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AL QUIRINO TESTIMONE D’ACCUSA

IL CAPOLAVORO DI AGATHA CHRISTIE
mercoledì 18 gennaio 2023 di Roberto Benatti

Argomenti: Teatro


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Dal 17 al 29 gennaio 2023

Testimone d’accusa è il perfetto dramma giudiziario, mai rappresentato in Italia in un grande allestimento, attentissimo nel rendere le procedure e il linguaggio legale, compresa la suspense finale. Imitato più volte, ma mai superato, si tratta della trama più bella mai costruita da Agatha Christie.

Lo spettatore entra in modo travolgente nella psicologia dei personaggi, parteggiando per uno, per poi passare all’altro, un meccanismo perfetto con domande e particolari coinvolgenti fino alla fine. Adattato per il cinema dal grande Billy Wilder, aveva come protagonisti Charles Laughton, Marlene Dietrich e Tyrone Power, un film che fece scuola e che ancora oggi è insuperato.

La rappresentazione teatrale in scena al Quirino è per la regia di Geppy Gleijeses che, dopo i grandi successi di Sorelle Materassi, Arsenico e vecchi merletti, Così parlò Bellavista, si cimenta con un testo di suspense. Nelle note di regia si chiede: “esiste la commedia perfetta? Forse sì. Secondo alcuni critici è “Il matrimonio di Figaro” di Beaumarchais, secondo altri è “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde. Sul più bel dramma giudiziario però non ci sono dubbi: “Testimone d’accusa” di Agatha Christie”.

Lo spunto è certamente autobiografico, parte dalla storia di una donna tradita dal marito più giovane che viene accusato del delitto di un’altra donna. Chi conosce la biografia di Agatha sa quanto fu dolorosa la separazione della scrittrice dal primo marito e come probabilmente la esorcizzò attraverso le trame dei suoi romanzi, il film di Billy Wilder, liberamente tratto, fu considerato dalla Christie, come il miglior adattamento della sua opera.

Il testo teatrale è più asciutto e gioca sulla tensione sempre molto alta che affonda passo dopo passo, come una lama di coltello affilatissima nella schiena dello spettatore ingenuo, facendo emergere pian piano i pregiudizi scontati di cui è impregnata la società. Mostra le debolezze delle donne ma anche il loro riscatto, ecco perché Testimone d’accusa può essere considerata la migliore prova della scrittrice, più di Trappola per topi, o di Dieci piccoli indiani. L’allestimento al Quirino gioca sui particolari potenti, sottolineati dal grande allestimento scenografico del Tribunale, dal ticchettio di un’autentica macchina stenografica del 1948 che trascriverà tutti i verbali del processo, dalla partecipazione di sei giurati scelti tra il pubblico sera per sera e chiamati a giurare e ad emettere un verdetto. La recitazione del cast, dalla bravissima Vanessa Gravina, a Giulio Corso, a Geppy Gleijeses (che ha sostituito Giorgio Ferrara indisposto) è di livello superiore, con in più ha il pregio di aver avuto il coraggio di misurarsi con i mostri sacri del cinema.

La commedia/dramma è sempre molto attuale, pone lo sguardo su quanto i media e la società siano coinvolti nella costruzione delle verità processuali e su come siamo condizionati spesso dal pregiudizio e come il preconcetto finisca per giocare a favore di chi ha interesse a manipolarne le ricostruzioni. Agatha Christie era una fine conoscitrice dell’anima umana e ha saputo mostrare qui, quanto la verità abbia molte sfaccettature, come i riverberi della luce riflessa in un cono d’ombra.

 

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