A Napoli esistono infiniti edifici pubblici di grandi dimensioni che, se restaurati, sarebbero in grado di ospitare decine di migliaia di persone.
Possiamo citare l’ex manicomio Leonardo Bianchi, sito sulla salita di Poggioreale e composto da 19 palazzoni o l’ex base Nato di Bagnoli di eguali proporzioni, oppure l’ex riformatorio di salita Pontecorvo o l’ex manicomio giudiziario di S. Efremo Nuovo, entrambi da tempo parzialmente occupati da gruppi di estrema sinistra.
Ma lo scandalo che grida vendetta e che vogliamo segnalare ai nostri lettori è costituito dal convento di S. Monica, sito all’inizio del Cavone, composto da centinaia di stanze perfettamente arredate, mentre le monache che lo abitano sono meno di dieci.
Basterebbero pochi soldi, attingendo ad appositi fondi europei e si potrebbe dare una sistemazione dignitosa a decine di migliaia di barboni o di immigrati, più o meno clandestini.
Come potremo continuare a dormire beati nei nostri letti con il pensiero che tanti nostri simili, solo più sfortunati di noi, devono arrangiarsi, avendo come tetto il cielo e come giaciglio la pubblica strada.
Achille della Ragione