Prima quindi di commentare il nuovo film della Gerwig, ci sembra opportuno ricordare in breve vita ed opere della scrittrice e rievocarla oggi significa anche evidenziare il suo impegno nelle lotte per l’emancipazione femminile, il suffragio universale e i diritti civili delle minoranze , lotte a cui ella fu addestrata dalla madre Abby May, convinta attivista, e dal padre, Bronson Alcott, pedagogista trascendentalista che la educò al rispetto per la Natura e all’impegno che ogni essere umano deve prodigare per diventare “ciò che si è destinati a essere”.
Seconda di 4 sorelle (Anna, Elizabeth e May),Louise nacque nel 1832 a Germantown, ora integrata nella città di Philadelphia. La famiglia si trasferì a Boston nel 1838 dove il padre fondò una scuola sperimentale ed entrò a far parte di un club trascendentalista con Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. Nel 1840 la famiglia Alcott si trasferì in un cottage a Concord, nel Massachusetts. Louisa ricevette un’istruzione privata dagli amici di famiglia, come R. W. Emerson, Nathaniel Hawthorne, Margaret Fuller e il naturalista H. D. Thoreau. Fu costretta a lavorare fin da giovane, come del resto fecero le sorelle e la madre, collaborò alla rete clandestina Underground Railroad che favoriva l’espatrio degli schiavi e fu infermiera durante la Guerra di Secessione. Diventò famosa in tutto il mondo per il romanzo “Piccole Donne” nel 1868 (scritto nella Orchard House a Concord, da allora chiamata "Home of Little Women" e ancor oggi visitabile) cui fecero seguito altri tre libri: Piccole donne crescono (Good Wives, 1869), Piccoli uomini (Little men, 1871) e I figli di Jo (Jo’s boys, 1886). Scrisse numerose opere, ora poco conosciute. Morì a Boston nel 1888.
Nel recente film “Piccole Donne”, di Greta Gerwig ci troviamo di fronte una versione molto personale della regista che si ispira ai primi due libri della quadrilogia dell’autrice, cioè Piccole Donne e Piccole Donne Crescono: il racconto inizia dal secondo, ma tuttavia ritorna continuamente al primo con flashback alquanto snervanti, poco comprensibili in particolare per chi non ha letto i libri. In effetti la regista non fa altro che mescolare i due romanzi, per evidenziare soprattutto i problemi della condizione femminile di ieri e oggi (emblematici i discorsi di zia March, ben interpretata da Meryl Streep)). Occorre dunque riassumere in breve i due romanzi per poter capire questo film un po’ caotico.
- Libro Piccole Donne
Il primo romanzo “Piccole Donne” racconta la storia delle quattro sorelle March, Meg, Jo, Beth e Amy, figlie di un cappellano partito per il fronte durante la Guerra di Secessione. Guidate con saggezza dalla madre con innovatrici idee educative, le ragazze imparano a crescere e ad affrontare la vita. Il libro inizia a Natale e finisce a Natale dell’anno successivo, mettendo in risalto non solo la vita quotidiana delle protagoniste, ma anche i loro diversi caratteri: Meg, la maggiore, ha 16 anni, ama il lusso benché povera e in fondo molto seria, lavora come governante; Jo, 15 anni, ribelle e anticonformista, adora leggere e scrivere racconti e lavora come dama di compagnia della bisbetica zia March; Beth, 13 anni, molto timida, amante della la musica, adora suonare il piano, si ammala di una grave forma di scarlattina; infine Amy, 12 anni, vanitosa e un po’ egoista, ama dipingere. Quando fanno amicizia con il sedicenne vicino di casa, Laurie Lawrence, e il suo burbero e benefico nonno, condividono con loro gioie e dolori. Il romanzo si conclude con il ritorno a casa del padre dalla guerra e il fidanzamento di Meg col precettore di Laurie, John Brooke.
“Piccole donne crescono”, il secondo romanzo riprende il racconto tre anni dopo la fine del primo libro e narra i nuovi eventi: Meg sposa John Brooke, ha due gemelli e vive con la famiglia in una piccola casa, la Colombaia; Jo, diventata una scrittrice, rifiuta di sposare Laurie, va a lavorare a New York come babysitter e s’innamora di Fritz Bhaer, un professore tedesco che poi sposerà in seguito; Beth muore per insufficienza cardiaca dovuta alla scarlattina contratta anni prima; Amy compie un lungo viaggio in Europa con la vecchia zia March, incontra Laurie in Francia, se ne innamora e lo sposa. Tra tutte le protagoniste nei libri spicca senz’altro la figura di Jo, forte e determinata a combattere per la propria indipendenza e a spronare anche le sorelle contro i condizionamenti della società del tempo
- Louisa May Alcott
In verità la regista ha rispettato solo in parte trama, eventi e personaggi creati da L. Alcott: manca nel film la vena lirica e poetica di tanti episodi che esaltano i sentimenti e caratterizzano i personaggi. Appaiono sbiaditi e poco incisivi perfino personaggi rilevanti come la stessa Jo (Saoirse Ronan) che cede quasi il passo ad Amy meglio interpretata da Florence Pugh, e lo stesso accade per Laurie (Timothée Chalamet), per Beth (Eliza Scanlen), la Signora March (Laura Dern), il prof Bhaer (Louis Garrel). Notevoli invece le musiche di Alexandre Desplat, la scenografia di Jess Gonchor, i costumi di Jacqueline Durran.
Il film è candidato già a diversi premi internazionali, ma in verità ricordiamo migliori versioni realizzate in passato, anch’esse degne di riconoscimenti, come quella del 1933 in bianco e nero di George Cukor che scelse una vera icona femminile, Katherine Hepburn, per il complesso ruolo di Jo. Seguì nel 1949 il film di Mervyn LeRoy con June Allyson nel ruolo di Jo, Janet Leigh in quello di Meg, Elizabeth Taylor in quello di Amy e Peter Lawford nel ruolo di Laurie. E infine nel 1994 Gillian Armstrong fornì ancora una buona versione con. Winona Ryder nel ruolo di Jo e altri bravi interpreti come Susan Sarandon, Christian Bale, Claire Danes, Kirsten Dunst.
Giovanna D’Arbitrio