L’Enciclica “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI è stato un punto fermo nella dottrina della Chiesa che ha presentato nel libro Per un nuovo umanesimo nell’economia (Elledieci).
La sua lettura può essere utile per far luce sulla esatta posizione della dottrina sociale della Chiesa prima dell’avvento del nuovo Papa, proveniente da quell’Argentina “alla fine del mondo”, secondo una fortunata espressione.
- Daniele Ciravegna
L’autore coglie l’occasione per un sintetico excursus muovendo dalla “Rerum novarum” (1891) che segnò l’insediamento del cattolicesimo nel vivo del dibattito politico sulla visione del contrasto tra le condizioni moderne rispetto al peso del capitalismo nella società contemporanea. Nel 2009 in effetti la Chiesa volle distinguersi riconsiderando il fine stesso della valutazione dei bisogni dell’uomo di fronte allo sviluppo indefinito dei consumi, cioè entrando nel merito di quegli aspetti tecnici della produzione in un mondo caratterizzato sempre più dalle violenze esercitate di fatto dal cosiddetto circolo vizioso della povertà.
Si volle cioè rimarcare l’esigenza fondamentale di salvaguardare i valori autentici della persona, secondo una visione che proveniva da Maritain che negli anni ’30 aveva “spostato” alla base l’impostazione cristiana verso l’attenzione diretta alla realtà concreta dei fattori economici in un quadro dell’universo globale.