Il tredici settembre è iniziato il mese di digiuno per milioni di Musulmani.
Sono passati secoli, sono sorte grandi città, i ritmi di vita sono diversi, ma il Ramadàn ha conservato tutte le sue caratteristiche.
Prima che si possa distinguere il filo bianco da quello nero, c’è un affrettarsi a mangiare qualcosa. Poi, fino al tramonto, divieto assoluto di mangiare, bere, fumare, avere rapporti sessuali.
Tutto bene? Tutto normale? Vediamo.
In un recente viaggio fatto in Egitto proprio durante il Ramadàn, ho cercato di sapere se ci sono degli studi relativi allo stato psichico e fisico del credente. Pare che il digiuno abbia un effetto allucinogeno ed una risposta indiretta alle mie domande rimaste inevase l’ho avuta in modo inatteso: Il quotidiano The Egyptian Gazette, che si pubblica al Cairo dal 1880, nella rubrica “Home talk “ rileva che irritabilità e nervosismo sono diventati le caratteristiche tradizionali dei Musulmani durante le ore del digiuno.
E’ vero – si rileva – che per tradizione il Ramadàn è considerato il mese in cui i Musulmani superano le debolezze umane e resistono alla tentazione di far danno agli altri, ma – secondo il professore di psicoterapia Taher al – Shafie – il livello basso di nicotina nel sangue causa al fumatore accanito sintomi di tensione e di nervosismo.
Mentre un quinto della popolazione conserva il suo equilibrio, i quattro quinti diventano nervosi ed irritabili.
Ma non è tutto.
La sociologa Samiya al-Khashab dell’Università di Ain Shams scrive che poche ore prima del tramonto c’è una frenetica attività di gente nei negozi, sui trasporti pubblici, per strada. Tutti hanno fretta di tornare a casa e perciò sono impazienti e nervosi.
Arturo Capasso
May Allâh make this a most blessed and generous Ramadan, and may we benefit and take advantage of its grandeur.