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ADDIO FANTASMI, un libro di Nadia Terranova

Libreria Raffaello di Napoli: incontro con l’autrice
venerdì 24 gennaio 2020 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Recensioni Libri


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“Addio Fantasmi”, di Nadia Terranova (Ed Einaudi), è stato presentato mercoledì 22 gennaio 2020 alle 18.30 presso la Libreria Raffaello (via Michele Kerbaker, 35). Il dibattito tra l’autrice e il Club dei Lettori è stato condotto da Enza Alfano che ha pregato l’autrice di presentare in breve la sua opera per poi dare ampio spazio al dibattito con i membri del Club dei lettori.

Durante l’interessante dialogo tra lettori e autrice non solo sono stati messi in rilievo i pregi del libro, ma anche significativi dettagli che hanno consentito un approfondimento di trama, personaggi e background socio-culturale. Come ha sottolineato l’autrice, il libro è “il racconto ossessivo” del dolore della scomparsa del padre di Ida, un fantasma che condiziona la vita della protagonista.

Ho letto il libro con attenzione cominciando, come è mia abitudine, dal risvolto anteriore di copertina sul quale si legge “Fra il tramonto e la cena, l’assenza di mio padre tornava a visitarmi. Aprivo il balcone sperando che il temporale filtrasse dai soffitti e squarciasse le crepe sul muro, supplicavo la tramontana di trasformarsi in uragano e rovesciare in terra l’orologio e le sedie, all’aria il letto, i cuscini, le lenzuola. Non vuoi sapere che sono diventata grande, non ti interessa? –chiedevo- e nessuno rispondeva”.

Segue la dedica ai “sopravvissuti” con una bella citazione tratta da “Infanzia” di N. Ginzburg sulle case della media borghesia, né ricche né povere che in effetti serve a introdurre il racconto che poi sulla quarta di copertina viene così sintetizzato: "Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitré anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è più tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un’identità fondata sull’anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell’assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.

Una casa tra due mari, il luogo del ritorno. Dentro quelle stanze si è incagliata l’esistenza di una donna. Che solo riattraversando la propria storia potrà davvero liberarsene. Nadia Terranova racconta l’ossessione di una perdita, quel corpo a corpo con il passato che ci rende tutti dei sopravvissuti, ciascuno alla propria battaglia È per loro che ha messo a punto una scrittura limpida e piana come la voce dei migliori narratori orali; di quelli che catturano l’attenzione dell’uditorio non con la suspense o con l’enfasi, ma con la forza invisibile dell’emozione condivisa. Addio fantasmi è caratterizzato proprio da questa scrittura sottotono, che non smorza la drammaticità degli eventi narrati, ma ne sottolinea la dimensione quotidiana rendendoceli familiari e crudelmente vicini”.

Il libro è diviso in tre parti: il nome, Il corpo e la voce. Il nome intorno al quale è costruita la prima parte, è quello di Sebastiano Laquidara, il padre di Ida, malato di depressione che quando ella aveva tredici anni, una mattina è uscito di casa ed è scomparso. Per Ida il ritorno nella casa di Messina è un’esperienza opprimente, poiché a tale scomparsa lei e sua madre hanno reagito con il silenzio, nella messa in scena di una fittizia normalità. E il nome taciuto si vendica diventando invasivo: “Il nome di mio padre restava nel piatto della cena, si nascondeva nella frutta decomposta della credenza (…); l’uomo che era stato mio padre guardava la nostra vita e avrebbe continuato a farlo per sempre”.

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Nadia Terranova

La seconda parte è focalizzata sull’assenza del suo corpo. Ida ne prende coscienza e afferma: “Io e mia madre avremmo dovuto semplicemente posare una forchetta e dire l’una all’altra: se n’è andato (…). Mescolare le nostre lacrime con l’olio e il grasso della bistecca, nominare il corpo di mio padre, creargli una tomba fatta di frasi e anche di pianti, se necessario. Non l’avevamo fatto, e la sua bara era rimasta dappertutto”. L’assenza del corpo del padre condiziona Ida che tende a svalutare la sua stessa fisicità, quando pensa dopo un rapporto sessuale occasionale che “se una cosa è accaduta al corpo, allora non è accaduta davvero”. Insomma se il corpo del padre è sparito nel nulla, forse nessun corpo ha valore.

Per quanto riguarda la sua voce e il suo profumo, invece, Ida ha cercato di salvarli, a imprigionandoli nella scatola rossa in cui ha chiuso un vecchio nastro registrato e una pipa che conserva l’odore del tabacco. E altre due voci irrompono nella vita di all’improvviso Ida, demolendo il muro di difesa eretto per preservare la sua infelicità: la voce della sua migliore amica di un tempo, Sara, e quella di Nikos, un giovane appena conosciuto. Chiusa nel suo dolore, Ida non ha saputo partecipare in passato alla sofferenza di Sara durante un aborto ed ora che è più disponibile a confortare Nikos, sconvolto per la morte della sua ragazza in un incidente, egli purtroppo sceglie di suicidarsi.

Le ultime pagine del drammatico Addio fantasmi, si chiudono con un finale catartico e liberatorio, inducendoci ad aprirci al dolore degli altri, in quanto esso ci può aiutare ad uscire dall’immobilità di un lutto, poiché in fondo tutti possiamo considerarci dei sopravvissuti che hanno subito perdite di persone care in questo breve percorso terreno, più volte nel libro paragonato ad un Augenblick, un battito di ciglia.

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Libreria Raffaello

Finalista al Premio Strega 2019, il romanzo è anche vincitore del Premio Martoglio, del Premio Subiaco Città del libro, del Premio Alassio Centolibri.Nadia Terranova è nata a Messina nel 1978 e vive a Roma. Ha pubblicato cinque libri per ragazzi tra cui Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio acerbo, 2012, dedicato alla vita di Bruno Schulz, e Le nuvole per terra (Einaudi Ragazzi, 2015). Ha esordito nel romanzo nel 2015 con Gli anni al contrario, vincitore del Bagutta Opera Prima e altri premi. Collabora con diverse riviste.

Giovanna D’Arbitrio

 

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