Il titolo del libro di Massimo Raffaelli, I fascisti di sinistra (Nino Aragno editore, 2014) faceva pensare ad un testo dedicato a quella parte di fascismo che teneva, nel ’22, come nella fase terminale dell’esperienza di governo, ad affermare una posizione che, bene o male, a motivi dalla sinistra cercavano di collegarsi. Invece l’autore di questo testo si richiama, con molta conoscenza del tema affrontato, soprattutto ad esponenti della sinistra che si richiamavano non al fascismo, ma ai motivi storici ed ideologici della sinistra con una connotazione critica interessante, come è evidente dai nomi dei personaggi perlustrati ed illustri da Elio Vittorini a Giorgio Bussani, da Romano Bilenchi a Vitaliano Brancati, ed anche Italo Calvino e Franco Cordelli, nonché da Franco Fortini a Giacomo Noventa, da Pier Paolo Pasolini a Mario Soldati a Paolo Volponi.
Tutti scrittori notoriamente anti-fascisti, anche se con autonomia di pensiero e libere variazioni interpretative.
- Massimo Raffaelli
L’autore compie una serie di esposizioni di quel mondo culturale che è stata al centro del dibattito e della formazione culturale di parecchi anni della nostra storia letteraria del Novecento. Sono tutti autori validi, che hanno lasciato segni indelebili di creatività, ciascuno di essi con una storia personale che Raffaelli espone con colta penetrazione psicologica.
Quindi sono capitoli della nostra storia culturale, vista in particolare in momenti di vivace dibattito, sicché il lettore viene a conoscere tante storie individuali di scrittori, visti in loro fasi di intensa produzione letteraria e nella vasta inquadratura di un sistema nel quale pensavano a mantenere proprie posizioni autonome e che quindi venivano spesso a trovarsi in rotta di collisione con i compagni e colleghi.
La presentazione così di Pavese ed altri protagonisti di quell’epoca risente dei temi affrontati da questi autori e delle vivaci vicende di una lunga stagione, ricca di opere rimaste famose, e qui affrontate su una serie di tematiche di indubbio interesse. E Raffaelli cerca di spiegare scelte, atteggiamenti, confronti, battaglie che per tanti decenni hanno costituito il forte contributo dei letterati alle tematiche ideologiche e culturali. Tutti argomenti trattati con ampiezza di documentazione e aderente penetrazione nel pensiero degli autori richiamati. Ecco perché il libro merita di essere letto per avere un quadro vivace di tanti eroi di un Novecento dibattuto, ma il fascismo in quanto tale appare del tutto secondario in questa ampia rassegna.
La conoscenza offerta al lettore è alimentata da una ricerca di particolarità creative ed emotive che concorrono a spiegare anche situazioni, scismi e movimenti culturali affrontati attraverso romanzi e dibattiti che tendono a portare alla letteratura motivi ed elementi propri della sinistra storica, spesso nei suoi testi più famosi, dei quali vengono raccontate motivazioni e significati.
Così ad esempio il rapporto tra letterati e mondo operaio è visto attraverso i tentativi di legare creatività artistica con la tematica della classe operaia, un corso rimasto altalenante in una serie di numerosi tentativi di dar vita ad una nuova cultura con idee di rinnovamento in varie direzioni. Naturalmente Arpino e Volponi diventano i protagonisti di vicende qui riassunte e spiegate tra vicende personali, disavventure politiche e sforzi di esplosione vitalistica in ampi settori della cultura nazionale. In questo senso il libro finisce per dare la sensazione di una sferzante coerenza creativa tendente a spostare l’asse del mondo letterario e della sinistra verso le pagine più vivaci del dopoguerra. Una biografia della prosa italiana quindi piena di opere importanti e significative, la cui penetrante opera di Raffaelli contribuisce a far meglio comprendere specie per momenti o fasi di passaggio e mutamento. È l’irrequieta cultura della sinistra ripercorsa in momenti e fatti con una esposizione critica d’indubbio interesse per affrontare contrasti, contraddizioni, incomprensioni di alcuni dei nostri letterati più vivaci e inventivi. Questo un pregio da non sottovalutare in questi tempi aridi, anche se non sempre l’autore si preoccupa di spiegare meglio il perché di scelte, mutamenti e tante altre singolari vicende.