https://www.traditionrolex.com/30 Grande Madre, piccola madre-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Aprile 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7692
Articoli visitati
5234581
Connessi 21

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
19 aprile 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

Grande Madre, piccola madre


mercoledì 14 febbraio 2007 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Sociologia


Segnala l'articolo ad un amico

La prima forma di pensiero dell’essere umano è animica, e in questo senso la teologia è ancella della psicologia. Ma come può essere sorta una teologia, successivamente al problema animico? I primitivi, nella misura in cui hanno placato i desideri/timori, possono aver riflettuto sull’ambiente, si sono accorti che tutto poggiava sulle femmine. Si notava che sempre e solo le femmine ospitavano la riproduzione, dopodiché l’ambiente risultava riproduttivo, nutritivo e da qui l’idea di Grande Madre, madre natura. Il concetto di Dio è molto successivo; tutti i reperti riguardano dee e madri, quindi la teologia era una teologia del femminile e al femminile. In Russia c’è ancora la dicitura di “piccolo padre”, però la Russia è tornata ad essere “la grande madre Russia”. Persino gli slavi hanno questo concetto della grande madre, e tante piccole madri. La grande madre è la nutrice di tutte le forme viventi; la piccola madre sarà una nutrice contingente.

Problema. Tutti sappiamo quanto il problema della mamma penalizzi a dritto e a rovescio tutti, è una delle carte di fondo contro il razzismo. In un individuo, cosa è importante ? il colore della pelle o il rapporto con la madre ? Stranamente il problema materno penalizza tutti, il colore della pelle lo ritroviamo come fenomeno superficiale. Gli umani sono uguali al 99% perché schiacciati dalla figura materna; sono differenti dal colore della pelle. Questa figura schiaccia sia per amore che per odio e lo schiacciamento opera con meccanismi noti: l’ottimizzazione, pessimizzazione, transfert etc. L’essere umano vive tragicamente questa cosa e la complica.

Lo stesso problema si presenta nei confronti della Grande Madre con i meccanismi noti, per cui l’individuo resta penalizzato da sua madre, dalla figura materna, da ciò che va a rivestire, a livello personale, una sovrastruttura (Stato, famiglia etc). Noi possiamo avere una ritualizzazione che appare come ottimale, ma il problema con la madre non è risolto, quindi viene trasferito su altri territori. In questo senso abbiamo una persona che ha un rapporto buono con la madre, ma poi ha un rapporto fideistico con il lavoro, ha un rapporto qualificato con la madre però poi scarica i suoi problemi su strutture più ampie. Noi continuiamo a pensare che se un cibo piace fa bene e l’organismo lo richiede, ma non ci si rende conto che quel cibo poi non viene assimilato o non digerito. Quel rapporto col cibo formalmente sembra risolto perché piace, ma poi risulta non assimilato.

A questo punto bisogna afferrare un ulteriore elemento che rende strapotente la figura materna che deve avere molto colpito i primitivi e gli odierni: la sostituzione effettuabile fra madri, fra matrici. Come tutti sanno, accade spesso in natura che i cuccioli perdano la madre, dopodiché vengono adottati da altre madri della stessa specie o addirittura di altre specie. Questo fenomeno accade anche fra umani. Questa situazione spontanea della madre ha sempre colpito molto la fantasia di tutti, specialmente i primitivi, per il fatto che ci fosse stata una spinta superiore. Non c’è niente di divino in questo fatto.

La storia della donna è una storia che nasce esplicita in sè e per sè. Bisognerà che passino molte migliaia di anni perché la storia della donna passi implicita nella storia dell’uomo. Si nota che la storia della donna diviene un capitolo all’interno della storia di uomini. Se andiamo a vedere la storia della Cina, dell’India, dell’Amerindia, troviamo che la storia diventa maschile, le donne diventano un fatto implicito. In questi ultimi anni si è recuperata in parte la storia della donna con implicita la storia dei maschi. Come si sa, nell’ambito della storia umana, la donna è essenziale e l’uomo marginale. Il recupero culturale di questo potrebbe aprire la porta ad un recupero interiore e ad una qualificazione spirituale. Facciamo un esempio. Noi campiamo, poi un concorso di circostanze ci fa sapere che apparteniamo ad una casta nobilissima. La conoscenza documentale e razionale che apparteniamo ad una nobile casata fa mutare qualcosa dentro di noi, la conoscenza razionale opera dentro di noi, va a mutare l’alchimia interiore. È chiaro che queste mutazioni possono insabbiarsi, costruire psicosi, ma possono anche costituire una crescita spirituale. È vero che la conoscenza razionale è la più modesta delle conoscenze, ma è anche vero che è il primo passo verso una conoscenza più reale. Una conoscenza razionale della specie può costituire una base per una crescita interiore. Una migliore conoscenza della storia della specie può portare a capire la mia storia di donna. Se prendiamo il grande malinteso del fenomeno dell’omosessualità dove, per una parte dell’umanità l’omosessualità è un essere diverso, migliore, una situazione di peculiarità, per un’altra parte è male, malattia, peccato, per un’altra ancora non esiste, è un sentito dire, le tre posizioni sono errate ? ridicole ? falsate ? imbecilli ? Se io per il 96% sono donna e per il 4% maschio, come recuperato dalla scienza, non posso che amare le altre donne, siamo tutte donne, non posso che amare la variante: il maschio. Se sono così insensibile da escludere questa situazione è perché non riconosco la donna che c’è in me e il maschio che c’è in me. Allora in questo senso sorge il sospetto che l’umanità sia fatta di imbecilli, perché i maschi sono così masochisti che non vogliono mollare qualcosa, e le femmine sono così masochiste che non vogliono riappropriarsi di se stesse.

 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30