No, non sono gli scheletri ai quali avete subito pensato. Non sono nascosti negli armadi blindati o presso banche off shore e nemmeno in un sistema di scatole cinesi.
Niente di tutto questo.
Sono semplicemente scheletri di plastica. Mi spiego.
Da diverso tempo, passeggiando per Napoli, m’imbattevo (e m’imbatto) in piccoli armadi, quasi sempre addossati a muretti, sui marciapiedi.
Trasandati, aperti, semi distrutti, luogo ideale per deporre cartacce e farvi crescere colonie di topi.
- Ripartitore telefonico
Sono, diciamo in modo pleonastico, in bella mostra , ma quasi nessuno li nota.
E’ res nullius? Potrei smontarli e portarmeli a casa, come trofeo?
Secondo quanto stampigliato, il legittimo proprietario era e rimane Telecom.
Cosa è successo? La multimiliardaria Società affida a padroncini la collocazione di sottocentraline. Dopo un certo periodo vanno i tecnici, spostano l’impianto da qualche altra parte e… lasciano il morto in mezzo alla casa.
Logica e decenza vorrebbero che i solerti tecnici (magari anche loro in sub appalto) segnalassero la necessità di rimuovere lo scheletro. Mi rendo subito conto che inviare la richiesta al vecchio padroncino- installatore è impresa quanto mai ardua, oltretutto bisognerebbe leggere il capitolato d’appalto e sperare ancora nell’esistenza di detto padroncino.
- Ripartitore telefonico
Allora? Semplice. Telecom alza i tacchi, invia una squadretta ad hoc e rimuove un pericolo, un grosso oggetto di indecoro urbano, una palese prova di strafottenza.
Domanda elementare: Ma Telecom come si comporta in altre città?
Forza, Telecom. Con tanti cinesi che stanno nella nostra città, si potrà aprire qualche scatolino con un po’ di euro per la bisogna.
Comunque, l’amministrazione comunale potrebbe (e dovrebbe) ordinare la rimozione immediata.
Arturo Capasso