Sei
come un sogno
al risveglio
colmo di dolcezza
e smemorato
orlo di fontana
che trabocca
come fosse vela.
Come un girasole
il tuo volto reclina
obliquo tra i capelli
docile e arreso
stanco di specchiare.
Che ti costa?
Sigilla in un bacio
la refurtiva
i sogni indocili
in un vetro soffiato
alla deriva.
Che amaro commiato
per chi ti sta a un passo
quel bacio simulato
col dito sulle labbra
un sigillo di lacca
ai desideri un dono
da respingere al mittente
Lentamente avverto che ti ritrai
dietro una vitrea gentilezza
senza appigli Guai a me
se mi ci schiaccio contro
per farti arrivare la mia voce
Mi attende la più atroce
delle sconfitte: un volto
implorante si sfigura
in maschera per poco
non sconfina nell’orrore
Singolare
privilegio
avvolgerti
di premure
senza neppure
sfiorarti:
la custodia
di uno stradivarius
Dalle tue corde
forse altri
può trarre
a piacimento
l’intima
melodia
Bontà tua
mi risparmi
la benché minima
risonanza
ed io nel dubbio
che ci sia un altro
opto da vile
per l’assenza.