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La sfida nucleare (Il Mulino, Bologna, 2007)

L’INFLUENZA DEL NUCLEARE NELLA POLITICA ESTERA ITALIANA

Un documentato studio di L. Nuti
sabato 24 novembre 2007 di Carlo Vallauri

Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Leopoldo Nuti


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La politica internazionale italiana dal dopoguerra ha mirato essenzialmente al superamento dei limiti imposti dal trattato di pace e all’inserimento nell’alleanza atlantica che costituiva il passaggio indispensabile per avviare una rinnovata azione non solo diplomatica ma economica a livello mondiale.

E delle varie fasi di quelle stagioni Leopoldo Nuti offre con La sfida nucleare(Il Mulino, Bologna, 2007) uno degli affreschi più suggestivi affrontando appunto, come reca il titolo, le iniziative messe in atto sia dall’epoca di De Gasperi – ma poi con una mira più centrata da Fanfani – per non escludere il nostro paese dalla corsa a quelle ricerche nucleari, che, sul duplice versante militare e civile, divenivano il fulcro di ogni attività per la stessa politica estera.

Naturalmente in un arco che dal ’45 giunge sino al crollo del comunismo sovietico, e quindi alla fine della guerra fredda, i nodi da chiarire sono molteplici. Il valido studioso di politica internazionale si è accinto all’opera sulla base di una documentazione ineccepibile riscontrata nelle carte del ministro degli esteri, degli archivi dei centri nucleari e militari nonché americani (dipartimenti di Stato, carteggio di presidenti) come dei documenti diplomatici a livello Nato e dei maggiori paesi europei. Ne è nato così un libro di grande rilievo sul piano storiografico, proprio perché consente di seguire le vicende che hanno gradualmente reso possibile all’Italia di non recitare un ruolo di semplice compresenza in quello scontro di potenze, dal quale la sconfitta l’aveva esclusa. Acquista così risonanza da un lato lo specifico impegno degli scienziati (a cominciare da Amaldi) per mantenere i collegamenti tecnologici capaci di dare alle scelte politiche una base consistente, dall’altro l’incessante azione degli ambasciatori (da Magistrati a Gaia) per garantire una presenza non effimera agli interventi di volta in volta decisi dal governo.

Tra i punti più approfonditi sono gli interventi (non riusciti) di creare una comune piattaforma europea (antiche e nuove rivalità vi si opponevano), il collocamento nel territorio nazionale di missili Jupiter, la crisi provocata dall’accordo russo-americano dopo Cuba per eliminare i missili dall’Italia e dalla Turchia, il problema alla base multilaterale, sino al trattato di non proliferazione nucleare e infine lo schieramento dei missili Cruise per rispondere a quelli sovietici. Come si vede, una serie di temi che hanno connotato non solo la politica estera ma la stessa politica interna, specie in riferimento ai movimenti pacifisti negli anni ’80, quando la base di Comiso diventò causa di contrasti tra le principali forze politiche. E saranno proprio quelle decisioni a influire in maniera determinate sugli ultimi sviluppi del confronto mondiale.

Ecco perchè la lettura di questo attento studio si raccomanda a tutti coloro che intendono conoscere esattamente come si siano svolti i “fatti”, quali siano stati gli elementi più incisivi nei difficili negoziati, di cui vengono esposti con rara chiarezza i principali elementi di raffronto, di rottura o di intesa.

 

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