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Storia e storiografia di Carlo Michelstaedter, University of Mississippi, 2017.

Michelstaedter tra presente e futuro

Un lavoro collettivo di stampo internazionale sul filosofo di Gorizia
domenica 1 ottobre 2017 di Andrea Comincini

Argomenti: Letteratura e filosofia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Valerio Cappozzo, a cura di


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Arriva finalmente a indicare una via d’uscita nel labirinto caotico di interpretazioni su Carlo Michelstaedter (1887-1910) un volume particolare e doppiamente utile: si tratta di Storia e storiografia di Carlo Michelstaedter, edito da Valerio Cappozzo, professore della University of Mississippi e direttore del dipartimento di studi Medieval e Modern languages.

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Valerio Cappozzo

Il lavoro, si sottolinea, è benvenuto perché affronta un tema troppo spesso trascurato: da una parte viene individuato un nodo centrale a proposito del mondo michelstaedteriano, sovente sottaciuto, ovvero l’importanza di prendere le distanze da giudizi alla cui radice non c’è un profondo esame filologico; dall’altro, si suggerisce un metodo essenziale per determinare in maniera corretta i nuovi progetti a venire.

Quest’ultima affermazione potrà sembrare audace e presuntuosa, eppure è decisamente necessaria nel momento in cui il binomio opera/vita viene preso in esame, quindi nella maggioranza assoluta degli studi michelstaedteriani. Per troppi decenni gli interpreti di Michelstaedter hanno sviscerato ogni aspetto biografico e culturale senza domandarsi se i criteri pregiudiziali dell’ermeneutica testuale potessero influire sui risultati esegetici stessi: il fattore primario di cui sopra è nel pensare Michelstaedter anche attraverso un processo di autoriflessione, evidenziandone successi e limiti. Alcuni testi come quello di Muzzioli o di Cerruti, molti anni fa, hanno creato il clima adatto per questa nuova impostazione, ma è con il volume di Cappozzo che finalmente si è arrivati a studiare Michelstaeder attraverso un approccio storiografico serio.

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Carlo Michelstaedter

Quanto di sottaciuto o concesso senza rifletterci troppo, e che qui invece emerge chiaramente, è dunque la consapevolezza di ritrovare Michelstaedter in un contesto filologico e diacronico, pena continuare a riproporre monografie o recensioni capaci magari di parlarne, ma inadeguate nel comprendere il ruolo del goriziano nella storia della filosofia.

Storia e storiografia, giustamente e conseguentemente, per indicare non solo il bisogno di una aderenza ai testi e alle carte, ma anche per vederne lo sviluppo critico e poterne valutare la fondatezza interpretativa. Il curatore si occupa di un elemento molto interessante: la poesia di Michelstaedter, proponendo anche una riflessione su alcuni inediti.

Cappozzo riporta nel suo saggio lo spirito dell’intero lavoro, fondendo analisi testuale e spirito investigativo. Sebbene si tratti di un saggio accademico, il libro non cede mai alla prolissità tipica di certa accademia nostrana – e qui si rivela l’impostazione anglosassone, e nello specifico americana, capace di attirare maggiormente lettori non addetti ai lavori grazie a una più attenta vocazione al dialogo fuori dalle mura universitarie.

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Poesie di Carlo Michelstaedter

Tra i numerosi contributi, Rosalia Peluso si occupa del concetto di storia in Michelstaedter, imprescindibile per un lavoro che pone come titolo proprio la matrice storica; Yvonne Hutter affronta il concetto multiforme della rettorica, mentre intellettuali come Magris, Harrison e Covacich approfondiscono la figura intera del filosofo-poeta attraverso una particolare prospettiva, intima o filosofica a seconda dei percorsi personali. Testo polisemico e profondamente attuale, coinvolgente nella sua capacità di raccontare Michelstaedter partendo dalla esperienza americana di una delle sue maggiori interpreti, Daniela Bini, fino a far riferimento al curatore italiano, Sergio Campailla, custode dei tesori michelstaedteriani.

Storia e storiografia di C. Michelstaedter – per l’ennesima volta – ha un duplice valore: riportare lo studio di Michelstaedter nel campo che più gli compete, quello filologico e storiografico, e consegnarlo al lettore e allo studioso libero da certi vizi che troppo spesso hanno accompagnato l’esegesi innanzitutto della famosa tesi di laurea, spedita poco prima di suicidarsi. Una lettura per il presente, ma soprattutto per il futuro.

 

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