Indubbiamente il tema della felicità è stato sempre molto dibattuto fin dall’antichità da poeti, filosofi, scrittori. La felicità è stata definita in vari modi e secondo differenti interpretazioni, come serenità spirituale, appagamento, gioia, piacere, divertimento e quant’altro.
Secondo De Masi malgrado il nostro mondo sia il migliore mai esistito, la felicità sembra comunque irraggiungibile : la Terra non è mai stata così popolata, non abbiamo mai avuto una disponibilità di risorse così grande e la democrazia è la forma di governo scelta dai cittadini di circa la metà dei Paesi del mondo. Eppure non si può parlare di progresso, se manca la felicità. Si potrebbe dire che tale tesi sia opinabile, considerati i tempi che stiamo vivendo, tra guerra e pandemia, ma De Masi ci fornisce interessanti spunti di dibattito e riflessione.
Il libro viene così presentato dalla Casa Editrice Einaudi: “In questo breve saggio il sociologo spiega le correnti economiche e sociologiche fondamentali per interpretare il Novecento. La Scuola di Francoforte teorizzava il superamento del capitalismo, quella di Vienna lo giustificava. Alla fine ha vinto la seconda, e il mondo di disuguaglianze, povertà e alienazione nel quale viviamo (comunque interpretato come il migliore tra quelli mai esistiti) è frutto di chiare scelte politiche. La parola "felicità" non viene più usata nei saggi di economia, ma possiamo raggiungerla abbandonando l’ "etica protestante" lavorista per costruire un modello di cooperazione e redistribuzione di risorse e lavoro”.
Senz’altro un libro interessante, soprattutto per l’analisi della Scuola di Francoforte e quella di Vienna, ma al di là di tali scuole, ci son venute in mente le teorie di Z. Bauman sulla società postmoderna da lui definita "società liquida" per il suo particolare tessuto sociale e politico, divenuto sfuggente e inafferrabile, a causa di globalizzazione, consumismo, crollo delle ideologie, con consequenziali omologazioni collettive, frustrazioni, incertezze, precarietà. Da ricordare in particolare la "solitudine del cittadino globale”, da lui sottolineata.
E malgrado i tempi difficili, tra pandemia e guerra, crisi di governo in Italia, che ci resta da fare se non negarci almeno qualche speranza di un cambiamento positivo, anche se in verità non si tratta proprio di felicità?! Riusciremo un giorno a preferire il Bene a denaro e potere, interessi egoistici, economici e geopolitici? Chi vivrà vedrà.
- L’Autore
Domenico De Masi, nato a Rotello (Campobasso) nel 1938, è laureato in Giurisprudenza ed è specializzato in Sociologia del Lavoro. Ha collaborato con diverse riviste e testate, come “Il Punto”, “Tempi moderni”, “Nord e Sud”, “Dove” e “Style”. Ha fondato la rivista “Next. Strumenti per l’innovazione” e ha insegnato in diverse università italiane.Ha diretto per l’editrice Clu la collana di scienze sociali e per l’editore Franco Angeli la collana “La Società”.
Ha pubblicato, fra gli altri: Il futuro del lavoro (Rizzoli, 1999), Ozio creativo (Ediesse 1991 e Rizzoli, 2000); La fantasia e la concretezza (Rizzoli, 2003); L’emozione e la regola. I gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950 (Laterza, 1990 e Rizzoli, 2005); Non c’è progresso senza felicità (Rizzoli, 2005); La felicità (con Oliviero Toscani, 2008), Mappa mundi. Modelli di vita per una società senza orientamento (Rizzoli, 2014); Tag. Le parole del tempo (Rizzoli, 2015); Una semplice rivoluzione. Lavoro, ozio, creatività: nuove rotte per una società smarrita (Rizzoli, 2016), Lavorare gratis, lavorare tutti. Perché il futuro è dei disoccupati (Rizzoli, 2017), Il lavoro nel XXI secolo (Einaudi 2018) e Il mondo è ancora giovane (Rizzoli 2018).
Giovanna D’Arbitrio