Chiedere ad un autore un articolo sul proprio libro non è esattamente quello che l’autore desidera: lui (lei ) il libro l’ha scritto, ora toccherebbe agli altri.
Ma tant’è: i libri sono come i figli e non basta metterli al mondo.
Prima che i lettori, destinatari naturali di ogni opera, si riconoscano come tali bisogna che il tempo passi, situazione scomoda per chi non sa aspettare, ammesso che l’attesa sia contenuta in una vita umana e sia coronata da successo ( cosa per niente sicura ).
- Dalla copertina del libro
- Banet & Storia di Anna - Graus Editore 2008
Quando il libro è pubblicato l’autore vorrebbe pensare ad altro, magari al prossimo libro. Tutto quello che si può aggiungere è una partecipazione dell’evento, notizie sui personaggi...
Banet non è solo Banet, il pittore nato a Varsavia nel 1901. E’ ebreo e polacco e il suo nome non è Banet. Si chiama Rubin Sarfer, appartiene ad una famiglia benestante, borghese, suo padre è un allevatore.
Piace alle donne il suo volto affilato dallo sguardo inquieto e a quindici anni se ne va di casa, destinazione San Pietroburgo, Lenin e la Rivoluzione del 1917.
Scrive tutto sul suo diario, nei momenti liberi disegna a matita quello che vede: testimone oculare. Ci vorrà del tempo perché diventi Banet.
- Anna Filangieri, Rodolphe Banet
- Le nozze del re, Tecnica mista su tela, 200x150 cm
Dall’altra parte dell’Europa, nella Villa dei Filangieri, ad Oplonti, è nata Anna Rossi Filangieri; stesso anno 1901. Minuta, occhi azzurro-verdi, capelli biondo-rossi.
Nella Villa vanno e vengono ospiti eccezionali: il Kronprinz, duca d’Austria candidato al trono, attori, cantanti, perché nella Villa c’è un teatro e si allestisce l’Opera; la madre canta, Anna nasce quasi sul palcoscenico. Scrive. Diari e poesie.
Incessantemente. Sotto un albero, nel parco della Villa, o sulla darsena dove aspetta che si profilino le vele dello yacht che porta un ospite a movimentare le giornate.
Così. Avvolta in una bolla caleidoscopica che la separa dalla realtà. Disegna, dipinge. E aspetta. Poi decide che non c’è niente di più bello di questo isolamento che la esclude. Desidera, anzi, un’esclusione totale, vuole il convento. Dura pochissimo.
- Rodolphe Banet
- Autoritratto, 1943. Tavola 21x26 cm
La crisalide ha i giorni contati. Prossima tappa: Parigi, la pittura. Poi il rientro e il giornalismo. Si intensificano l’interesse per le dottrine di sinistra e l’amore per il direttore del giornale. Le due cose vanno di pari passo, sono inscindibili.
I tempi cambiano… Di nuovo la guerra.
Banet è in Germania e si chiama ancora Sarfer, condizione pericolosa. Lascia Berlino appena in tempo ed è a Parigi. Da Esther, sua sorella. Si nasconde in attesa dei documenti. All’ombra di una sorella che ricorda Varsavia, la famiglia, l’eredità ebraica.
Arruolato nell’esercito francese e prigioniero dei tedeschi… A questo punto diventa Banet. I vettori di due vite stanno per prendere direzioni convergenti. Fra poco ci sarà una collisione, lo scoppio di una passione, un’arte che si matura.
- Anna Filangieri
- Autoritratto, 1946 - Olio su tela 50x60 cm
I quadri di Banet sono anche di Anna. Se non sempre il disegno è suo ( ma spesso è proprio così ) è certamente l’ispiratrice, anche quando nel quadro non c’è.
Che genere di pittura? Impressionista, suggerirebbe il nome Banet, del resto molto post litteram. Ma lui non è d’accordo… Campeggia il ritratto, e non solo. I luoghi sono importanti, trasfigurati e riconoscibili insieme.
C’è anche un Banet poeta così come Anna non solo scrive ma dipinge e canta nel suo intimo una musica inespressa. Capri… e molto altro.