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NERO LUCANO di PIERA CARLOMAGNO

Un nuovo avvincente thriller
domenica 27 giugno 2021 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Recensioni Libri


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“Nero Lucano”, di Piera Carlomagno (Ed. Solferino), nota scrittrice e giornalista, già premiata per i suoi romanzi gialli, in particolare per "Una favolosa estate di morte" (Ed. Rizzoli 2019), torna ad affascinare i suoi lettori ambientando il suo nuovo thriller in una Matera invernale e inquietante, tra tempeste e gravine, in una corsa contro il tempo sulle tracce di un feroce serial killer.

Nel risvolto anteriore di copertina si legge quanto segue: “La vista che si presenta di fronte a Viola Guarino, anatomopatologa chiamata per un sopralluogo sulla scena del delitto, è orribile: un uomo con la testa spaccata, letteralmente, in due. È un ingegnere di origini lucane che da tempo abita a Varese, tornato al paese per affari. Ma quali affari? La sua efficientissima segretaria - e forse amante - ne ha perso per ore le tracce proprio alla vigilia di un accordo milionario. E la moglie Leda, che detesta la Basilicata, si mostra vaga fino al punto di essere sospetta. Le fin troppo sensibili «antenne» di Viola, un po’ scienziata e un po’ strega, colgono una tensione erotica più torbida rispetto a un semplice triangolo - o quadrato - extraconiugale. O forse si sta lasciando influenzare dal ritorno del sostituto procuratore Loris Ferrara, irresistibile e sfuggente come il giorno in cui si sono incontrati - e come il giorno in cui si sono lasciati? Prima che possa fare ordine tra prove, intuizioni e sentimenti, però, si scopre un nuovo cadavere. C’è stata un’altra vittima, prima dell’ingegnere. L’assassino firma i suoi crimini lasciando al suo passaggio tracce che sembrano sberleffi: una mappa del territorio fin troppo dettagliata, una pagina dalla Divina Commedia. Non c’è dubbio che colpirà ancora. Una Matera invernale e inquietante, di straordinario fascino tra tempeste e gravine, fa da sfondo a una corsa contro il tempo sulle tracce di un serial killer implacabile. Per inseguirlo, in sella alla sua moto, Viola Guarino dovrà attraversare diverse sfumature di nero: dentro e fuori dall’animo umano”

Colpisce la citazione che introduce il libro: “Esiste, nelle estreme e più lucenti terre del Sud, un ministero nascosto per la difesa della natura dalla ragione; un genio materno, d’illimitata potenza, alla cui cura gelosa e perpetua è andato il sonno in cui dormono quelle popolazioni. Se solo un attimo quella difesa si allentasse, se le voci dolci e fredde della ragione umana potessero penetrare quella natura, essa ne rimarrebbe fulminata” (Anna Maria Ortese- Il mare non bagna Napoli)

E in effetti a predominare nel testo è proprio la magia del profondo Sud, del territorio aspro e bellissimo della Lucania che l’autrice sembra conoscere a fondo. Salernitana di nascita, ma di origini lucane, pur vivendo in Campania alla quale ha dedicato la sua prima serie di gialli, ha poi sentito il forte desiderio di raccontare anche la parte lucana di se stessa, più aspra e complessa. Ad incarnare questa parte è soprattutto la protagonista, Viola, già presente nel precedente romanzo “Una favolosa estate di morte” la patologa consulente della procura, donna determinata e forte, divisa tra scienza e magia, abilissima nel leggere i dettagli della scena del crimine, unisce ai metodi scientifici d’indagine grande intuito e sesto senso. “Strega” la chiamano fin da bambina, degna nipote di Menghina, celebre lamentatrice funebre della Lucania, capace di trasformare la morte in professione.

Oltre a Viola, altri personaggi femminili sembrano prevalere su quelli maschili. “Le donne hanno personalità più complessa e, in Basilicata, hanno una vita più difficile delle altre, perché vivono in un ambiente ancora legato alle tradizioni- ha affermato l’autrice-Così, finiscono per restare immobili oppure sono ribelli, a volte in maniera estrema. Tuttavia conoscono la fatica e spesso conducono loro il gioco, pur se all’ombra degli uomini.

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Piera Carlomagno

Piera Carlomagno, giornalista del Mattino di Napoli, cronista di giudiziaria per molti anni, è laureata in Lingua e letteratura cinese e ha tradotto un’opera teatrale del Premio Nobel Gao Xingjian. Tra i suoi libri ricordiamo Intrigo a Ischia, Le notti della macumba, L’anello debole, L’invito, Una Favolosa estate di morte. E’ presidente dell’associazione “Porto delle nebbie” che organizza SalerNoir Festival e collabora con il Salerno Letteratura.

 

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