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Giacomo Matteotti, socialismo e guerra (Pisa University Press 2013)

MATTEOTTI E LA POLITICA INTERNAZIONALE NELL’IMMEDIATO PRIMO DOPOGUERRA


mercoledì 1 ottobre 2014 di Carlo Vallauri

Argomenti: Guerre, militari, partigiani
Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Personaggi famosi/storici
Argomenti: Stefano Caretti


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Questo libro Giacomo Matteotti, socialismo e guerra, curato con grande attenzione e penetranti osservazioni di critica storica da Stefano Caretti, offre al lettore la possibilità di inquadrare la personalità della più grave vittima del fascismo in un più ampio quadro, al di là delle tragiche vicende che ne hanno fatto il simbolo di uno scontro storico di alto significato morale e civile

Come scrive nella premessa Ennio Di Nolfo, Matteotti rappresentava quella presenza socialista nell’Italia post-bellica che seppe meglio interpretare le esigenze stesse che il conflitto 1915-18 aveva portato alla ribalta mediante le nuove forme di intervento dello Stato per accumulare la ricchezza collettiva a vantaggio di singoli profittatori. La stessa partecipazione al dibattito sulle nuove leggi scaturite proprio dagli effetti della guerra mostrò un modo di intendere l’interesse collettivo nel quadro profondo delle nuove condizioni economiche dell’Europa. Una visione della politica internazionale che andava oltre precedenti dispute per coinvolgere lo stesso problema dei mutamenti socio-economici nella nuova realtà effettiva, come spiega lo stesso Caretti nell’introduzione.

E aggiungiamo che fu proprio la partecipazione di Matteotti al dibattito sulle nuove iniziative in materia fiscale, secondo le indicazioni di Giolitti, a dimostrare l’ampiezza del pensiero del deputato socialista.

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Stefano Caretti

Ed il tema della “ribellione” stessa si presentava nei socialisti in termini del tutto nuovi. La contestazione di Matteotti coinvolgeva molteplici aspetti della stessa azione socialista. Contro la guerra la sua posizione era stata chiara. “Pervicace, violento, agitatore” come lo definisce il prefetto di Rovigo, ma nello stesso tempo capace di interpretare le nuove necessità del popolo italiano, andando oltre la concezione di Turati. E lucidamente ne derivava la volontà di impedirne una lettura chiusa mentre lo stesso dilagare della violenza fascista imponeva una serie di atteggiamenti politici limpidi e netti.

Le posizioni intransigenti contro la guerra erano emerse con chiarezza sin dall’inizio del conflitto, in evidente contrapposizione di fronte a Mussolini. A questo proposito sono molto interessanti le osservazioni sul rapporto tra socialismo e patriottismo. Il tema del neutralismo dal punto di vista socialista chiamava in causa altri aspetti nell’apertura ai temi del confronto tra valori dell’integrazione nazionale italiana e internazionalismo. Contro la vergognosa azione degli interventisti le ragioni ideali, economiche ed umane emergevano nelle parole e nell’azione di Matteotti, con evidente chiarezza.

La parte successiva dell’interessante libro si volge al periodo post-bellico e consente di rendersi conto come i socialisti seppero subito intendere la novità rappresentata dal nuovo modo di intendere l’economia già nell’analisi finanziaria che rivelava i nuovi modi di impiego della ricchezza, come i nuovi economisti andavano spiegando, come proprio il dirigente socialista non mancava di indicare.

Il fallimento della “pace vittoriosa” appare evidente a chi sapeva intendere la nuova realtà, d’altronde già l’avocazione allo Stato dei sovraprofitti alla guerra era un tema primario nel quadro degli interventi parlamentari di Matteotti che indicavano un superiore modo di intendere l’espulsione delle contrastanti posizioni in seno al capitalismo (le parole riportata nel testo confermano la penetrante comprensione del fenomeno). Le proposte socialiste già andavano bel oltre antiche piattaforme, ormai superate dai fatti del 1921-22, quando alle parole su Keynes risulta illuminata la genialità dell’esponente socialista nel comprendere la gravità dei maggiori temi emergenti tra i debiti internazionali da un lato ed i tentativi di pacificazione dall’altro, proprio mentre la figura innovatrice di Keynes e le sue proposte rivelavano quali sarebbero state in seguito le vie nuove nelle scelte di politica economica.

L’attenzione particolare di Matteotti si sposta allora sul terreno internazionale e già sono alla ribalta i maggiori temi sui quali poi si determineranno gli eventi del successivo decennio a cominciare dalle riparazioni tedesche. Intanto vengono in evidenza fenomeni di “nuova violenza”, ed è proprio su questo punto cruciale che Matteotti riesce subito a leggere nel loro grave peso, le nuove collocazioni ed iniziative che minacciavano quel che si andava determinando nello stesso destino del paese.

Interessante peraltro l’impatto socialista di fronte alla appena nata Società delle Nazioni. E dalla Ruhr al trattato di Versailles sono già in atto gli elementi perturbanti della pace vanamente cercata mentre una visione “bancaria” ancora primeggiava nelle grandi dispute europee, alle quali il socialismo internazionale già indicava i termini di nuove conflittualità.

Come si vede, sono tutte questioni che poi hanno pesato moltissimo sul destino dei paesi europei, e Matteotti ne sapeva indicare limpidamente (v. i particolare le osservazioni a pag. 239) i termini nei quali ormai si avvitavano i rapporti inter-europei. La “scuola” socialista di Matteotti era in grado di indicare con acume e senso storico il nuovo farsi della storia con il prevalere di nuove violenze coinvolgenti l’intero svolgimento della vita economica, secondo un insegnamento socialista molto nitido. Un libro quindi che rievoca eventi nazionali esposti in chiave di chiaro confronto delle nuove difficoltà verso cui l’Europa intera si avviava. Pagine quindi di spiegazioni esemplari dei fenomeni in corso in quel periodo con indicazioni precise sulle vie “nuove” viste in senso critico ed internazionalista, secondo la personale e straordinaria capacità di Matteotti d’intendere esattamente le nuove esplosioni verso le quali conducevano quelle violenze e quegli orrori nascenti. Mentre ci scusiamo dei nostri disguidi editoriali, per i quali riferiamo con ritardo del libro qui recensito, siamo lieti di apprendere che la stessa Pisa University Press ha ora pubblicato un importante e amplissimo studio su gli Scritti e discorsi vari di Matteotti, testo con il quale Stefano Caretti completa la sua grande opera dedicata al simbolo più significativo della lotta anti-fascista.

 

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