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Coraggio Francesco!

I ’too’, have a dream
lunedì 1 luglio 2013 di Michele Penza

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Non penso affatto che abbia scherzato Papa Francesco quando ha risposto in quel modo giorni fa a una bambina che lo interpellava: “Io non volevo fare il papa!”

Un uomo con la sua storia, un gesuita dotto di grande esperienza umana, punto di riferimento della Chiesa per il continente sudamericano e pastore di anime in un paese che ha avuto una storia recente di scontri sanguinosi e vicende sociali e politiche altamente drammatiche, non poteva ignorare la complessità del compito che lo attende.

Ma è andata così, è toccato a lui e la fase storica attuale è tale che a mio parere non solo i cattolici, o più genericamente i credenti di qualsivoglia fede religiosa dovrebbero augurarsi che Bergoglio non fallisca il suo compito, ma conviene lo facciano tutti coloro che hanno a cuore la sorte di questa povera umanità, e non puntano a mo’ di talebani sullo sfascio generale, sul tanto peggio tanto meglio.

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Sono tante le patate bollenti che lo aspettano sul tavolo di lavoro e, per la verità, l’impressione che Francesco è riuscito a dare finora è quella di essere uomo (perché tale egli è, coi suoi limiti, non ce lo dimentichiamo mai) che non si sgomenti facilmente. Sono davvero tante e talune particolarmente difficili da maneggiare, con risvolti, implicazioni e ricadute note solo agli addetti ai lavori e sconosciute alla generalità degli osservatori.

Ce ne è una invece, particolarmente velenosa, che è purtroppo universalmente nota e rischia di divenire pietra d’inciampo anche per le capacità e la volontà di questo pontefice, così diverso dagli altri sotto vari profili, dopo essere stata per lungo tempo pietra di scandalo per tanti fedeli. Devo dire che anch’io ne sono stato particolarmente toccato e disgustato.

Parlo della vicenda di Emanuela Orlandi, una innocente vittima della quale sappiamo solo che è scomparsa in un vortice di ricatti e di vendette nel merito dei quali abbiamo ragione di ritenere che esistano soggetti, fuori e dentro il Vaticano, che conoscono la verità dei fatti e la tengano celata.

Vorrei sbagliarmi ma su questo punto ho l’impressione che la mano di Francesco sia esitante nell’atto di levare finalmente la pietra e scoperchiare il verminaio. E’ positivo ma non è sufficiente che abbia voluto Francesco togliere ai familiari il dubbio angoscioso che la ragazza possa essere ancora viva. Se lui stesso ha detto al fratello di Emanuela che la ragazza è in cielo non abbiamo motivo di dubitarne, e bene egli ha fatto a fornire almeno una certezza a chi dopo trenta anni continuava a macerarsi nel dubbio. E questo è il minimo che potevamo attenderci da lui.

Però non basta! Non ho la pretesa di insegnare a Francesco a fare il Papa, vedo che se la cava benissimo da solo, però converrà anche lui che non può limitarsi a questa semplice affermazione. E’ giunta l’ora di dirla tutta la verità!

Emanuela è in cielo? Buon per lei, povera creatura. Per chi crede sarà un conforto sperare che una infinita Bontà l’abbia accolta lassù fra le braccia e asciugato le sue lacrime ma qui, su questa terra, in questa società nella quale viviamo ci sono delle regole, delle leggi, un sistema giudiziario. E’ schifoso, sono il primo a riconoscerlo, ma c’è!

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Pietro Orlandi

Il ricatto, il sequestro di persona, l’omicidio non sono soltanto violazioni dei comandamenti di Mosè ma reati previsti e severamente puniti dal codice penale di tutti i paesi. Chi l’ha mandata in cielo Emanuela a quindici anni, suppongo contro la sua volontà? Qualcuno ce lo vuol dire per favore?

Se la pratica Orlandi è ancora aperta dopo trenta anni dipende evidentemente dal fatto che qualcuno non ha lavorato bene. Non dubitiamo che in Cielo si sia operato al meglio ma per quanto riguarda la parte dell’iter che si svolge in terra le cose hanno prima zoppicato e poi si sono arrestate definitivamente. Ci sono adempimenti sostanziali che attendono, e non se ne vede la ragione.

I have a dream, io ho un sogno, diceva Martin Luther King. Lui non è riuscito a vederlo ma quel sogno si è realizzato.Beh, io non sarò un leader, non ho nulla da insegnare ad alcuno, sono soltanto uno tra i milioni di cittadini romani che sono stati attoniti testimoni di questa sporca vicenda ma un piccolo sogno ce lo posso avere anch’io, e penso che siamo in tanti ad avercelo, ed è quello di vedere finalmente gli sbirri mettere le mani sul collo agli autori di questa infamia, sbatterli in una cella e buttare la chiave. Si realizzerà?

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Martin Luter King

Francesco se li conosce farebbe cosa buona e giusta a informare chi di dovere perché giustizia sia fatta, o almeno quella farsa di giustizia che possiamo aspettarci in questo mondo e, aggiungo, potrebbe fare una pubblica precisazione sul ruolo tenuto da taluni componenti del Vaticano, che non ha dato finora una sensazione di trasparenza, con buona pace del suo portavoce ufficiale, padre Lombardi.

E’ innegabile che per trenta anni gli uomini del Vaticano che ufficialmente si sono occupati del problema abbiano suscitato nella pubblica opinione una penosa impressione che sarebbe ingiusto ed eccessivo definire di volontà di coprire i fatti ma sicuramente di imbarazzata reticenza sull’argomento.

Uomini del sacro che appaiono perseguire pigramente la ricerca della verità contraddicono clamorosamente l’essenza stessa della religione, che se non è aspirazione alla verità non è nulla.

Si è trattato di un clamoroso autogol che si protrae da trenta anni. Minor danno sarebbe derivato al decoro della Chiesa romana da una franca ammissione di verità, come del resto si è cominciato a fare sul problema della omofilia di taluni prelati, piuttosto che dal comportamento finora tenuto, ispirato a quello delle tre scimmiette che non vedono, non sentono, e soprattutto non parlano.

Coraggio Francesco! Facci vedere finalmente qualcosa di nuovo nella Chiesa. Siamo tutti con te, però … avanti tutta. Senza paura!

 

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