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Zingari che strano popolo (Edizioni XL, 2007, Roma)

L’INTEGRAZIONE DEGLI ZINGARI IN RECENTI ESPERIENZE

Un libro documentato di Michele Mannoia
domenica 24 agosto 2008 di Carlo Vallauri

Argomenti: Attualità
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Michele Mannoia


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Quanti di noi, sin da ragazzi, ai margini della città – grande o piccola – abbiamo visto le famiglie degli zingari. E ciascuno ricorda quelle esperienze, i sentimenti o le emozioni che quel contatto suscitava in noi. Curiosità, senso di una differenza ma nel contempo voglia di saperne di più, di stare a guardare soprattutto, allora, i nostro coetanei, diversi – sembrava – per un colore chiaramente diverso della pelle, diversi sì, ma – almeno per me – mai estranei, anzi, con il passare degli anni, meno estranei di certi stranieri, che, a varie ragioni, si stabilivano non lungi da noi.

Poi, con il trascorrere dei tempi e delle vicende personali, ne abbiamo conosciuto meglio caratteri, come ragioni di quelle differenze esistenziali, e ancor maggiore interesse. Ecco perché quando recentemente la presenza dei rom – solo da poco così li chiamiamo quasi tutti – è diventato un problema di cittadinanza, di rapporti sociali, abbiamo cercato di conoscere ancora meglio aspetti del loro radicamento, del loro viaggiare (nel mio Abruzzo numerose erano e sono le famiglie zingare). Quando ne incontrai numerosi nei sobborghi di una cittadina inglese appresi la denominazione che lì veniva ad essi data (Gipsy). E in questi ultimi anni, anzi mesi, si sono moltiplicati i libri ad essi dedicati (non parlo degli articoli di quotidiani e settimanali perché in genere superficiali e confusi).

Zingari che strano popolo s’intitola ora il bel libro che Michele Mannoia (Edizioni XL, 2007, Roma) ha ad essi dedicato. Così questa “minoranza esclusa”, come indica il sottotitolo, emerge con chiarezza di storica documentazione, dalle origini, dall’India all’Europa, sino alle drammatiche esperienze della guerra. Come scrive l’A., le condizioni nelle quali sono costretti a vivere i Rom e i Sinti, le problematiche che ne conseguono, sono analoghe in tutti i paesi dell’Europa occidentale. Superare la falsa ed indegna equiparazione tra zingari e ladri non per tutti è facile, perché la loro umana separatezza sembra accettata da molti quasi come una fatalità.

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Ragazzi ROM

In Italia l’Opera Nomadi ha in vari casi contribuito a facilitare l’integrazione, eppure affidarsi alle istituzioni formali – spesso non prive di una specie di missionarismo – può peggiorare lo stato di “differenza”.

Il libro, dopo un’ampia ricostruzione storica, segue i tentativi di scolarizzazione attraverso varie forme di interventi pubblici, ma il problema è quello dei comportamenti, specie i comportamenti dei bambini e ragazzi, come – va aggiunto – i nostri comportamenti nei loro confronti. È in questo incrocio che va vista la reale collocazione, non solo scolastica, di questa minoranza. A proposito dei fenomeni di mendicità (in Korakhané Fabrizio De André ha sinteticamente illustrato il misto di miseria e fortune di quelle bambine, o meglio spose bambine, dagli “occhi limpidi”) sono riportati indici significativi: il passaggio allo stato di “criminale” spesso è tanto rapida da apparire quasi naturale. Regione per regione, anno per anno, Mannoia offre i dati, con le odissee giudiziarie, che ne conseguono.

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PRIMA DI TUTTO VENNERO A PRENDERE GLI ZINGARI... (Bertolt Brecht)
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Un ampio capitolo è dedicato, in particolare, a quanto è accaduto a Palermo negli anni più recenti nei campi rom, e l’autore spiega i loro riti, le loro usanze. Gli aspetti antropologici si confondono con quelli di accoglienza e di convivenza.

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Gli zingari assediano Milano !
Fermiamo l’invasione degli zingari! Roberto Jonghi Lavarini - DESTRA per MILANO dal sito: www.ladestra.info/?m=20071005

Le difficoltà di superare i pregiudizi etno-centrici sono presenti, al di là dei modelli culturali, delle singole individualità personali, con richiami al sociologo Sombart, ad uno studioso delle migrazioni, Florian W. Znaniecks o ad un filosofo come Norbert Elias sulla tematica “stranieri”. Gli stereotipi sui quali camminano poi gli schemi della intolleranza, le false credenze sociali – come quelle sui neri – hanno sempre operato sottilmente penetrando nelle coscienze dei singoli, e poi diviene arduo procedere alla rimozione. Leggende metropolitane continuano a circolare e influiscono in senso negativo nei confronti delle necessarie ricerche di migliori forme di integrazione. Nell’appendice interessanti sprazzi di conversazioni con i rom raccolte da Angelo Abbate, autore di una tesi di laurea sui nomadi in Polonia.

Il libro s’impone all’attenzione per le molteplici condizioni raccontate e rappresentate dal vivo, ed è certamente una ottima occasione per riflettere sull’intero fenomeno.

 

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