Il parco Virgiliano sorse in tutto il suo splendore negli anni Trenta del secolo scorso
grazie ad un cavaliere senza macchia e senza paura dal nome altisonante: Benito
Mussolini, che volle dedicarlo al celebre poeta,vissuto a lungo a Napoli, dove
conquistò anche la fama di mago. Vennero piantati centinaia di pini mediterranei, che in pochi anni svettarono poderosi, incorniciando scorci di panorama mozzafiato.
Per decenni ha costituito il più ricercato polmone di verde della città, ma soprattutto la meta prediletta per le coppiette in vena di effusioni.
Poi il lento declino con la nascita di un rumoroso mercatino, mentre le radici degli
alberi sconvolgevano il manto stradale in maniera disastrosa, fino alle tempeste di
vento dell’anno scorso, che hanno indotto le autorità ad eseguire un legnicido che non ha salvato nessuna pianta ed ha lasciato un aspetto desolante lungo il viale.
In questi giorni leggiamo sui giornali una notizia ai limiti del fantascientifico: un
gruppo di facoltosi residenti di Posillipo ha deciso, a sue spese, senza intaccare le
disastrate finanze comunali, di piantare nuovi alberi e di aggiustare la strada, che ha scandalizzato di recente anche il pontefice costretto a percorrerla ben due volte.
Chi vivrà vedrà, speriamo in un miracolo
Achille della Ragione - La Repubblica , 4 settembre 2019, pag. 21
Un Calvario peggiore della via Crucis
L’altro giorno ho cominciato la faticosa procedura per ottenere il passaporto,
recandomi alle poste e facendo 2 ore di fila per eseguire un conto corrente di 42
euro, poscia per procurarmi una marca da bollo di 73 euro ho dovuto girare per 20
tabaccai, fino a quando non è trovato uno che me la ha procurata per via
telematica.
Il giorno successivo mi reco in questura, dopo una defatigante ricerca di un posto
per parcheggiare l’auto nei paraggi, coronata da una multa di 100 euro perché una
ruota protundeva leggermente sul marciapiedi. Arrivato nell’ufficio, vi sono 32
persone prima di me, l’attesa confortata dalla lettura di due giornali dura circa tre
ore.
Finalmente arrivo davanti alla funzionaria che mi contesta che le foto che ho
portato con me (già utilizzate per un altro documento) non riprendono
completamente il volto e mi invita a ripeterle, cosa che mi richiede un chilometro
sotto il sole per raggiungere una macchinetta automatica sita nella Galleria
Umberto.
Ritorno sudato e tachicardico e credo che finalmente sono vicino alla meta, ma
nonostante sottolineo che ho urgenza assoluta del documento, perché un mio
collega, celebre cardiochirurgo, mi ha assicurato di potermi operare alla fine di
agosto, appena riceve la rinuncia da qualche paziente prenotato, mi viene fissato
un nuovo appuntamento a settembre per aggiornare la situazione. Lascio il
commento ai lettori ed invito le autorità, dopo un esame di coscienza, ad
intervenire.
Achille della Ragione - Il Mattino 18 agosto 2018, pag.42