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Lei dunque capirà (Garzanti, Milano, 2006)

UN RACCONTO DI VITA BY CLAUDIO MAGRIS


venerdì 22 settembre 2006 di Carlo Vallauri

Argomenti: Letteratura e filosofia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Claudio Magris


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Affascinati dalla prosa serrata ed incandescente di Claudio Magris, scrittore ricco di sobria umanità e di infinito amore nello scoprire terre nuove nelle quali vi introduce con la sua cultura ed il suo rispetto per la conoscenza reale delle cose, della natura, delle persone, dei fiumi e delle città, siamo rimasti questa volta attoniti di fronte ad un suo racconto Lei dunque capirà (Garzanti, Milano, 2006). Qui entriamo nel tempo della poesia poiché non altrimenti si possono definire queste 47 pagine nelle quali trabocca, con semplicità descrittiva, l’amore di una donna che, rinchiusa ed isolata in una ipotetica “casa di riposo” esprime il suo affetto infinito per il suo uomo. Angoscioso può apparire a prima vista il testo ma è qualcosa di più perché le parole - precise e accurate del ricordo - pungolano il lettore a volerne sapere oltre. Parole composte in una sequenza quasi per una immaginaria testimonianza di un legame tra esseri congiunti nella profondità dei loro sentimenti.

E la narratrice rievoca limpidamente sensazioni e pensieri, atti personali e comportamenti del corpo di fronte ad un interlocutore misterioso (ma non troppo). Non ricorda solo momenti felici e pregi del suo uomo, al contrario. Sa “che è diventato insopportabile, piagnucoloso e supponente” che pur incline ad essere ammirato “chiede aiuto a tutti”.

Ma - si chiede il lettore - ha veramente bisogno d’aiuto e non è lei, la donna rimasta sola, a soffrire quella lontananza? Confidenza per confidenza, l’interlocutore (che non parla) sembra avere molto potere, tanto potere da chiamare a sé chi vuole. Ripercorrere tante ore trascorse insieme, tante occasioni di una esistenza vissuta in comune sin dalla giovinezza, significa rivelare i caratteri di una vita vissuta interamente nella cura l’uno dell’altro.

“Entrando in me sentivo che risalivi dal fondo della tua paura, che ritrovavi forza e coraggio; la tua mano prima cauta si faceva ardita e forte, quel piacere notturno sulla soglia della grande notte che stava calando su di noi era incontenibile, in quella tua mano ho goduto come forse mai - vai al mare, ti ho detto poco dopo, in quella nostra baia così blu da sembrare nera - dopo aver fatto l’amore, in quell’isola, andavamo sempre a gettarci in mare - va’, fallo anche per me, ogni tuo piacere è anche mio e ti restituisce a me più forte e più uomo.

Una “visita impossibile” che egli ha fatto nella “casa” ricorrendo ad uno stato d’animo improvvisamente sollecitato. Si, non è lui che è andato da lei per salvarla ma al contrario e lui che aveva bisogno di essere salvato.

Una “casa sterminata” nella quale è facile perdersi eppure quando le loro mani s’incontrano si risveglia in lei il desiderio assopito, il “sesso immemore”. Così la narratrice prova piacere a rinnovare le emozioni provocate dalle labbra e dalle parole del suo uomo e desidera affermare espressamente che quell’ “addormentarsi dentro di me”, “l’amore” è questo sonno in cui ansima e si spegne dolcemente, senza spegnersi veramente mai, altrimenti essere è solo un guizzo, un attrito, un sussulto e dopo hai subito voglia d’andar via.

Ma che cosa è veramente andato a fare lui da lei? Per condurla fuori dalla casa? E tra la vita di fuori, di un tempo, e quella dentro la grande casa non c’è poi tanta differenza. Se lui è andato a trovarla per saperne di più, si disilluda. Lei si sente stanca e sfinita a pensare di ricominciare la vita quotidiana di sempre: ecco perché - nell’istante decisivo - lei lo chiama , lui si volta ma lei si sente risucchiare indietro, sempre più leggera. “Lui mi guardava impietrito e io guardo felice al suo sguardo”, così il suo uomo può tornare là dove insieme sono vissuti a lungo felici. La rottura è quindi definitiva. La separazione si fa tragedia.

Troppo ardua l’impresa di narrare con parole nostre i sentimenti, gli stati d’animo, le sofferenze e i ricordi felici di cui è formato, come un mosaico d’amore, questo libro. E alle parole di Magris abbiamo preferito strettamente attenerci per non guastare l’incanto.

 

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