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TROPPO FREDDO A SETTEMBRE DI MAURIZIO DE GIOVANNI

Un thriller che sollecita serie riflessioni
lunedì 23 novembre 2020 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Recensioni Libri


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Dopo il grande successo del precedente romanzo della serie centrata su Mina Settembre, assistente sociale dei Quartieri Spagnoli, in Troppo Freddo a Settembre (Ed. Einaudi) del bravo giallista napoletano Maurizio De Giovanni,, ritroviamo Mina come sempre seducente, sensibile e coraggiosa nel perseguire equità e giustizia con le sue indagini per scoprire la verità.

Sulla quarta di copertina leggiamo: “ Indomabile, bellissima, determinata e, a suo modo, inconsapevole: Mina Settembre è un altro personaggio femminile creato da Maurizio de Giovanni. Cacciarsi nei guai, poi, quando tutto sembra perduto, risolvere la situazione con un colpo di genio e una buona dose di follia: non fa altro Gelsomina Settembre, detta Mina, tanto coscienziosa quanto incantevole - e suo malgrado provocante - assistente sociale presso il Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest (per inciso, del Consultorio Est non c’è traccia).

Sempre per una buona causa, però, per correre in aiuto di chi è stato meno fortunato di lei, cresciuta fra gli agi dell’alta borghesia, senza problemi a parte una madre e un fisico «ingombranti». Poco importa se, come accade in questo freddo gennaio, ciò significa mettersi contro una famiglia dal nome pesante, di quelle che nei vicoli della città vecchia decidono ogni cosa. Mina non si tira indietro, anzi, trascina con sé - in una missione di soccorso che corre parallela alle indagini della magistratura, condotte da una sua vecchia conoscenza - le amiche più care. E due uomini resi temerari solo dall’adorazione che hanno per lei. Un anziano professore viene ritrovato senza vita una mattina d’inverno; nella sua morte c’è qualcosa di sospetto. Dormiva in una soffitta, nessuno si occupava di lui tranne la nipotina. I vecchi e i bambini. Chi li guarda i vecchi e i bambini?

La morte del vecchio professore, Giacomo Gravela, dunque, genera ripercussioni nell’intero quartiere: era stato un tempo l’insegnante di Rosario, un giovane malavitoso destinato, suo malgrado, a ruoli di comando e la cui condotta deve seguire un codice d’onore prestabilito, senza riguardo per i sentimenti verso il suo ex prof. né per moglie e figlio. Attraverso l’inchiesta del maresciallo Gargiulo e del dottor De Carolis, nonché quella parallela svolta da Mina e i suoi amici, la trama rivela colpi di scena, personaggi diversi impegnati come sempre nella lotta fra bene e male in un quartiere dove sottostare alla criminalità organizzata sembra essere un destino inevitabile e condiviso.

Eppure cambiare strada è possibile e il miracolo può nascere fra i banchi di scuola: sarà l’incontro tra il giovane Rosario e il prof. Gravela, che sa educare i giovani con la luce della cultura e dell’amore, a spezzare quel destino imposto dalla violenza. Grande protagonista senz’atro la scuola, ma anche le donne in questo romanzo giocano un ruolo importante: intorno al personaggio di Mina, si muovono le sue amiche, la madre e la moglie di Rosario e perfino la piccola Fabiana, alla quale il nonno affida un grande compito prima di morire.

Particolarmente toccanti le pagine scritte in corsivo che raccontano con dolcezza il apporto affettivo tra la nipotina e il nonno, relegato nella gelida soffitta da una nuora egoista e insensibile. Significativo il racconto della “scodella di legno”(da pag 93 a pag. 97), assegnata al vecchio dopo che dalle sue fragili dita un piatto era scivolato andando in pezzi. Ci ricorda in effetti che la vita è una ruota e la vecchiaia è un destino comune.

Concludendo un altro romanzo che stimola riflessioni e sfora i confini del genere thriller, solo una cornice in cui si dipana la trama. Maurizio De Giovanni non delude mai i suoi lettori.

Giovanna D’Arbitrio

Nel logo: L’autore Maurizio De Giovanni

 

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