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VUOTO: IL NUOVO LIBRO DI MAURIZIO DE GIOVANNI

(Continua con successo la serie dei “Bastardi di Pizzofalcone”)
giovedì 28 febbraio 2019 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Recensioni Libri


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Ritornano i Bastardi di Pizzofalcone in “VUOTO”(Ed. Einaudi 2018),il nuovo libro di Maurizio De Giovanni, prolifico e noto giallista napoletano, e per i lettori è come ritrovare vecchi amici con i loro problemi, vizi e virtù, in particolare per noi napoletani ammaliati da splendori e magiche atmosfere della nostra città, malgrado i suoi “vuoti”

Anche una persona che scompare lascia un “vuoto” ed è importante che qualcuno lo noti. Nel romanzo un’insegnante, Chiara Fimiani, scompare nel nulla e, se non fosse per una collega a denunciarne la scomparsa, nessuno se ne preoccuperebbe. Il marito, un ricco industriale, sostiene che la donna se ne sia andata di propria volontà e spetta quindi ai Bastardi di Pizzofalcone di indagare per ritrovarla. Questa volta a loro si è aggiunge Elsa Martini, venuta dal Nord per sostituire Pisanelli ricoverato in ospedale.

Sulla quarta di copertina si legge: “Sarà perché l’autunno sta cedendo il passo all’inverno. Sarà perché i Bastardi si trovano tutti in un momento cruciale della vita, ma c’è parecchia inquietudine a Pizzofalcone. E a calmare gli animi non contribuisce l’arrivo di un rinforzo da un commissariato del Nord. Forse perché il nuovo investigatore ha gli occhi troppo verdi e i capelli troppo rossi. Forse perché in città c’è troppo vuoto”.

Negli suoi ultimi libri l’autore sembra concentrarsi su nuovi personaggi femminili: dopo la splendida protagonista di “Sara al Tramonto” e la Mina Settembre di “Dodici Rose Rosse ”, ecco arrivare Elsa Martini, la decisa piemontese dalla folta chioma rossa, con un drammatico passato alle spalle..

E ancora una volta De Giovanni ci stupisce non solo come scrittore di avvincenti thriller, ma anche per la sua sensibilità che si esprime in una prosa “lirica” che a tratti diventa perfino riflessione filosofica, tanto da farci sperare che un giorno, oltre ai “gialli”, egli si decida a cimentarsi in altri generi letterari.

Quale giallista infatti inizierebbe un racconto con il “rumore di una carezza” che racchiude in sè un intero mondo? Eccone alcuni righi : “Questa carezza, amore mio, ha il rumore di una perenne risacca. Del vento tra le foglie e del canto degli innamorati, della musica di un violino di notte e del pianto di un neonato. Il suono di questa carezza è necessario e disperato, per questo lo ascolti in silenzio, sorridendo a occhi chiusi come riconoscendo la nostra speciale sinfonia. È il nostro modo molto originale di amarci, questa carezza. È il distacco prossimo venturo, la separazione di fronte all’abisso in cui stiamo per saltare, senza sapere quello che potrà accadere. Questa carezza ha il rumore del futuro e la risonanza del passato”.

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Maurizio De Giovanni

La prosa diventa un mix di lirismo e riflessione filosofica quando egli riflette sul senso del vuoto: “Il problema del vuoto, sapete, è nelle cose che ci sono dentro. Sì, perché il vuoto non è mai completamente vuoto, altrimenti non ci sarebbe niente da guardare da lontano, altrimenti sarebbe solo deserto e perciò tranquillo, altrimenti non ci sarebbe dolore, nel vuoto. E invece il dolore c’è, eccome se c’è. Il dolore del vuoto è il peggiore, e quello del silenzio. Allora, bisogna farci i conti, occorre misurarsi con questa specie di bestia che viene fuori sempre nella notte.

Dietro la facciata, dunque, ogni essere umano può nascondere un vuoto incolmabile. E il vuoto può assumere innumerevoli colori: uno per ogni sentimento, paura, solitudine, orrore.

Interessante l’intervista in cui l’autore ha dichiarato: “Il fatto è che i Bastardi hanno tutti un vuoto alle spalle che emerge attraverso il lavoro di Polizia e che loro provano a riempire consolidando lo spirito di squadra, diventando una sorta di collettivo di solitudini. Il loro è un vuoto di potere o di forza, di passato o di futuro, di decisioni o di certezze, di coraggio o a perdere, ma insieme ne assumono progressivamente consapevolezza. Fronteggiano il male specie nelle sue forme ignote e danno un nome all’inferno che hanno in sè.

Non sono un sociologo. Io racconto la strada, sono uno scrittore che ambienta le sue storie a Napoli e constato come la varietà delle classi sociali, soltanto in questa città tanto vicine, consegni uno scenario impagabile dal punto di vista umano. La rappresentazione dell’Inferno, del mare di fuoco che ribolle sotto terra, corre in parallelo all’incantesimo dei paesaggi, delle albe, dei tramonti e del mare che danno un’idea del Paradiso”. (Intervista sul “Mattino” di Napoli:

https://www.ilmattino.it/cultura/li...)

Giovanna D’Arbitrio

P.S. Cenni biografici sull’autore: Maurizio de Giovanni nasce nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Nel 2005 vince un concorso per giallisti esordienti con un racconto in cui risalta la figura del commissario Ricciardi, nella Napoli degli anni ‘30. Nasce così un ciclo di romanzi, pubblicati da Einaudi, tra i quali ricordiamo: Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera, In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome. Nel 2012 pubblica Il Metodo del Coccodrillo (Ed. Mondadori ) con l’ispettore Lojacono, personaggio centrale nella serie dei Bastardi di Pizzofalcone, ambientata nella Napoli contemporanea (Ed. Einaudi ). Sempre per Einaudi pubblica Buio, il secondo romanzo della serie nel 2014 seguito da Gelo, Cuccioli, Pane. Nel 2017 ritorna il commissario Ricciardi con Rondini d’inverno, Il Purgatorio dell’angelo. I libri di Maurizio De Giovanni riscuotono molto successo non solo in Italia dove l’autore ha vinto diversi premi, ma anche all’estero, sempre tradotti in molte lingue

 

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