani di navi mercantili, nobili che si convertivano alla pirateria per spirito d’avventura o desiderio di libertà. Interessante scoprire come la pirateria vivesse secondo leggi proprie: le decisioni importanti venivano prese da tutto l’equipaggio per alzata di mano, il capitano stesso veniva eletto dalla ciurma e la sua condotta seguita e giudicata dal quartiermastro, un uomo della ciurma, che insieme ad essa poteva persino rimuoverlo dall’incarico.
Le biografie dei pirati, pertanto, raccontano e illustrano il loro mondo, anche attraverso descrizioni di luoghi e popoli, aneddoti interessanti, drammatici, divertenti oppure romantici, come quelli sulle vite di Anne Bonny e Mary Read.
Insomma fu proprio “A General History” apparsa nel lontano 1724 che creò il mito del pirata al quale si sono ispirati scrittori come Robert Louis Stevenson e James Matthew Barrie, nonché tanti film passati e presenti sui Pirati dei Caraibi.
Giovanna D’Arbitrio
P.S. Per maggiori dettagli su vita e opere di Daniel Defoe si consiglia il seguente sito on line:
https://www.treccani.it/enciclopedi...