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SEGUITO DI "IRREQUIETA COME L’ANIMA DELLE MOSCHE"

di Margherita Ingoglia
giovedì 30 novembre 2023 di La Redazione

Argomenti: Recensioni Libri


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Non ho grammatiche né alfabeti Sono irraccontabile Opposta al mio corrispettivo Sono oggettiva Se non teorizzabile, ritieni che di questa consapevolezza si possano indicare alcune tracce caratteristiche?

MI. Come radici di un noce soffocate dal cemento le donne si sono opposte a vincoli e catene, hanno provato a frantumare quell’innaturale ostruzione che le ha obbligate per secoli (non giorni, mesi o anni!) a nascondendersi, ammutolirsi, ignorarsi e a sterilizzare la propria indole. Le donne si sono ribellate – semplicemente - (si fa per dire!) – a dei confini innaturali stabiliti dall’uomo il quale è ricorso perfino a Dio per farsi prendere sul serio, alla monarchia teocratica: “Trono e Altare”! Ma, tornando seri, penso a ciò che della donna si scriveva nelle Sacre Scritture, alle bolle papali di Innocenzo VIII (bolla Summis desiderantes affectibus) o al Malleus Maleficarum (Il Martello delle Streghe) che hanno follemente amputato tutti i loro diritti. Più che consapevolezza mi sembra un dovere storico, cronachistico e, direi, anche umano: una doverosa unghiata di giustizia.

IL. So che è una domanda rischiosa, ma la facciamo. È un fatto di natura o di cultura? Quello della “maschia” è un sapere che può essere condiviso con gli uomini? E quali uomini definisce questa possibilità di condivisione? Siamo tutti errori in speranza di perfezione, o la selvatichezza immodesta appartiene alla femminilità per natura e per storia? Correggo, miglioro, modifico e restauro. Un nome: solo un errore perfezionato. Appartengo a una selvatichezza immodesta

MI. Condivisione è una parola scintillante. E finché c’è consapevolezza di imperfezione, umiltà di condivisione per una crescita critica e costruttiva, c’è speranza. Uomini, donne, non faccio distinzione, per me esistono persone, non conosco altri parametri se non quelli educativi. La selvatichezza è un istinto innato, appartiene al genere umano che a qualsiasi età abbisogna di educazione, quindi di confini, leggi, regole, limiti, sempre nel rispetto della libertà altrui. Educare il proprio istinto è un dovere sociale, suppongo che debba esserlo, che, cioè, debba essere naturale farlo.

IL. Le disturbanti raccontano che ogni percorso di liberazione e consapevolezza contiene in egual misura potenza e incertezza, una crescente indeterminazione. È un cammino che avrà un compimento finale, e se si quale? Il prezzo è un nuovo patto con il mondo o una maggiore solitudine? Declinata e cangiante, restavo comunque un misto di tutto e di niente. Ero un essere inquieto, singolare maschile o neutrale. Ero la maschia e mi sconoscevo.

La melagrana incandescente di desiderio è il cuscino di culla di qualsiasi dio a venire.

MI. Abbiamo Conosciuto il Padre (celeste) mi sembra doveroso conoscere la Madre, nel corpo e nello spirito. Senza corpo (e con buona pace di Cartesio!) non si discuterebbe dell’anima. E noi abbiamo bisogno di fare di carne lo spirito, l’anima, Dio. Tuttavia credo molto nell’anima, negli spiriti intrappolati sulla terra, dopo la morte. Non so se siano angeli, spettri, anime o fantasmi, ma Credo che esista qualcosa oltre a noi, oltre i nostri miseri cinque sensi. Femminile o maschile… non so. Esseri.

IL. Le disturbanti sembrano gravide di una nuova articolazione dei saperi, una geometria della conoscenza, o persino della non conoscenza, ricavata da prospettive irriducibili a quelle del potere e dell’accademia. C’è una dimensione politica nella malagrazia?

Mi manca l’abbiccì delle buone maniere. Porto nel ventre un animale superbo Sono stata intagliata con fine scalpello nella corteccia dell’albero scemo, e nel ventre nutro clemenza

MI. Abbiamo Conosciuto il Padre (celeste) mi sembra doveroso conoscere la Madre, nel corpo e nello spirito. Senza corpo (e con buona pace di Cartesio!) non si discuterebbe dell’anima. E noi abbiamo bisogno di fare di carne lo spirito, l’anima, Dio. Tuttavia credo molto nell’anima, negli spiriti intrappolati sulla terra, dopo la morte. Non so se siano angeli, spettri, anime o fantasmi, ma Credo che esista qualcosa oltre a noi, oltre i nostri miseri cinque sensi. Femminile o maschile… non so. Esseri. in spine di rosa.

 

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