Mentre il Presidente della Repubblica faceva appello all’ Unità della Nazione e alla solidarietà di tutti gli Italiani, come sempre in Tv si mettevano in rilievo particolare i comportamenti scorretti di Napoli. Certo immagino che nei quartieri popolari, nei cosiddetti "bassi" dove convivono molte persone, sia davvero difficile restar chiusi dentro, come lo sarà in tutte le squallide periferie a livello internazionale, dagli slums londinesi alle banlieue parigine: i poveri oggi stanno soffrendo più degli altri e bisognerebbe aiutarli. E che dire delle polemiche dei politici sia a livello nazionale che europeo, mentre la gente muore?!
Poi mi è giunto il messaggio di un’amica su WhatsApp, con uno scritto di Enrico Nappi, il post pubblicato su FB, diventato il simbolo di una Napoli che funziona, post virale che dopo solo 5 ore dalla sua pubblicazione in modo spontaneo aveva già raccolto più di 4mila condivisioni. Eccolo: ”Al sud l’epidemia avrebbe arrecato danni incalcolabili, dicevano. Il vero problema in Italia non era il coronavirus ma il mezzogiorno, dicevano. Perché i nostri cittadini non rispettano le regole. Perché i nostri ospedali non erano all’altezza. Perché i nostri medici, infermieri ed operatori sanitari sono noti assenteisti cronici. Dicevano. Poi abbiamo creato un protocollo di cura, ma non era efficace, dicevano. Il protocollo ha iniziato a funzionare e l’hanno deriso, insieme al suo creatore, finché non è stato utilizzato in mezza Italia. Intanto altrove i contagi erano fuori controllo mentre qui, al sud, contenuti seppur preoccupanti ma era colpa del fatto che “noi” stiamo di più a casa perché non andiamo mai a lavorare. Dicevano. Poi arriva #SkyUSA e dedica un servizio all’ospedale Cotugno di Napoli descrivendolo così “mentre la velocità della tempesta virale ha colto tutti di sorpresa al nord, travolgendo gli staff medici, le cose in questo ospedale sono andate diversamente: i livelli di sicurezza ed organizzazione sono altissimi e tutti gli operatori svolgono i loro turni seguendo protocolli organizzati talmente efficienti da farne ospedale italiano modello, l’unico in Italia al 100% dedicato ai pazienti Covid-19 con zero contagi tra il personale medico e paramedico”. 1 Aprile 2020: ci confermiamo eccellenza internazionale e non è uno scherzo. È una splendida realtà. Enrico Nappi”. Ecco il video da me pubblicato anche dal Riformista: https://www.ilriformista.it/lameric...
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Squallido l’attacco del prof.Galli contro il dott. Ascierto durante la trasmissione Carta Bianca! Insomma Napoli è la città da attaccare “con mille nomee, mille luoghi comuni che da sempre hanno l’ ambizione (mai realizzata ) di definirla, come afferma il dott. Mario Negri in uno scritto inviato alla sua amica, Lucia Mastropaolo, mia cugina.
Ed egli continua scrivendo che “Napoli è la città degli ossimori, Napoli è tutto ed il contrario di tutto. Ѐ la città della camorra e della munnezza ma anche dell’ Arte dappertutto, della musica inesauribile e delle canzoni come colonna sonora indispensabile linfa di vita, della metropolitana più bella ma meno veloce d’ Europa, del calcio passione eterna, di Diego Armando e dello stadio San Paolo, ma anche del gol subito all’ ultimo minuto. Napoli è la città dei vicoli stretti stretti su cui si affacciano i cosiddetti "vasce”.
Napoli è la città dove nelle ore di punta non trovi un posto macchina libero manco a pagarlo a peso d’oro, ma anche del lungomare senza auto, spettacolo naturale unico al mondo, e del fascino iper- romantico di borgo marinari. Napoli è la città dell’ evasione scolastica record, della disoccupazione e dell’inevitabile arte di arrangiarsi, con troppi ragazzi che si laureano pericolosamente all’ università della strada, ma altrettanto numerosi sono i giovani e i meno giovani "eroi" che lavorano 12 ore al giorno per 600/700 euro al mese e molte sono le primarie eccellenze che si affermano nel mondo dello studio e del lavoro. Napoli è la città delle colline del Vomero e di Posillipo, della meravigliosa Certosa di San Martino e della fortezza di Castel Sant’ Elmo ,delle 100 Chiese, del Cristo Velato, è la città di Totò, Scarpetta , Eduardo e Peppino, di Matilde Serao, di Libero Bovio e delle più belle canzoni d’ amore mai scritte, è la città del contrabbando di sigarette e della droga più o meno come in tutte le metropoli. Insomma, Napoli è una delle ultime città che ancora "vive", con e per tutte le contraddizioni dell’ essere umano , ma "vive", e per di più vive nel più ricco e articolato modo possibile. Non è, e mai potrebbe essere, un Purgatorio triste e monotono, Napoli è un Paradiso che si paga al prezzo di qualche lingua di fiamme dell’ Inferno. Niente a che vedere con la striminzita ed infantile identità “savianea” Napoli=Gomorra e Gomorra = Napoli, una squallida mistificazione della realtà cinicamente realizzata al solo fine del maxi-business. Al contrario, è l’ altissima ispirazione di Giuseppe Ungaretti a trovare il minimo comun denominatore che collega le mille culture della nostra città.
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E questo file rouge per Ungaretti è il Silenzio, non certo delle voci ma delle Anime, conclusione solo apparentemente paradossale per una città che ha la "nomea" di essere caotica e chiassosa h24. Con la magica intuizione propria del grande poeta, Ungaretti ha perfettamente centrato l’ analisi : è il silenzio eterno delle anime a rappresentare il vero DNA di una città che per fortuna è rimasta da sempre uguale a se stessa e che trova proprio nell’ intimità di un silenzio evocativo della propria lunga e sofferta storia, la soluzione del primario ossimoro che la caratterizza: quello fra la forzata allegria della tarantella e l’ infinita tristezza dei giovani costretti a trovare lavoro all’ estero, ma che lasciano qui le loro anime”.
Non posso aggiungere altro a questo toccante scritto che condivido in pieno con emozione.
Buona Pasqua, Napoli silenziosa!
Giovanna D’Arbitrio