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La fitness in un’ottica sociobiologia


giovedì 5 novembre 2009 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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La sociobiologia è una branca della ricerca sorta qualche anno fa, e tra le altre ricerche, portò avanti la tesi che l’evoluzione ha la tensione a sopravvivere per la spinta biologica. Ma individuò anche un altro elemento, cioè che non si può dire, come diceva l’evoluzionismo di Darwin, che l’evoluzione è fatta solo per una crescita, un rafforzamento della fitness. Con il progredire degli strumenti di ricerca, la sociobiologia perfeziona la tesi darwiniana degli inizi, sostenendo il meccanismo per cui la specie perfeziona la propria fitness anche peggiorando la propria evoluzione. Una specie, per sopravvivere, sopprime le altre specie, cioè il canguro più forte che estromette il canguro più debole, il conflitto tra fitness e fitness all’interno.

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Sociobiology

La sociobiologia sostiene la tesi che gli animali, e così gli umani, sono aggressivi per natura, l’aggressività non è bene/male, non è una colpa; può diventare una colpa quando si aggredisce senza motivo. La maggior parte degli animali uccide o distrugge per fame, ma ci sono animali che uccidono senza motivo, vedi il leopardo o la iena che si sventra per cibarsi dei propri figli. La scienza della sociobiologia non riconosce nell’aggressività giustificata e ingiustificata una colpa, ma una spinta generica di fondo che può manifestarsi con varie gradazioni di violenza, di distruttività etc.

In questo senso, o noi optiamo per una visione morale dei comportamenti, e allora diremo che uccidere è male se gratuito, oppure dobbiamo riconoscere, constatare, un principio più profondo per cui sopravvivere è bene, sopravvivere è la legge a monte di uccidere è bene, uccidere è male. O noi adottiamo il criterio di acque pulite è bene, acque inquinate è male, e allora diciamo che questi pesci sono male se viaggiano verso acque inquinate, oppure possiamo dire: sopravvivere è bene, per cui i pesci devono sopravvivere e non è importante se sono acque pulite o inquinate.

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Dna catena

In realtà questo criterio sociobiologico può essere utilizzato su situazioni personalistiche. Se ho una persona amica, è bene o male proporre affari agli amici? In un’ottica sociobiologia il fatto è che se proporre affari è arrivare a sopravvivere, allora si può proporre un’alleanza. Un eventuale fenomeno di questo tipo, mentre socialmente è negativo, sociobiologicamente sarebbe giustificatissimo. Qual è l’obiettivo, quello della sopravvivenza dei bravi cittadini, o la sopravvivenza della specie umana? Alla fitness non interessa il fisico, interessa che il Dna sopravviva; cioè quello che la sociobiologia vuol far capire è che il male non è male, male è quello che non c’è. Se stare e restare con quella determinata persona è problematico, allora si può anche restare con quella persona, ma se quel rapporto mi spegne, allora ti posso anche “ammazzare”; è meglio un uomo, una donna soli, piuttosto che una famiglia nevrotica. L’essere umano, le altre specie viventi, probabilmente tutto ciò che c’è, probabilmente si trovano di fronte l’alternativa: vivere in un certo modo determinato, o vivere comunque? Prima di porsi la domanda “essere o non essere”, c’è il quesito “cosa serve a me,? cosa voglio? che cosa posso fare?”.

Il fattore fondamentale della spinta biologica sono i geni che si riproducono. Un recupero effettuato dalla sociobiologia è stato quello di comprendere che la spinta della fitness non consiste in quella che si pensava agli inizi, nel riprodursi, ma nel riprodurre in sé l’idoneità a mutarsi per sopravvivere. La fitness produce nel patrimonio genetico non solo l’idoneità a riprodursi in un vettore orizzontale, ma anche l’idoneità a riprodursi e a mutarsi, se questo si rende necessario per motivi di stress ambientali. Come la scienza ufficiale ha recuperato, ma anche la filosofia, e così le religioni, esiste un rapporto fra lo spirito e la materia, fra il piccolo schema e il grande schema, fra la totalità dell’Essere e le sue particole. Se c’è questa corrispondenza, noi che siamo il frutto della fitness, il veicolo, i suoi protettori, abbiamo questo patrimonio genetico che si riverbererà dal corpo fino alla spiritualità attraverso la psiche. Senz’altro io posso acquisire e produrre nozioni, ma così facendo avrò soddisfatto solo una idoneità genetica; ci sarebbe da realizzare anche l’altra idoneità, a mutare.

È improbabile che la mia situazione ecosistemica sia la stessa di dieci, trenta anni fa. Quanto è cambiato l’ecosistema nell’arco di 30 anni, e quanto siamo mutati noi? In che proporzione io muto rispetto l’ecosistema? Ci potremmo accorgere che le nostre vite mutano ben poco rispetto l’ecosistema, e quando mutano è per forza di cose. La mutazione è comunque qualcosa che abbiamo in dotazione, laddove mentre siamo propensi a far uso della prima idoneità, la ripetizione, non siamo molto propensi ad usare la seconda, il mutare. La proposizione e la mutazione si verificano in un gioco di scatole cinesi, dalle cose più piccole a quelle più grandi.

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Evoluzione

Ad esempio, le cellule, che si sono prodotte e riprodotte migliaia di volte, però non si sono riprodotte automaticamente, ma sono anche mutate. Dalle prime cellule che si scindevano in due siamo passati a migliaia di cellule specificate. Le cellule di un milione di anni fa non sono le stesse di oggi. Senz’altro la struttura è uguale (membrana, nucleo), però è dimostrato che l’acqua di oggi è diversa da quella di milioni di anni fa. Impercettibilmente, con il passare del tempo, il rapporto tra la periferia e il centro del nucleo si altera, vedi l’atomo; è vero che il processo è lentissimo, ma è inarrestabile. La cellula di milioni di anni è diversa rispetto ad oggi, perché è mutata la materia. Dagli atomi alle galassie, questa spinta inarrestabile a mutare si può quantificare, identificare. C’è il sospetto che la proporzione di mutazione nell’umano come individuo non sia congrua alla mutazione dell’ecosistema.

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Forse la riproduzione non è frutto della nostra volontà, ma è l’effetto di una volontà a monte che ci plagia; forse è la fitness che ci plagia e ci costringe ad avere un figlio. La fitness ci spinge non solo a riprodurci, ma ci spinge a proteggere i cuccioli. Noi siamo coatti a mantenere e rafforzare tutte quelle strutture che servono a mantenere i cuccioli. Amiamo in funzione di qualcosa; il guaio non è amare, ma amare senza comprendere quello che stiamo facendo. Così quando accumuliamo cultura: fino a che punto è curiosità ulissica che contribuisce alla crescita, e fino a che punto è sapere più cose possibili per rafforzare la coazione allo status quo ? Capitano momenti di grazia in cui abbiamo il sentore che la vita vive noi e non che noi viviamo la vita. È in quei momenti di grazia che con tempi velocissimi, con nitidezza di grande efficacia, noi capiamo un livello più approfondito delle cose che abbiamo fatto, delle cose in corso.

 

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