Gli Amori Degli Altri, di Eva Cantarella, (ed. La Nave di Teseo), nella cinquina del Premio Pavoncella, è un saggio interessante che ci fa approfondire le nostre conoscenze del mondo greco-romano, talvolta troppo idealizzato. Difficile sempre la condizione della donna, facile “preda” non solo di uomini, ma anche di Dei.
Nel risvolto di copertina si legge che il libro contiene “trenta storie d’amore per conoscere meglio i greci e i romani, antenati ai quali ci uniscono, nel bene e nel male, fili di continuità che arrivano fino a oggi. Conoscere gli “altri”, lontani da noi per tempo, spazio e cultura, può aiutarci a capire meglio anche il nostro rapporto con i sentimenti e l’affettività. Dalle avventure amorose di Zeus, il primo molestatore seriale della storia occidentale, alle conquiste di Cesare, “il marito di tutte le moglie la moglie di tutti i mariti”, queste storie mostrano le tante analogie ma anche le non trascurabili differenze nel modo di concepire e vivere nelle diverse culture un sentimento considerato immutabile come l’amore. Una passione che nel corso dei secoli ha accolto benevolmente comportamenti oggi considerati inaccettabili, in una continua ridefinizione dei propri confini che ha segnato la cultura europea moderna.
Eva Cantarella esplora questi confini in un libro appassionante che ci invita a cogliere nella luce del mito e della storia il riflesso in grado di illuminare il nostro tempo. L’amore è il tema attorno a cui è organizzato questo tentativo di mostrare la differenza tra le culture, grazie all’aiuto – fondamentale – di tante, diversissime storie: una sorta di campionario delle facce dell’amore. A volte si tratta di miti, altre volte di creazioni letterarie, altre volte ancora di storie realmente vissute le cui dinamiche sembrano la chiave più adatta per svelare i segreti del cuore”.
“Gli altri”, ovvero, i greci e i romani, benché nostri lontani antenati, appaiono in realtà molto diversi da noi per usi e costumi, nonché per una concezione di sentimenti e amore in cui appare difficile rapportarci. Eva Cantarella prova a guidarci nel dedalo di antiche tradizioni servendosi di miti, letteratura, testimonianze scritte, come leggi, iscrizioni, graffiti in cui l’amore è protagonista: dèi che rapiscono ragazze e ragazzi, eroi come Ettore e Ulisse che amano le mogli, ma si divertono con altre donne, mogli che accettano i tradimenti senza fiatare, e infine la philia, ovvero quel mix di eros, amicizia e rapporto tra discepolo e maestro, come quello tra Achille e Patroclo e gli uomini di Grecia e Roma con altri uomini. Fu solo nel 559 d. C. Giustiniano per la prima volta la bollerà come “contro natura”.
Libro interessante che ci fa riflettere sulla “divesità” di ogni periodo storico per usi e costumi che variano a seconda di epoche, razza, religione e livello di civiltà raggiunto. E ci chiediamo alla fine se possiamo considerarci oggi davvero più civili rispetto al passato, in n momento storico costellato di guerre, barbarie di tutti i generi, privo di rispetto per i diritti umani, in particolare verso donne e bambini.
- Eva Cantarella
Eva Cantarella ha insegnato Istituzioni di Diritto romano e Diritto greco antico all’Università Statale di Milano e anche presso altre Università, come la New York University, AustinUniversity in Texas, quelle di Varsavia, Atene, Granada, Barcellona e Santiago de Compostela. È autrice di oltre 20 libri tradotti in molte lingue straniere. Ha pubblicato oltre centocinquanta articoli su riviste scientifiche e opere collettanee italiane e straniere. Collabora da molti anni alle pagine culturali del “Corriere della Sera”. Nel 2001 è stata nominata Grand’Ufficiale della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, e nel 2017 è stata insignita dal Sindaco di Milano dell’onorificenza cittadina Ambrogino d’oro.
Giovanna D’Arbitrio